EuroAquileienses 27.02.2022/II (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 27 February 2022

DAL POZZO UDINESE DI SAN GIOVANNI ALLA PLACE DE LA BASTILLE DI PARIGI

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno rinnovato le annuali rimembranze della rivolta della “Joibe Grasse” friulana del 1511, prima grande insurrezione popolare in Europa contro l’Antico Regime, abbattuto poi dalla Rivoluzione francese. Deposta una targa commemorativa e spiegato un ventennio di bandiere sociali fogolariste, tra cui un vessillo giallo-azzurro del Friuli in tutto simile alla bandiera dell’Ucraina, espressione di solidarietà nei confronti del Paese “tirannicamente ora invaso dalla Russia”.

La storie civiche europeane moderne si sierà a Paris cul ‘Assalt de Bastilie’ cetant nomenât dal popul francês ai 14 di Lui 1789. …E jere tacade juste achì, a Udin, al Poç di S.t Zuan, cul grant ribaton popolâr furlan de ‘Crudêl Joibe Grasse’ ai 27 di Fevrâr 1511… Noaltris, bogns citadins, o tignìn a ments simpri chest puest e chel fat di storie: dal 2001!”. E dopo il testo in friulano, la versione inglese: “The modern european civic history ended in Paris with the famous French people’sStorming of the Bastille’ on 14 July 1789. …It had started here, in Udine, at St. John’s Well, with the FriulianCruel Carnival’ great popular revolt on 27 February 1511… We as good citizens always remember this place and that historical fact: since 2001!”. Questo il testo della targa deposta domenica 27 febbraio 2022, a Udine, presso il Pozzo di San Giovanni, nella piazzetta affacciata a Via Stringher, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain. Insomma, tutto chiaro? Chiaro forse sì, ma non diffusamente noto: “La storia civica europea moderna, ossia il duro cammino della cittadinanza verso affrancazione da gioghi tirannici tra Rinascimento ed Età dei Lumi, approdata alla Presa della Bastiglia, preludio all’Evo contemporaneo ed al tracollo dell’“Ancien Régime”, essa era iniziata con la notizia di un grande moto popolare in Friuli, che si era accanito contro decine e decine di castelli e palazzi nobiliari della regione, traducendo in realtà un sinistro rito dell’antico Carnevale veneziano che prevedeva, a Palazzo Ducale, l’abbattimento, al Giovedì Grasso, di dodici sagome di fortilizi della prepotente feudalità friulana. Tra ‘Place de la Bastille’ a Parigi, luogo in cui sorgeva la demolita fortezza dell’assolutismo settecentesco, e questo pozzo udinese, che vide l’inizio della ‘Joibe Grasse’ friulana del 1511, oltre – direi – alla vicina Piazza Venti Settembre, sedime del primo palazzo feudale distrutto dalla plebe in armi, corre un filo rosso che bisognerebbe riconoscere adeguatamente, considerare e valorizzare. Se il Medioevo è l’età feudale per eccellenza, l’Evo moderno ne segna il lento decadimento e quello contemporaneo il crollo o la metamorfosi sotto altre forme, la più grande rivolta antifeudale d’Italia nel Rinascimento, datata 1511, quindi la prima significativa del Continente all’uscita dall’epoca medievale, non può non suggerire una simmetria con l’evento simbolico inaugurale della Rivoluzione francese, costituendo, infatti, ‘Crudel Zobia Grassa’ e Presa della Bastiglia sorta di Alfa ed Omega del moderno sussulto del popolo contro lo stato di privilegio e di tirannia!”. Così il leader di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, per la ventiduesima volta presso la vera quattrocentesca – non originale – dello storico pozzo che vide i primi scontri di piazza di quel terribile Carnevale di sangue. “Non siamo qui certo a celebrare la violenza e ad oltraggiare le vittime della stessa e la loro memoria. La ricorrenza della Presa della Bastiglia in Francia è festa nazionale, non inumana celebrazione del sangue versato dalla Rivoluzione. Lo stesso sia per la ‘Joibe Grasse’ da noi, in Friuli! In questi decenni, siamo riusciti, noi del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl a far diventare questo luogo anonimo, dimenticato dalla cultura e dalla politica, un sito, al contrario, significativo; una meta civica e scolastica; luogo d’incontro e di riflessione per cittadini e amministratori, docenti e studenti. Cosa non da poco e che la dice lunga sulla capacità di un piccolo cenacolo socioculturale d’influire sul contesto in cui opera. Resta ancora moltissimo da fare. Cadute nel vuoto le belle proposte dell’ing. Aldevis Tibaldi, del Comitato per la Vita del Friuli Rurale, e del passato assessore comunale dott. Enrico Pizza, relative all’intitolazione della piazzetta del pozzo o alla collocazione di una targa in memoria della grande rivolta. Se in Comune vi è la sensibilità adatta, la cosa parrebbe un automatismo. Noi perseveriamo con la nostra privata buona volontà di ripetere ogni anno il gesto ed il segno di una memoria civica spontanea, libera da vincoli e da logiche terze che non siano quelle del richiamo ad un monito contro la tirannide sempre in agguato, sempre multiforme, sempre metamorfica, cangiante e sempiterna!”. Ha parlato in friulano il prof. Travain, secondo suo antico costume pubblico, rivolgendosi a qualificata rappresentanza dell’attivismo civista udinese. Presente la vicaria di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof.ssa Renata Capria D’Aronco; le caposezione fogolariste sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti; i consiglieri movimentali maestra Manuela Bondio, sig.ra Rosa Masiero, sig. Eugenio Pidutti e sig.ra Laura Zanelli, oltre agli storici collaboratori sig.ra Elisabetta Mingolo e sig. Daniele Pagnutti, in una fantasmagoria di bandiere evocanti un ventennio ufficiale di fogolarismo civista ed eurolocalista facente capo alla città di Udine: tra queste anche uno storico vessillo giallo-azzurro friulano, in tutto simile a quello dell’Ucraina, testimonianza di solidarietà alla nazione europea “tirannicamente ora invasa dalla Russia”. Un luogo adatto per dirlo? Il pozzo udinese di San Giovanni, sacro alle memorie di ribellione ad ogni tirannia nel crocevia fisico ed antropologico del Vecchio Continente.

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