EuroAquileienses 26.02.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 26 Fevrâr 2022

QUANDO IN PIAZZALE CAVALCASELLE ANTONIO SAVORGNAN PARLÒ AL POPOLO IN ARMI

Individuato il luogo in cui, nel 1511, il potente tribuno udinese istigò le milizie cittadine e rurali alla rivolta contro i feudatari, accusati di cospirazione ai danni del dominio veneto, ritenuto fautore delle classi popolari. Si scatenò così la prima grande rivolta sociale dell’Europa moderna: la cosiddetta “Crudel Zobia Grassa”. Il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, cui si deve la suggestiva ipotesi: Il Savorgnan dovette parlare alle truppe prima d’imboccare la strada per Pradamano, dove falsamente diceva vi fosse l’armata d’invasione!”.

Ai 27 di Fevrâr 1511, su cheste beorcje, Toni Savorgnan, campion de int pitoche di Furlanie, al scuen vê fevelât al popul in armis, cuintri dai siorats che lu comandavin e a volevin vendilu a paron forest par che lu cjalcjàs ancjemò di plui: cussì al è partît chel grant ribalton de Crudêl Joibe Grasse, prime famose rivolte civiche te storie de Europe moderne. No dismenteâ!”. Così nella targa collocata, il 26 febbraio 2022, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, tra i rami di uno dei tre suggestivi gelsi piantumati, per iniziativa dell’arch. Massimo Asquini, nel 1998, al centro di Piazzale Cavalcaselle, a Udine, sul bivio tra le antiche vie Baldasseria Media e Pradamano, luogo in cui, secondo plausibile ipotesi ricostruttiva, “il 27 febbraio 1511, il comandante della milizia popolare friulana delle “Cernide”, Antonio Savorgnan, il “Maometto dei rustici” come si diceva, aizzò i suoi uomini contro i castellani della regione, accusandoli d’intelligenza con il nemico ossia l’imperatore Massimiliano I, sperato ‘messia’, liberatore dal giogo imposto loro dalla dominazione veneziana, patrona, invece, o così si voleva, dei contadini. Il tribuno, del grande casato dei Savorgnan del Torre, ambiva ad una propria signoria sul Friuli, per cui il primo passo era eliminare l’opposizione degli altri nobili istigando contro di loro le classi popolari di cui si faceva pertanto paladino all’ombra più o meno indispettita e sospettosa della Serenissima. Egli dovette parlare alle truppe, dunque, prima d’imboccare la strada per Pradamano, dove falsamente diceva vi fosse l’armata d’invasione imperiale cui la nobiltà avrebbe consegnato Udine e la regione intera se lui stesso non avesse raccolto sotto le sue insegne il popolo in armi e difeso la patria dal nemico esterno ed interno. Un discorso un po’ simile, per certi aspetti, a quello che Cesare dovette tenere ai suoi soldati della XIII Legione, sopraggiunti dall’agro aquileiese, prima di varcare il Rubicone e iniziare la guerra civile contro la repubblica degli ottimati!”. Alla suggestiva commemorazione fogolarista dei fatti del 1511, nell’esterna “taviele” di Porta Aquileia, hanno preso parte anche la vicaria sociale di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof.ssa Renata Capria D’Aronco – che ha espresso un plauso per l’ennesimo significativo contributo dato dal presidente prof. Travain alla cultura civica udinese e friulana e alla ricognizione del suo patrimonio sul territorio –; le caposezione fogolariste sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti; i consiglieri movimentali maestra Manuela Bondio, sig.ra Paola Della Vecchia, sig.ra Rosa Masiero, la giornalista Laura Zanelli e la collaboratrice sig.ra Anna Rosa Caeran, oltre al summenzionato arch. Massimo Asquini. Al termine, foto di gruppo a bandiere spiegate, tra cui ideale ricostruzione di uno stendardo delle storiche “Cernide” savorgnane, recante lo stemma della “Sclese Nere”, lo scaglione araldico che la casata dell’ambizioso capopopolo udinese condivideva con la città capitale del Friuli, “forse l’unica insegna veramente amata dalle classi subalterne della regione dell’epoca: ed è bene dirlo, ora, in occasione degli undici secoli di quell’antica signoria friulana” ha soggiunto Travain.

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