EuroAquileienses 25.12.2021/II (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 25 Dicembar 2021

DOV’È FINITA LA SPADA DELLA MESSA DELLO SPADONE UDINESE?

Riaprono la questione Fogolâr Civic e Academie dal Friûl con un lettera all’arciprete del capoluogo storico del Friuli nella ricorrenza dell’epica sfida natalizia lanciata dal patriarca medievale aquileiese Bertrando contro i più potenti tiranni regionali.

Il ricordo dell’epica sfida della Notte di Natale 1340, lanciata dal patriarca aquileiese Bertrando ai più prepotenti tra i potenti del Friuli del tempo ossia i Conti di Gorizia non solo rimanda universalmente a speranze di riscatto dalla tirannide sempre imperversante sotto mille forme ma nello specifico anche richiama un remoto costume di questa città, che una volta ambiva a dirsi Nuova Aquileia, costume diffusamente dimenticato insieme alle sue testimonianze eppure di particolare e molteplice pregnanza. Mi riferisco alla Messa dello Spadone udinese ossia a quella Messa di Mezzanotte caratterizzata da benedizione con arma attribuita al grande patriarca entrato nel mito civico regionale e transfrontaliero: una tradizione condivisa con Gorizia e soprattutto con Aquileia, dove ancora si rinnova: non con Cividale, dove la Messa dello Spadone ha fondamentalmente altri significati. Ebbene che fine ha fatto la spada della Messa dello Spadone udinese, segnalata da tante pubblicazioni nel Museo del Duomo e scomparsa nell’ultimo allestimento, in cui resta soltanto quella con cui il grande principe-vescovo fu assassinato?”. Questo si è chiesto il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, che con delegazione del più battagliero civismo locale, il 24 dicembre 2021 si è recato in cattedrale con il fine laico di rinnovare una memoria civile particolarmente significativa per la Capitale del Friuli Storico. Già nel 2005, il 23 dicembre, a Gorizia, il Fogolâr Civic proponeva alla cittadinanza isontina letture storiche a cura dello stesso Travain, insieme all’apprezzato attore e sodale caprivese sig. Bruno Tofful.

Presente, dunque, nel duomo di Udine, qualificata rappresentanza fogolarista ossia la vicaria movimentale prof.ssa Renata Capria D’Aronco; le caposezione sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Anna Rosa Caeran, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini; i consiglieri sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Rosa Masiero, maestra Rosalba Meneghini e la socia onoraria prof.ssa Elisabetta Marioni, assessore comunale udinese all’Istruzione. Presente anche il fotografo sociale sig. Attilio Calligaro e lo scrittore e cultore di storia patria regionale sig. Gianni Meneghin. Il breve momento commemorativo si è aperto con la deposizione di un omaggio floreale ai piedi dell’urna del patriarca Bertrando, dedica personale della prof.ssa Marioni, che tanto si è spesa come consigliera municipale prima e ora come assessore per impegnare l’Amministrazione in una promozione istituzionale vera di quella figura, proclamata vent’anni or sono Patrono Civile dall’assise cittadina. Passo importante è stato l’approvazione, quest’anno, il 31 maggio, della mozione con cui la Marioni è riuscita a vincolare il Consiglio comunale all’impegno annuale di una solenne commemorazione assembleare del Padre della patria e della democrazia udinesi.

Dopo uno scambio di sincere parole di riconoscimento e stima reciproci nonché di leale e perseverante collaborazione tra il battagliero leader fogolarista e la tenace politica cittadina, il presidente prof. Travain ha dato lettura di una lettera in bella lingua friulana, indirizzata e poi recapitata all’arciprete mons. Luciano Nobile, supremo custode del Duomo di Udine, per chiedere lumi sulla scomparsa spada bertrandiana, perno della singolare, pregnante ma obliata tradizione natalizia di cui si è detto. Eccone il testo integrale: “Al bon acet di bons. LUCIANO NOBILE prevost dal domo di Udin b.m. in face de urne di Beât Beltram / Udin, ai 24 di Dicembar 2021 / Cantin: CE FIN AIAL FAT IL SPADON DE MESSE DAL SPADON DI UDIN? / Nestri zentîl, par Nadâl di chest an che o vin ricuardât i vincj di Beltram Patron Civîl di Udin, cui plui cjârs auguris su la festivitât e di buine fin e ancje di bon principi, culì si clamiLu a bisigâ sul destin che al vût chel spadon cence mani, passât dal timp dal nestri Patriarcje, che insin 1859 lu àn doprât in domo a Messe di Madins, ricuardant, ce maniere che a fasin inmò in Aquilee, la disfide de Gnot di Nadâl dal 1340 co Beltram nestri al à sbeleade dute la supierbie dai Conts di Gurize, siorats prepotents, spieli di tancj altris. E sì che il brâf Carli Somede dai Marcs chel spadon lu segnave za tal so libron sul domo di Udin dal 1970, spiegantlu a pagjine 115 e te 131 piturantlu. Cumò isal sparît, che nol è tal Museu? E parcè po sparît e no plui tal Museu? Un grant toc di storie e culture nostranis la Glesie parone no à di vê dirit chel istès di platâlu cence rindi cont a chest nestri popul che le ten sù e le à tignude sù par milante agns. Si volarès, duncje, tornâ ben a viodilu chel spadon, cemût che in tancj secui a àn podût prin di nô e ancje propit chei salacor che a jerin chê Gnot, sot Gurize, indulà che, tal simbul, il Gjal di Aquilee al à sfidât la Copasse de prepotence des sorestanziis di une volte e no dome. In Sôs mans sigûrs, Bonsignôr cjarissim. E un sancîr biel auguri! prof. Alberto Travain presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ e del Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’”. Ancora una volta, il civico, liberale, competente e appassionato presidio delle piccole e grandi memorie di una città e di una terra al crocevia della Mitteleuropa potrebbe recuperare all’oggi un importante frammento della civiltà passata.

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