GIOVEDÌ 25 AGOSTO 2016

Giovedì 25 agosto 2016, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” hanno scritto una lettera di solidarità ai genitori di Giulio Regeni a sette mesi dalla scoparsa del loro valoroso figlio, vittima della moderna barbarie egiziana.

COMUNICATO sociale alla stampa italiana – Udine, 26.VIII.2016

Quelle del presidente Alberto Travain e dei sodali Alfredo Maria Barbagallo, Sergio Bertini, Renata Capria D’Aronco, Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Maurizio Di Fant, Luisa Faraci, Carlo Alberto Lenoci, Maria Luisa Ranzato, Elvia Tosolini e Mirella Valzacchi. Dodici, il numero di rappresentanza della migliore tradizione civica: ecco le firme a sigla della lettera che il Fogolâr Civic, insieme al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e in accordo con le magistrature popolari elette dal rinnovato Arengo udinese, la Federazione provinciale locale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e il Club per l’Unesco di Udine, ha voluto indirizzare quale “espressione di vicinanza alla famiglia di Giulio Regeni a sette mesi dalla scomparsa del figlio”. Eccone il testo. “Carissimi genitori di Giulio, oltre a rinnovare la vicinanza e l’apprezzamento per le sapienti dignità e tenacia sempre dimostrate in sette mesi ora dalla scomparsa di quel Loro e nostro valoroso figlio, virtù che paiono certo all’altezza della statura del compianto stesso, in rappresentanza dei sodalizi in firma siamo a confermare anche al Loro cospetto la più ferma intenzione di perseverare, naturalmente ciascuno in base alle proprie possibilità, da un lato, senz’altro in una capillare, libera e ostinata testimonianza rivendicativa di verità e giustizia, dall’altro, in una ugualmente libera azione di promozione della memoria sociale di Giulio in cui davvero sembra sinceramente di vedere incarnati i migliori valori civici e umani del nostro presente e del più glorioso nostro passato ideale. Questo pare, infatti, essere il momento più grave: il tempo che trascorre apparentemente invano, inesorabilmente tende a fiaccare e a ridurre di numero le forze civiche mobilitatesi inizialmente. Questo è il momento, nella società, in cui ciascuno decide in cuor proprio se darsi in effetti per vinto, di fronte al prevalere vergognoso della peggiore tirannia nilotica e della più codarda ipocrisia italica ed europea, oppure resistere: resistere ad oltranza, divenire partigiani della memoria il cui vero nemico è l’oblio e chi lo invoca. Ebbene, la prima soluzione risulta improponibile per i sodalizi in parola. Non permetteremo che la morte di Giulio si ascriva impunemente nella lunga lista dei misteri d’Italia. In questi mesi ogni documento e ogni iniziativa inerenti alla nostra attività sociale hanno recato memoria di questa tragedia che ha colpito profondamente i nostri sentimenti umani, culturali, civili e sociali. Se all’inizio una mera ancorché reiterata commemorazione del compianto poteva certo non essere sufficiente rispetto alla più pressante istanza di verità ora invece anche una semplice menzione di Giulio si fa atto d’accusa non solamente contro i suoi carnefici ma anche contro governi e popoli ignavi ed imbelli di fronte alla barbarie. Non mancheremo ad un impegno che segna il vero confine tra civiltà e infamia. Ci considerino sempre pronti al Loro fianco”.

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