EuroAquileienses 29.06.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 29 Jugn 2022

VENT’ANNI OR SONO, LA “MAGNA CARTA” DEL FOGOLARISMO METROPOLITANO

Solenne lettura, a Udine, presso la storica chiesa del Castello, della “Costituzion” del Fogolâr Civic, che per quattro lustri ha orientato in Friuli il movimento culturale civista guidato dal prof. Travain: “Avanguardia di civica rivoluzione delle coscienze e dei comportamenti, intaccante anche le logiche dei tiranni locali da strapaese!”.

Cos’è questo Fogolâr Civic di cui da vent’anni si sente parlare a Udine, in Friuli ma anche a livello internazionale? Lo dice un atto, nero su bianco: la sua pregnante Costituzione morale, base fondante del movimento, firmata a Udine, vent’anni or sono, di fronte all’altare dell’antica pieve di Santa Maria in Castello, cuore della Friulanità ma anche senz’altro – oggi si direbbe – di un’‘euroregione’ alpino-adriatica che, nel Medioevo, vide lì riuniti, contro l’usura e lo sfruttamento della povera gente, tutti i maggiori suoi capi religiosi tra le odierne Svizzera e Croazia, radunati sotto la presidenza dell’intransigente Patriarca Bertrando. Il 29 giugno 2002, infatti, presso questa chiesa, ora chiusa per restauro, si misero le basi di una mobilitazione, alquanto eccezionale nel panorama friulano, volta non a promuovere un friulanismo vuoto, retorico, stantio, dogmatico, conservatore ovvero retrogrado, bensì ad innestarne un’edificante sintesi in una trasognata ma lungimirante prospettiva civista, ‘eurolocal-socialista’, procedente dall’originaria realtà di Udine e del Friuli, intesi come nucleo, non come confine, di un esperimento socioculturale di rifondazione comunitaria”. Così il prof. Alberto Travain, fondatore e presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, mercoledì 29 giugno 2022, alla Scala di San Rocco, uscita laterale della restauranda cappella castrense mariana udinese. Di fronte a qualificata delegazione sociale, il tribuno civista udinese ha riletto e commentato il testo originale, in lingua friulana, della suddetta Costituzione, riflettendo, insieme ai consoci, sulla pregnanza e l’attualità dei contenuti esposti: “È chiaro che tanti politicanti da strapaese hanno preferito bollare l’esteriorità delle nostre cerimonie commemorative, ricche di segni, distintivi, bandiere, come mero folclore. Un modo, questo, per degradare, disinnescare, per scongiurare una, per loro, pericolosa avanguardia di positiva rivoluzione delle coscienze e dei comportamenti del Cittadino locale, minante i precari e anche loschi equilibri garanti di una classe dirigente votata, di fatto, a sottrarre al popolo sovrano ogni utile spazio di libera espressione ed esercizio diretto della democrazia!” ha soggiunto il leader fogolarista. “Vero è che il Fogolâr Civic è stato, in questi decenni, oggetto di limpida dedizione da parte di un’eletta schiera di probi cittadini coscienti e motivati ad agire conseguentemente. È stato, però, anche un ‘taxi’ – come si usa dire – che tanti hanno creduto di utilizzare per scopi personali, creando incomprensioni, dissapori, rotture, che non hanno mai, però, sortito l’effetto di veder implodere il movimento, saldamente retto dal suo promotore ed ‘invitto atlante’ ossia il sottoscritto” ha ricordato con orgoglio il prof. Travain: “Ho sempre cercato di essere coerente con gli impegni assunti attraverso la presente Costituzione e sono anche stato in genere magnanimo con i tanti Giuda incontrati sul cammino: non mi si chieda oltre. Fare autocritica? Solo nostalgia per le speranze illuse ed in seguito sfumate. È una storia pregna del sangue dell’anima questa del nostro Fogolâr Civic. Quanta sofferenza, quante delusioni, eppure la tenacia di chi ricorda che si può vincere contro l’impossibile, anzi che si deve prevalere, trionfare, perseverare, anche solamente per non darla vinta a chi spererebbe di vederci a terra. Non mi sono mai arreso né intendo farlo, cogliendo dagli esempi dell’amata Storia la migliore linfa per non cedere!”. Intervenute anche le caposezione fogolariste udinesi sig.ra Paola Brochetta (quintiere di Gemona), sig.ra Anna Rosa Caeran (quintiere di Mercatonuovo), sig.ra Marisa Celotti (quintiere di Aquileia) e prof.ssa Renata D’Aronco (quintiere di Grazzano), oltre a rappresentanza di consiglieri e sodali formata dal sig. Giuseppe Capoluogo, dalla sig.ra Renata Marcuzzi, dall’universitario Daniele Lizzi e dalla giornalista Laura Zanelli. Particolari indirizzi di saluto sono pervenuti dai soci dott.ssa Marisanta de Carvalho de Moraes, prof. Pietro Enrico di Prampero e prof.ssa Elisabetta Marioni. Al termine della cerimonia, brindisi alla Casa della Contadinanza, con convivio sociale durante il quale è stata data lettura del rinnovato invito, da parte del vicario urbano mons, Luciano Nobile a partecipare con le insegne sociali alle solennità dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato il 12 luglio prossimo venturo, invito sempre apprezzato, cui si è deciso di corrispondere con usuale decoro.

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