FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 28 February 2021
VENT’ANNI DI CIVISMO FRIULANO E TRANSFRONTALIERO PRESSO IL POZZO UDINESE DI SAN GIOVANNI
Nel 510° anniversario della rivolta popolare friulana del Giovedì Grasso 1511, Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno celebrato, a Udine, il ventennale delle commemorazioni sociali del fatto presso lo storico pozzo locale che vide gli esordi di quella che fu la prima grande sollevazione civica dell’Europa moderna. Il presidente dei due sodalizi, prof. Travain: “Luogo poliedricamente significativo, sottratto ad oblio e banalizzazione e recuperato alla cultura civile!”.
“Vincj agns indaûr, ai 27 di Fevrâr 2001, une man di citadins seguaçs dal moviment civic e universitari ‘Academie dal Friûl’ batiât po di ‘Fogolâr Civic’, sot direzion dal tribun culturâl udinês dot. Alberto Travain, e pastanave chest antîc Poç di Sant Zuan, che al viodè lis partencis dal grant ribalton di popul furlan de Joibe Grasse 1511 (27 di Fevrâr), prin slargjât alçament sociâl european de Modernitât, par lûc ideâl di ricuart e di resonament sul bati lis tiraniis di ogni ete e ogni bande, capitel secolâr di memorie di mobilizazion che e à fat incuintrâ ve culì fradaiis, sorestants, int e scuelis, cun chê di memoreâ e stramandâ il sium locâl e universâl di un mont miôr tirât sù di dabàs. / Vent’anni or sono, il 27 febbraio 2001, un manipolo di cittadini aderenti al movimento civico e universitario ‘Academie dal Friûl’ poi ribattezzato ‘Fogolâr Civic’, sotto la guida del tribuno culturale udinese dott. Alberto Travain, costituiva questo antico Pozzo di San Giovanni, che vide gli esordi della grande rivolta popolare friulana del Giovedì Grasso 1511 (27 febbraio), primo esteso moto sociale europeo dell’Età Moderna, quale luogo ideale di rimembranza e di riflessione intorno alla lotta alle tirannie di ogni epoca e contrada, altare laico di una memoria di mobilitazione che ha fatto incontrare qui associazioni, amministratori, popolo e scuole, affinché si ricordi e tramandi il sogno locale e universale di un mondo migliore costruito dal basso”. Questo il testo della piccola targa deposta a Udine, il 27 febbraio 2021, dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, presso lo storico pozzo cittadino che, come ha detto il prof. Alberto Travain, presidente dei due sodalizi, “510 anni or sono vide scoppiare la prima grande rivolta popolare europea moderna”. Targa deposta in mezzo a una raggiera di venti rose bianche e rose alternate, a ricordo delle fazioni che si scontrarono in quella remota guerra civile tra patrizi e plebei del Friuli nonché del ventennio di iniziative di cultura civica promosse attorno a quell’antica vera dalle due sigle del civismo identitario locale e transfrontaliero euroregionale: “Abbiamo eletto, vent’anni fa, questo luogo come richiamo ad un fatto storico che costituisce ideale monito per le classi dirigenti insensibili ai disagi della gente comune, in Friuli e nel mondo. Questo pozzo, altrimenti condannato ad ingiusto anonimato, per vent’anni s’è visto coperto di nastri e di fiori, richiamanti il passante, il cittadino sbadato, il turista, il malintenzionato, attorno a qualcosa di davvero insolito nella sua casereccia spontaneità. Quei fiori e quei nastri, a ricordare i combattenti, quelli veri, contro le vere tirannie che affliggono la storia umana – ha detto Travain, con sottintesa vena polemica nei riguardi di certe manifestazioni libertarie contro le restrizioni imposte dalla lotta alla pandemia corrente –, sono documento di civica tenacia nel contribuire ‘dal basso’ alla crescita culturale e morale della società. Una tenacia che ha sfidato ignavia, irrisione, critica, censura, ma anche mietuto soddisfazioni e registrato ampie mobilitazioni, in particolare in ambito scolastico, che hanno visto questo pozzo farsi tappa significativa del ‘Carnevale Civico Studentesco’ ideato da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, a rinnovo giocoso delle tradizioni di sovranità popolare dell’antica Europa aquileiese. Indimenticabile la trasformazione ideale del manufatto nella ‘Pietra del Principe’ di Carantania o Carinzia, capitello romano mutato nel trono di un popolo di pastori origine e fine del potere dei suoi capi, singolare vicenda di democrazia che ispirò persino i padri degli Stati Uniti d’America! Un luogo, insomma, per ricordare e per celebrare il cittadino che non accetta prevaricazioni: dalle rimembranze della cinquecentesca rivolta friulana ‘del Giovedì Grasso’ e di quella slovena settecentesca ‘dei Tolminotti’ sino all’odierna ‘Giornata Friulana di Mobilitazione contro la Precarietà’. Sorta di ideale ‘Rubicone udinese’ eppure anche luogo per riconciliare gli opposti, superare le divisioni che impediscono convergenze e coesioni private e pubbliche, con un suggestivo rimando alla vicenda dell’origine locale degli shakespeariani Romeo e Giulietta! Un luogo, insomma, poliedricamente significativo, sottratto ad oblio e banalizzazione e recuperato alla cultura civile!”. Nella delegazione fogolarista, intervenuta con bandiere al vento, oltre alla segretaria sociale, sig.ra Iolanda Deana, presenti i sodali sig.ra Anna Rosa Caeran, sig. Giuseppe Capoluongo, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Rosalba Meneghini, sig.ra Luigina Pinzano, dott.ssa Maria Luisa Ranzato, sig.ra Paola Taglialegne. Rappresentati anche l’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine”, il Club per l’Unesco di Udine, la Confraternita del Santissimo Crocifisso di Udine, il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e il Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo.