EuroAquileienses 28.12.2021/II (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 28 December 2021

UNO STATO CHE PAGA A DICEMBRE I SUOI DOCENTI PRECARI PUÒ ANDARE A NASCONDERSI!”

Furente il prof. Travain, presidente del movimento civista friulano “Fogolâr Civic” e del circolo universitario “Academie dal Friûl”, di fronte ai casi di supplenti statali defraudati per mesi dello stipendio: “Ritardare le paghe per un intero trimestre non significa altro che rubare soldi, opportunità e dignità ai lavoratori! Vergogna! Settore scuola alla Regione o dedizione all’Austria?”

Il 28 dicembre 2021, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, sodalizi mossi da forti idealità civiste, ha indirizzato, presso rispettivi recapiti, una ad un tempo amara e beffarda lettera ai Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera; a Senatori e Deputati; a Presidente del Consiglio, Ministro dell’Istruzione, Ministro dell’Economia e delle Finanze; ai Presidenti della Giunta e del Consiglio regionali nonché ai Consiglieri del Friuli Venezia Giulia; ai Rappresentanti delle forze politiche e delle organizzazioni sindacali; per conoscenza a Prefetto e Sindaco di Udine. “Oggetto: un sorso od un boccone di traverso”. E eccone il laconico ma incisivo testo: “Autorità, quale qualifica merita uno Stato come quello italiano che paga a dicembre i suoi insegnanti precari? Aspettando di trovare adeguata risposta al lacerante quesito, chi scrive coglie l’occasione senz’altro per formulare a tutti i responsabili diretti e indiretti di questa situazione il più fervente augurio che durante le festività correnti… qualche sorso oppure qualche boccone possa andare di traverso, forse persuasivo richiamo del fato alla concretezza del disagio creato a tante famiglie. Saprebbero le nostre Regioni fare di meglio? Il Friuli Venezia Giulia probabilmente sì! Con friulani schiettezza e notorio senso delle Istituzioni, prof. Alberto Travain presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ e del Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’”. Il tono faceto non nasconde la serietà del dramma di un’Istituzione statuale mostratasi, anche attraverso questa paradossale situazione, per nulla credibile come interlocutore e garante alto di basilari principi di rispetto del lavoratore e del cittadino. “Come vivono per tre mesi i precari senza stipendio? È pensabile per loro progettare di formare una famiglia? A chi vanno gli interessi sottratti loro da un pagamento tanto ritardato? Non è forse meglio rimanere disoccupati e ritirare l’assegno di disoccupazione piuttosto che firmare un contratto con uno Stato che sembra assumere senza copertura? È questa, forse, istigazione alla violenza, visto che le vie pacifiche non paiono condurre a soluzioni utili? Uno Stato che non sa o non vuole garantire ai suoi cittadini e ai suoi dipendenti strumenti pacifici per far valere le proprie ragioni senza rimetterci ulteriormente sul piano economico non è uno Stato e non è una Patria, ma una tirannide senza dignità, mirante di fatto incredibilmente alla rovina di individui e famiglie. Devono ricorrere, forse, alle banche oppure agli strozzini, quei beati precari per ottenere un sostentamento mentre lavorano per lo Stato?”. Questi i seri quesiti, i dubbi, le riflessioni del prof. Travain a margine della missiva inviata a detto ampio ventaglio di autorità: “Mai abusare della pazienza degli umili! Ritardare le paghe per un trimestre non significa altro che rubare soldi, opportunità e dignità ai lavoratori! Questo vale e deve valere per i lavoratori privati e ovviamente anche per quelli pubblici! Si vuole istigare, forse, alla violenza della disperazione per instaurare un regime repressivo che favorisca ulteriormente i soliti potenti? Sinceramente mai noi friulani avremmo pensato che lo Stato che occupa le nostre terre dal 1866 arrivasse al punto di non pagare regolarmente le mensilità dei propri dipendenti. La nostra Regione saprebbe fare diversamente, con le sue severe tradizioni asburgiche? Saprebbe, forse, essere più seria? È naturale chiederselo ed auspicarlo. Se lo Stato italiano non è in grado di fare, non è in grado di muoversi seriamente anche in questa materia, ceda il campo, allora, a chi potrebbe far di meglio! O, per avere scuole in cui tutti gli insegnanti siano debitamente pagati in questo nostro Friuli Venezia Giulia dobbiamo proprio fare atto di dedizione all’Austria, come già Trieste nel 1382? Pare di sentire quasi unanime una voce sussurrante “Magari!”, levarsi sommessa ma distinta dai monti alle lagune…”.

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