I Vigili del Fuoco e il sigillo storico di Udine

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 16 settembre 2020

FOGOLÂR CIVIC DONA AI “POMPÎRS” IL SEICENTENARIO SIGILLO DI UDINE “NUOVA AQUILEIA”

È accaduto durante le celebrazioni del 797° natalizio urbano, dopo la collocazione dell’usuale dedica floreale alla Colonna del Mercatonuovo. Il presidente fogolarista prof. Travain: “Voi costituite la più antica memoria di protezione civile della nostra terra ricollegandoci ai fasti dell’antica nostra città-madre in riva al Natissa!”.

Una “someance dal sigjîl public udinàs dal 1420 cun sproc riferît al paragon cu la capitâl regjonâl antighe” ossia il motto “Est Aquileiensis Fides Hec Urbs Utinensis” “par dî che Udin al à chê istesse fe di Aquilee tal stâ salt cuintri dai tirans barbars compagn di chê volte cuintri dal Traç tal 238”. Questo l’oggetto della pregnante dedica, in lingua friulana, che, il 13 settembre 2020, 797° Compleanno della Città di Udine, il presidente del movimento promotore della manifestazione, prof. Alberto Travain, coordinatore del Fogolâr Civic, ha consegnato al picchetto di Vigili del Fuoco cooperante ogni anno all’evento commemorativo del natalizio urbano attraverso la collocazione di una composizione floreale presso la Guglia del Mercatonuovo, la colonna forense mariana di Piazza Matteotti, sintesi simbolica delle virtù civiche locali e universali dell’accoglienza, della coesione e della resistenza all’invasore e al tiranno, tratti senz’altro interculturali caratteristici del mito dell’Udinesità: “Pai 600 agns dal sigjîl di Udin chel de sô Comunitât medievâl, che al rimande a Aquilee, mari di virtût e opinion famose: Fogolâr Civic al done ai Pompîrs dal Comant Provinciâl, milizie civîl dal Friûl la plui viere che e jere inmò aquileiese antighe, par ricognossince di fedeltât al Complean de Citât capitâl furlane e Aquilee rionzude che e finìs juste ben cumò 797 agns!”. Sì, il Fogolâr Civic, non il Comune, si è ricordato di celebrare quest’anno i sei secoli dell’antico sigillo della Comunità storica di Udine, vantante l’eredità della cosmopolita metropoli romana dell’Alto Adriatico e il suo modello civico di unione e di pertinacia contro la tirannia, cui si riferisce, tra le righe, il motto del sigillo stesso, rimandante all’irriducibile “fides” con cui gli Aquileiesi affrontarono e vinsero nel lontano 238 l’epica sfida contro l’imperatore guerrafondaio Massimino il Trace. “Ebbene, il seicentenario del sigillo “aquileiese” degli udinesi, il nostro sodalizio ha, alla fine, deciso di ricordarlo dedicando un’immagine dell’antica impronta a quei Vigili del Fuoco, milizia civile esistente già ai tempi della grande Aquileia, dalle cui tradizioni di corpo recenti si è tratto il rito della deposizione dei fiori alla Guglia del Mercatonuovo in occasione del natalizio urbano di una Udine erede della città del Natissa, omaggio a una remotissima organizzazione di protezione civica incarnata sin dai primordi nella vicenda del territorio e tesa all’archetipa resistenza dell’Umanità contro le primordiali forze devastanti della Natura, riferimento al mito classico di Ercole e a quelli cristiani dei santi Barbara, Floriano e Giorgio. La loro plurimillenaria funzione riverbera splendidamente nel quotidiano il carattere di quella fede intransigente devota al Bene contro il Male, al Gallo contro la Tartaruga, tratto mitico identitario, proverbiale, dei padri aquileiesi, che quel prezioso sigillo storico in fin dei conti voleva celebrare”. Così Travain, che ha ringraziato i “pompîrs” per l’impegno profuso ogni giorno a favore della comunità. Un particolare. Essendo, quest’anno, per la prima volta, stata proditoriamente rimossa, da mano ignota, prima dell’annuale sostituzione, l’usuale dedica floreale di cinque rose, a rappresentare i cinque quintieri ossia le circoscrizioni originarie, articolazione nell’unità della città di Udine, dedica solitamente collocata alla base della guglia mariana, i Vigili del Fuoco hanno provveduto, con autoscala, a sistemare l’omaggio al riparo da malintenzionati, in cima all’antica colonna forense, dove, prima del terremoto friulano del 1976, il corpo deponeva una corona fiorita in occasione del “compleanno” della Beata Vergine, prima patrona cristiana locale.

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