Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 19 Març 2020
L’AQUILA DEL FRIULI CONTRO IL CORONAVIRUS RICORDANDO L’ ANTICO ALFIERE CHE MAI LA TRADÌ
Nel 599° anniversario dell’esecuzione dell’ultimo portabandiera dello Stato medievale friulano, Marco di Moruzzo, che eroicamente rifiutò di piegarsi al dominio di Venezia, Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, promotori storici del suo patriottico esempio, prendendo ora spunto da felice iniziativa dell’Amministrazione locale moruzzese, hanno invitato tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia ad esporre la bandiera per la quale l’antico alfiere regionale si sacrificò, come moto d’orgoglio del territorio ed incitamento a resistere alla prova della corrente pandemia mondiale.
“Esposizione della bandiera aquileiese nell’anniversario della decapitazione dell’ultimo irriducibile alfiere dell’antico Stato regionale, come simbolico incitamento alla resistenza popolare locale contro la pandemia imperversante”: questo, l’oggetto della lettera, indirizzata da Udine, il 19 marzo 2020, “alla cortese attenzione degli Amministratori comunali del Friuli Venezia Giulia” da parte del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain. Eccone il testo. “Pregiatissimi, il 19 marzo 1421, Marco di Moruzzo, ultimo alfiere dei Patriarchi-Principi di Aquileia, fu decapitato dai veneziani. Eroe patriottico regionale e transfrontaliero, riscoperto nel 1992 in seno al movimento culturale del Fogolâr Civic, dal 1997 è commemorato popolarmente ogni anno presso le prigioni del Castello di Udine, dove fu rinchiuso per la sua fedeltà allo Stato aquileiese, antica patria internazionale soggiogata da Venezia… Ebbene, plaudendo all’iniziativa del Comune di Moruzzo, che, oggi, nel 599° anniversario di quel dramma, espone la bandiera aquileiese, in memoria dell’antico eroe e come fiero gesto d’incoraggiamento, indirizzato alla nostra gente, con l’invito a “lottare insieme per superare l’emergenza di questo virus, uniti dalla bandiera del patriarcato”, senz’altro si auspica che quell’esempio possa essere fraternamente accolto e condiviso in tutta la regione, da Istituzioni e società civile del territorio, attraverso l’esposizione di quell’antico vessillo, variamente radicante ed accomunante, a partire dalla data odierna”. Le restrizioni della libertà di movimento in Friuli Venezia Giulia e in Italia, connesse ad un’azione istituzionale di contrasto alla diffusione pandemica del Coronavirus, hanno impedito, infatti, quest’anno, l’ordinario corso delle cerimonie commemorative del personaggio, ma ne hanno, ad un tempo, ulteriormente incarnato nell’attualità più scottante l’esempio indelebile dell’irriducibilità friulana. “Cjapant di esempli il Comun di Murùs, par onôr dal eroic che no si à rindût, metìn fûr in face dal nemì di vuê la biele bandiere nestre chê de acuile, par dîi al brut mâl dal Coronavirus che il Friûl nol clope!” ossia “Sull’esempio del Comune di Moruzzo, in omaggio all’eroe che non si arrese, esponiamo in faccia al nemico attuale la nostra bella bandiera con l’aquila, per dire al morbo Coronavirus che il Friuli non cede!”: motti leonini, d’orgoglio e speranza, questi, diffusi, attraverso i social, da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, promotori storici della figura dell’indomito alfiere friulano, hanno fatto eco all’iniziativa dell’Amministrazione comunale moruzzese, che, per la ricorrenza e con i suddetti voti , ha voluto esporre la cosiddetta bandiera di guerra del Friuli, rossa con l’aquila d’oro, moderna rivisitazione dell’antica insegna da combattimento dei Patriarchi di Aquileia.