GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO 2015

“La peregrina figura fatta dagli studenti superiori udinesi intervistati dalla Rai regionale in occasione del Giorno del Ricordo facilmente e comodamente potrebbe essere imputata a carenze dei loro insegnanti se oggi davvero ad essi – alle loro capacità, facoltà e volontà – si potessero ancora attribuire sostanziali potere e peso determinanti nel sistema scolastico italiano. In Italia e in Friuli ora la scuola pubblica è sempre più alla mercé dei genitori, troppo spesso sindacalisti al ribasso dei propri figli, pronti a tutelarli da una sempre più rara, salutare, eppure avversata severità – e qualità – dei docenti. Una scuola pubblica italiana ridotta a ostaggio di logiche privatistische che fanno a pugni con un vero senso delle Istituzioni e della democrazia. Una democrazia che se, da un lato, è fortemente ristretta, quasi preclusa alla cittadinanza, a livello politico – basti pensare alla storia infinita di improponibili leggi elettorali che trasformano la rappresentanza civica in una sorta di oligarchia elettiva –, dall’altro, invece, sfrenatamente – e si oserebbe dire forsennatamente – viene concessa, viene ‘dispensata’ a piene mani, ad utenze scolastiche sempre più tumultuose e arroganti, sino al punto di tracimare persino nella sindacazione in materia didattica, ultimo baluardo della tanta bistrattata professionalità del corpo insegnanti. Sono i genitori, purtroppo spesso appoggiati dai dirigenti scolastici, a dettare, di fatto, oggi, ai docenti il programma da svolgere! Sono i genitori oggi molto spesso, complici Istituzioni e ordinamenti ambigui, ad ergersi a giudici e maestri di didattica, magari sotto ricatto di ritirare i propri figli da scuole in carenza numerica e quindi in possibile chiusura! I docenti sono non di rado ridotti – ma non si può dire? – a precettori privati, soggetti al capriccio delle famiglie, non pubblici ufficiali di uno Stato serio che, uniformemente eppure nel rispetto delle peculiarità, ‘dall’Alpi a Sicilia’ pretende, senza rinegoziarli, l’applicazione di programmi coordinati, espressione vera di democrazia attraverso la legislazione. Maledetta l’autonomia scolastica, che ha polverizzato il sistema formativo e trasformato le singole scuole in aziende concorrenti a caccia di clientele sempre più insolenti e maldestramente rivendicative! Maledetti i Decreti Delegati degli Anni ’70, che, di fatto, hanno sottomesso la Scuola nazionale alle ‘rusticane’ bizze dei privati e non al bene davvero comune di un consorzio civile rappresentato esclusivamente, nella sua democratica totalità, dalle leggi statuite! Se gli insegnanti gettano la spugna, fanno bene a farlo. In fondo, non si tratta di una loro specifica codarda resa, ma della disfatta – pare purtroppo di dover dire – di uno Stato, del suo ordinamento e soprattutto di un popolo, di una società, che di libertà e diritti ha davvero oltremodo abusato. Studenti impreparati? Colpa dei docenti o dei genitori, sempre più ‘padroni’ della Scuola e tutori del capriccio dei propri figli?”. Ecco il testo della nota diffusa dalla presidenza del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” a seguito dell’infausto riscontro d’impreparzione storica in merito alla tragedia delle foibe dato ai microfoni della televisione di Stato italiana da alcuni studenti delle scuole di Udine convenuti alle commemorazioni ufficiali. “Tv di Stato che comunque – rincara il Fogolâr Civic –, per parte sua, non pare abbia dato, a livello nazionale, esempi in quel giorno di particolare attenzione, anche nelle scalette dei telegiornali, al dramma degli esuli d’Istria e Dalmazia”.

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