EuroAquileienses 26.02.2022/II (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 26 February 2022

PIAZZA VENERIO A UDINE DEDICATA POPOLARMENTE ALL’AMOR MOLTEPLICE E IMPERITURO

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno “intitolato” il sito del palazzo in cui si innamorarono i due personaggi da cui derivò il mito internazionale di Romeo e Giulietta al maggior sentimento dell’Umanità. Richiesta al Sindaco un’adeguata riproposizione al pubblico dell’ornamento recante le iniziali della protagonista femminile della vicenda. Il presidente prof. Travain: “Nella ricorrenza del ballo fatale di 511 anni or sono, siamo ad auspicare che Udine si faccia testimone propulsiva di ogni affetto utilmente anelante a durevolezza!”.

Se in dutis lis robis tu gjavis l’afiet no sta plui sù une cjase ni une citât ni il lavôr dai cjamps nol va plui indevant”. Un eccelso passo di Cicerone, in versione friulana, a introdurre il testo di una popolare intitolazione di Piazza Venerio, a Udine, alla divinità dell’Amor molteplice ovvero di tutti gli affetti che Umanità contempli, luogo reale del mitico ballo in cui gli storiciRomeo” e “Giulietta”, al secolo Luigi da Porto e Lucina Savorgnan del Monte, incrociarono le proprie esistenze nella serata del 26 febbraio 1511: “Int di Udin, citât chê vere di Romeu e Juliete, cueste de cjasade di Savorgnan, cheste place ca le consacre al diu Amôr in dutis lis sôs manifestazions, prin motôr, cole e benedizion dal mont, cjalant il puest li che si àn incrosât chei doi zovins che Shakespeare ju à fats sempiternis e avodant la vile a formâ simpri scune, ricet e bastion dai afiets dal Om fûr di tiranie…”. Targa appesa all’ex chiesa di San Francesco e commentata da un appassionato e pregnante discorso del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain: “…La Storia suggerisce a Udine una missione, come già accaduto per altre piccole città, pur gloriose, ma non centrali sulla scena globale: si ricordi Salisburgo, ad esempio, per la musica o, ancor meglio, Nazareth oppure Betlemme, per la religione. E la missione è quella di testimoniare – pare una banalità ma non lo è – la necessità davvero strutturale degli affetti nel mondo: ne parlava certo il grande Cicerone se non volessimo scomodare il Cristo. Udine culla, fucina, ricetto, baluardo formidabile degli affetti e immancabilmente della loro ambizione all’eternità, punto dolente dei tempi odierni: ‘Il gno spirt ator ti svole / Jo e la stele o sin cun te” assicura il giovane dall’Oltretomba alla sua bella rimasta tra i vivi, in uno degli inni più amati del Friuli. È la sfida titanica di una Friulanità veramente mai doma, dal cuore tanto grande e possente da sfondare, come il suo Signore storico celeste, addirittura le porte degli Inferi. Si fa presto a parlare e straparlare di amore ovvero di affetti in generale, materia ridotta a stereotipo e banalità. La civiltà friulana, quella più gloriosa, fonda la sua gloria sulla tenacia della lealtà, primo cardine della fiducia e della perseveranza su cui si basa tutto ciò che ‘al condure’, che resiste al tempo e alle vicissitudini. Madre Aquileia ci ha insegnato ad essere irriducibili, una lezione di dignità rinnovata nei secoli da generazioni anche nella quotidianità più umile. Esempio riecheggiato anche dalle gesta dei nostri terribili Savorgnan, ‘tirans e erois dal popul furlan’ come li abbiamo definiti, di cui ora si celebrano gli undici secoli, e che hanno donato a questa regione esperienze estreme di passione di ogni sorta: persino il mito di Romeo e Giulietta, nato dal ventre delle discordie di cui essi furono protagonisti nella storia friulana del Rinascimento, a cavallo di mille frontiere. Certo: ‘int di passion’, nel bene e nel male. Non figure grige. E all’amore immortale ma contrastato tra due rampolli di rami opposti della casata sullo sfondo di lotte civili e di grandi conflitti internazionali, piace associare la bella e rara figura affettiva di un seguace vicentino del tribuno popolare Antonio Savorgnan, unico rimasto fedele al suo fianco avendo giurato di condividerne la sorte sino all’ultimo, quando fu trafitto, a Villaco, da spade vendicatrici della nemica nobiltà friulana. Dunque, affetti e fedeltà oltre la logica ed il tornaconto, consacrati davvero all’eternità e al sublime. Sentimenti tenaci come proprio a tenacia rimandano l’antico blasone popolare ed i motti leonini di Udine e Friuli, sintetizzati dalla polisemantica parola ‘fides’!”