EuroAquileienses 27.12.2021/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 27 Dicembar 2021

TRAVAIN CON GLI UMILI EROI DI UN FRIULI CHE NON SI ARRENDE AI RICATTI DEL GOVERNO ITALIANO

Il professore, noto presidente degli irriducibili sodalizi civisti friulani del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl, si è fatto sospendere dal lavoro per protesta contro il Governo che ha scelto di combattere la pandemia dividendo e discriminando la cittadinanza: “Non tutti i friulani rispondono ‘comandi’!”.

Inutile dire che, a dare l’esempio, tra i tanti insegnanti di un Friuli di nuovo non più abituato a dire “comandi” che sprezzantemente hanno preferito farsi sospendere dal lavoro per non arrendersi alle imposizioni di un Governo e di uno Stato italiani mostratisi incapaci di contrastare coerentemente la pandemia Covid con disposizioni non divisive e discriminatorie, non poteva mancare certo il prof. Alberto Travain, noto presidente dei combattivi Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”. Con una lettera perentoria, datata “Udine, 14 dicembre 2021” ed avente ad oggetto “ricusa dimostrativa di sottomissione ad obbligo vaccinale su ricatto economico”, il battagliero docente ha, così, annunciato al suo Dirigente scolastico “che, a partire da domani, avviandosi le procedure volte a imporre l’obbligo vaccinale al personale scolastico di tutta Italia”, il medesimo insegnante, “da buon friulano d’antico nerbo, rifiuta, a titolo dimostrativo, di sottomettersi entro fine anno ad un’imposizione che considera parziale, discriminatoria oltreché intempestiva, quindi irragionevole in termini di coerenza strategica volta a contrastare pandemia letale. Per queste ragioni, alle quali si aggiunge la tanto forzata quanto vergognosa beneficenza cui lo Stato italiano condanna i suoi docenti precari, chissà se almeno retribuiti a Natale dopo un’assunzione per lunghi mesi senza copertura, il sottoscritto da domani, 15 dicembre 2021, risulterà assente dal lavoro niente affatto ingiustificato, ricusando di presentare, a questo punto, come fatto sinora a proprie spese, qualunque certificazione attestante concorso a prevenzioni sanitarie mostratesi ad oggi inadeguate. Recapito attivo dello scrivente resterà quello domiciliare a fini postali. Di fronte a una pandemia combattuta dividendo il popolo, riconoscendo ambiguamente a questo libertà di scelta prontamente poi stigmatizzate come carenza di senso civico e promuovendo campagne vaccinali fondate, in pratica, su ricatto economico ed occupazionale, non può non essere diritto fondante di un buon cittadino quello di esprimere, sino a che possibile, il proprio dissenso nelle più civili forme pacifiche. Ricordi lo Stato che Lei rappresenta, il quale, inglorioso, potrà pur condurre, soprattutto quanti tra noi non paga con la dovuta regolarità, a vaccinazioni coercitive mosse non da motivi di ravvedimento bensì da ragioni di sostentamento, che noi siamo stati, per molti mesi, veramente cittadini eroici: umili e tenaci difensori di libertà civiche tutt’altro che riconducibili ad irresponsabilità sociale; generosa e valorosa gente, sprezzante delle difficoltà, delle discriminazioni e delle censure cui le Istituzioni di questa Repubblica paiono averla purtroppo abbandonata. ‘Viva il coragiu, el dolòur / e la nothentha dei puarèth!’ (Viva il coraggio, il dolore e l’innocenza dei poveri!): in un limpido friulano di frontiera, così ai suoi carnefici si rivolge il giovanissimo partigiano protagonista della potente lirica ‘El testament Coràn’ dell’indimenticato nostro Pasolini. Se sarò, se saremo costretti, prima o poi, ad arrenderci per sopravvivere economicamente, questo Stato sappia che non rinunceremo ai nostri ideali e che ci dovrà, anzi, l’onore delle armi e la corona civica per aver tentato di salvare noi e la Patria tutta da inaspettato e incredibile giogo. Contro la forza ragion non vale… A Lei, Dirigente, il diritto di procedere come riterrà debito e opportuno”. 

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