Friaulische Erinnerung des kroatischen Helden “Matthias” Gubec

FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 16 Februar 2020

UDINE “NUOVA AQUILEIA” RICORDA UN EROE DELLE “SUE” GENTI SLAVE

Presso un Crocifisso di Battista da Zagabria, il Fogolâr Civic ha commemorato, nell’ultima capitale del vecchio patriarcato internazionale aquileiese, uno dei massimi campioni della storia popolare croata e slovena: “Mattia” Gubec.

Il 15 febbraio 1573, il giovane capo dei rivoltosi croati e sloveni contro la prepotenza dei nobili del tempo, Ambrogio Gubec, ribattezzato Mattia, come a dire “il Grande” da quelle parti, venne crudelmente giustiziato in Piazza San Marco a Zagabria, incoronato per scherno “re dei contadini” con una corona ferrea incandescente. A quelle sofferenze e a quei sogni infranti di giustizia e riscatto popolari, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” di Udine ha dedicato anche quest’anno un fraterno e deferente omaggio, in nome di un’ideale “responsabilità” culturale laica di quella che fu l’ultima capitale dell’antico patriarcato aquileiese, comunità internazionale storica per lunghi secoli facente capo alla metropoli del Friuli. Sabato 15 febbraio 2020, il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic e referente di tanta iniziativa civista locale, ha, così, collocato, presso il Crocifisso di Battista da Zagabria, nel borgo udinese di San Lazzaro, una piccola dedica commemorativa del tribuno slavo, in lingua friulana. Presente piccola delegazione fogolarista, guidata dalla segretaria sociale sig.ra Iolanda Deana, con le sodali maestra Manuela Bondio, sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Milvia Cuttini. Rappresentati anche il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, oltreché l’istituzione popolare locale dell’Arengo, la cui presidente, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, ha inviato un messaggio di condivisione. “Essere udinesi oggi dovrebbe anche voler dire riassumere e sviluppare coscientemente e autorevolmente quell’equidistante visione internazionale mitteleuropea che il capoluogo friulano avrebbe potuto ereditare dalla massima istituzione ivi insediata storicamente! Non è facile trasformare un’odierna banale realtà di provincia nel sogno di gloria, di civiltà e umanità, cui un grande passato la richiama! Quanto questi semplici gesti, privi di adeguato supporto da parte dei piccoli grandi media locali, possano davvero costituire efficace esempio ed utile stimolo in tale prospettiva è inutile dire. Eppure, tradizionalmente, udinesi e friulani sono caparbi. Non molleremo e questo varrà come testimonianza infallibile della sincerità e della nobiltà delle nostre generose intenzioni!”: così, il prof. Travain, a chiusura del momento di rimembranza.

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