Friulian flag at half mast

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FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 5 June 2018

IL 6 GIUGNO BANDIERA FRIULANA A MEZZ’ASTA SUL CASTELLO DI UDINE

Il sindaco Fontanini accoglie l’istanza del Fogolâr Civic di solennizzare anche in questo modo la ricorrenza commemorativa dell’assassinio del suo principale “padre della patria” e patrono laico ossia il patriarca aquileiese Bertrando.

Di buon mattino, mercoledì 6 giugno 2018, sulla “specule” del Castello di Udine, salirà, a mezz’asta, la bandiera del Friuli ovvero del grande Patriarcato di Aquileia, che per tanti secoli unì terre e genti tra le odierne Austria, Croazia, Italia, Slovenia e Svizzera. Lo ha chiesto al sindaco prof. Pietro Fontanini il Fogolâr Civic guidato dal prof. Alberto Travain. L’occasione è mesta ma anche gagliarda, moto d’orgoglio di una città oltraggiata 668 anni or sono dall’assassinio del suo principale benefattore, il patriarca medievale aquileiese Bertrando, venerando occitano sacrificatosi contro i tiranni della regione per un Friuli più giusto e migliore, padre della patria dichiarato da secoli e confermato nel 2001 patrono civico degli udinesi. Fu proprio allora che, sempre su istanza del Fogolâr Civic, il sindaco Cecotti fece, per la prima volta, issare a mezz’asta, il 6 giugno, sul Castello, la “patriarchina”. In programma, cerimonie civiche e scolastiche. “Apprezzamento per la neoinsediata Amministrazione che ha dimostrato anche di condividere la lunga battaglia del Fogolâr Civic tesa a una faticosa coscientizzazione della cittadinanza circa le radici di comunità. L’auspicio è che l’impegno istituzionale sia sempre più forte, poiché la coesione culturale e morale di una collettività insediata non può che essere una priorità, da intendersi possibilmente in chiave inclusiva” ha commentato il presidente del Fogolâr Civic, prof. Travain. “Bertrando, quindi, per dare radici ideali comuni, locali e universali, civiche profonde, a una cittadinanza sempre più eterogenea e scollata rispetto all’esperienza storica del territorio. E qui non c’entra fondamentalmente il fatto dell’immigrazione: c’entrano piuttosto le carenze, i complessi, le fisime provinciali, dell’elemento autoctono!”.

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