Fall Regeni: “Abtrünniges Italien!”

FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 26 Mai 2020

CASO REGENI: CIVISMO FRIULANO CONTRO ITALIA “RINNEGATA”

A quattro anni e quattro mesi dalla tragedia del giovane ricercatore di Fiumicello massacrato in Egitto nel 2016, il Fogolâr Civic di Udine si scaglia contro le Istituzioni della Repubblica Italiana, giudicate renitenti alla chiamata patriottica di una seria reprimenda nei confronti del Paese dei Faraoni al fine di ottenere verità e giustizia, mentre invece si autorizza l’export di armi e di mezzi repressivi verso quello Stato.

Rinnegati! Rinnegate quelle Istituzioni, rinnegato quello Stato, che, secondo la professoressa Elisabetta Brighi dell’Università di Westminster, ascoltata ora dalla Commissione parlamentare italiana d’inchiesta incaricata di far luce sullo scempio in Egitto del giovane ricercatore universitario friulano Giulio Regeni da Fiumicello, avrebbero sinora sostanzialmente evitato, a tutela di specifici interessi economici e strategici, di mobilitare gli utili strumenti di persuasione in loro possesso nei confronti del governo del Cairo, al fine di ottenere verità e giustizia. Rinnegato quello Stato che, come risulta dai documenti e da più parti si denuncia, persevera nell’autorizzare le industrie italiane a vendere armi e strumentazioni di repressione al Paese nilotico, in cima alla lista dei clienti del Bel Paese in quel dato settore! Questo innanzitutto verrebbe da pensare e da dire, purtroppo, di fronte agli attuali riscontri!”. Interdetto da simili notizie, il 25 maggio 2020, rinnovando il mensile presidio civico alla colonna udinese della Giustizia nel ricordo del sequestro Regeni avvenuto il 25 gennaio 2016, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, rappresentante di varie associazioni tra cui il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, oltreché cancelliere dell’Arengo cittadino di Udine, prof. Alberto Travain, ha commentato duramente la vergognosa situazione di stallo in cui versa da quattro anni e quattro mesi la gestione politica del caso del probo studioso friulano. Travain, in “marilenghe” locale, ha definito come “la solite furbade taliane” la mobilitazione della terza carica dello Stato, il Presidente della Camera dei Deputati, on. Fico, e anche la stessa creazione di una Commissione parlamentare ad hoc: “Lasciano fare a Fico, che non può fare oltre un certo segno, ciò che loro, che possono, non fanno! Un gioco delle parti! Questa è l’impressione! Spiace davvero! Che fa Palazzo Chigi? Che fa la Farnesina? Che fa il Quirinale? La scusa ora dell’emergenza sanitaria ed economica derivata dal Covid19 non cancellerà l’inefficacia dimostrata in quattro anni e quattro mesi dalle più alte Istituzioni italiane e pressoché dalla totalità del mondo politico del Paese sulla questione Regeni. Ciò che amareggia è inoltre il cinismo di non pochi cittadini pronti ad avallare il comportamento eccessivamente diplomatico od opportunistico di autorità che mai si sono mosse con la dovuta forza contro la barbarie egizia. Gli italiani di oggi non sono certo i Romani antichi, ma evidentemente una loro parodia. Anticamente, in un’Antichità forse anche un po’ mitica, un’offesa all’onore romano mai sarebbe stata perdonata. Italiani in vendita, invece, purtroppo: quindi, senza onore! E poi, si pretende rispetto dal resto d’Europa e del mondo! Quanto dispiace dover pensare e dire cose simili! Quanto sarebbe bello l’incontrario! Quanto avremmo bisogno davvero di amor di patria, che significa amore per la propria gente, difesa vindice della sua dignità, ma anche denuncia correttiva delle sue mediocrità!”.

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