. Dopo l’applaudita orazione tenuta dal presidente sociale prof. Travain, ha preso la parola la vicaria delle due organizzazioni, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, figura eminentissima della società civile e culturale udinese, per ringraziare sentitamente, a nome di tutto il corpo sociale, il leader civista in ordine alla significativa pregnanza dei contenuti propositi e di quei richiami al principio di lealtà e solidità di sentimenti che deve restare stella polare della Friulanità anche nel futuro prossimo. È intervenuta, poi, la giornalista Laura Zanelli, promotrice storica del recupero e della riproposizione della matrice friulana della vicenda dei due celebri amanti, la quale, nello specifico, ha voluto richiamare importanti e suggestive scoperte sull’argomento fatte dallo storico romano-udinese Alfredo Barbagallo, quali il matrimonio segreto dei due, presso la chiesa udinese di San Francesco, e le connessioni tra i personaggi della vicenda e la peculiare tradizione locale di San Valentino. La stessa giornalista ha ricordato di aver intitolato, insieme allo studioso in parola, la cosiddetta “Porta del Segreto”, riferita appunto agli sponsali storici, moderno accesso all’antica struttura conventuale francescana, dietro cui la consigliera fogolarista sig.ra Rosa Masiero ha segnalato davvero la presenza di un ingresso murato. Il prof. Travain ha soggiunto che “bisognerà chiedere al Sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini, sicuramente interessato all’argomento, di adoperarsi affinché i Civici Musei locali ripropongano a cittadini e turisti l’oggetto recante le iniziali LS, rinvenuto in Piazza Venerio al tempo dei lavori per la realizzazione del parcheggio sotterraneo correlata ai Mondiali di Calcio del 1990, iniziali suggestivamente corrispondenti a quelle di Lucina Savorgnan, la ‘Giulietta’ originale, che proprio 511 anni or sono, come stasera, secondo il calendario, avrebbe incontrato il suo amore al ballo da debuttante nel palazzo di famiglia, alla vigilia dei feroci moti popolari che sconvolsero il Friuli il giorno dopo, Giovedì Grasso 1511. Un oggetto quello, forse, da conservarsi gelosamente addirittura in municipio, sotto diretta responsabilità del Sindaco, e da esibirsi il 26 febbraio di ogni anno, a ricordo proprio di quel ballo udinese galeotto che così gran seguito avrebbe avuto nella letteratura e nel mito mondiali”. “Sinceramente – ha soggiunto il professore, concedendosi ad una piacevole nota autobiografica – anche i miei compianti genitori, come tanti altri, si sono incontrati ad un ballo cittadino, sogno romantico e certo antichissimo, persino rimontante al Patrono Ermacora e al Beato Bertrando, per cui questi fatti così poetici, leggendari e letterari, sempre rinfocolano un’emozione da trasmettersi alle generazioni future come ‘modus’ rituale, aggraziato e benvenuto, di accostamento tra anime gemelle. Anche su questo il Comune di Udine farebbe bene a valutare un proprio ruolo, funzione socioculturale alta, volta ad includere ogni pluralità odierna!”. Intervenuta anche l’assessora comunale all’Istruzione, prof.ssa Elisabetta Marioni, salutata dal corpo fogolarista come sua apprezzata sodale onoraria, la quale ha ripreso e sviluppato il tema della necessità della promozione sociale di affetti poggianti su vincolo di lealtà e non su prospettive di disimpegno e precarietà sentimentali e morali. Al termine della cerimonia, brindisi e canto dell’“Oh, ce biel cjiscjel a Udin” sulle note della “Marseillaise”, adattamento “rivoluzionario” del celebre inno cittadino locale, e del “Lied” libertario tedesco “Die Gedanken sind frei!” in versione friulana, a ricordare lo “Spiritus Rebellis” che fu certo motto dei Savorgnan e carattere storico dei fogolaristi della Udine attuale, auspicato cuore sempre rinnovato del miglior civismo dei popoli tra Alpi e Adriatico. Presente all’occasione sociale, qualificata rappresentanza movimentista: oltre ai nomi citati, sono intervenuti, infatti, le caposezione udinesi sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti, oltre ai consiglieri maestra Manuela Bondio, sig.ra Anna Rosa Caeran, sig.ra Paola Della Vecchia e l’educatore Eugenio Pidutti.

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