Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 25 agosto 2021
LA UDINE PIÙ IRRIDUCIBILE NEANCHE AD AGOSTO DIMENTICA REGENI
Rinnovato il presidio di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl presso la Colonna della Giustizia. Il presidente prof. Travain: “Mai molâ!”
Rappresentanze del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” hanno rinnovato, il 25 agosto 2021, l’ormai tradizionale presidio mensile presso la Colonna della Giustizia, a Udine, dove, una targa in friulano ed inglese “campeggia sempre come richiamo alla cittadinanza e ai turisti affinché in Friuli, in Italia, in Europa, nel mondo, si debba sapere che anche nel cuore della regione di Giulio Regeni il miglior popolo non dimentica l’oltraggio subìto attraverso lo scempio di un probo suo figlio”. Così il presidente dei due sodalizi, prof. Alberto Travain, che ha giudicato “a dir poco ammirevoli le tante iniziative commemorative e rivendicative, di sensibilizzazione sociale, che ancora fioccano nelle più varie località del Paese e magari non soltanto, ad oltre un quinquennio dall’impunito scempio del giovane ricercatore di Fiumicello, trucidato in Egitto nel 2016”. “Quanto contrasta tutto questo fervore – ha detto il presidente fogolarista – con la freddezza, per non dir di peggio, che, al confronto, sul tema, si respira in gran parte della nostra regione: non dovunque, ma diffusamente si registrano un’attenzione ed una pressione inspiegabilmente non sufficiente per essere stato Regeni, vero cittadino del mondo ma anche vero figlio di questo Friuli Venezia Giulia i cui idiomi pare egli non disdegnasse, accostati alle lingue dalla sua brillante carriera internazionale. Non c’entra il Covid. C’entra piuttosto un’indole che, per carità di patria, non oso definire e che ebbe, a mio parere, a rappresentarsi nel modo più indegno quando a Trieste, nel 2019, prima il Comune, poi la Regione, giunsero a dare il miserabile esempio di ritirare dalle proprie sedi istituzionali lo striscione giallo rivendicativo di verità per Giulio mentre in tutta Italia la passione civile portava quell’insegna su mille balconi, dal Nord al Sud. Che vergogna fu quella! Personalmente mi sono vergognato della mia Regione e dei suoi governanti, ma ho potuto vedere Udine imperterrita, la mia città, il suo Comune unanime, sotto la sferza di questa imperversante bora iconoclasta e crudele, rimanere faro di civiltà, civismo ed umanità! ‘Mai molâ!’ come si usa dire…”