Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 20 Lui 2019
“CONTRO LE MAFIE, LOTTA POPOLARE ED IDENTITARIA!”
Ricordando il martirio dell’eroico giudice siciliano antimafia Paolo Borsellino, il movimento civista del Fogolâr Civic invoca dal Friuli la rivolta di popolo permanente contro la malavita forestiera avanzante anche alla frontiera nordorientale italiana. Il presidente prof. Travain: “I friulani devono diventare di nuovo ‘terribili’ come un tempo e farsi temere da chi attenta al bene della loro terra e del loro popolo!”.
“La rivolta contro la malavita forestiera, italo-meridionale e straniera, avanzante anche al confine nordorientale d’Italia deve dilagare, per quanto possibile civilmente e pacificamente, come moto popolare identitario totalizzante! La bandiera friulana si alzi gagliarda e discriminante anche come insegna di un’identità etico-territoriale sancita da glorioso passato. I nomi e i concetti magnogreci di ‘mafia’, ‘camorra’ e ”ndrangheta’ non appartengono affatto alla storia e alla cultura del Friuli e mai dovranno appartenervi. Ognuno di noi deve essere custode ossessivo e irriducibile di quella civiltà dell’onestà e della legalità per cui nell’universo mondo siamo conosciuti grazie ai nostri padri! Eppure ‘veementi, solleciti, terribili’ si diceva di noi friulani nel Cinquecento: dobbiamo esserlo ancora, di nuovo! La madre patria e la civiltà non si difendono con mezzi termini, bensì ogni giorno ed in ogni campo!”. Toni accesissimi, denotanti consapevolezza della gravità della situazione denunciata chiaramente dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) riguardo al Friuli Venezia Giulia. Il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, interviene da Udine sulla ricorrenza dell’assassinio mafioso del giudice siciliano Paolo Borsellino e della sua scorta il 19 luglio 1992 e non usa affatto mezzi termini riguardo alla lotta alla malavita avanzante anche nel Nordest ed in terra friulana: “I friulani ridivengano ‘terribili’ come un tempo e si facciano seriamente temere da chi attenta al bene della loro patria! Siamo ad onorare il giudice Borsellino come eroe patriottico della sua Sicilia e dell’Italia intera oltreché di quella parte di mondo che anela a sottrarsi ad ogni tirannide. Martire vittima della mafia ma anche dello Stato italiano corrotto: questa la vicenda del grande figlio della Trinacria che, facendo il proprio dovere, voleva riscattare la sua amata terra da servitù criminale e mostrare universalmente come vi sia anche una Sicilia ligia ai valori di legalità e giustizia, degna del ricordo di Federico II. Battaglia locale ed universale, però, non solamente da delegarsi a magistratura e forze dell’ordine, ma da combattersi decisamente anche nelle scuole come nelle fabbriche, nell’economia come nella politica, nelle Istituzioni ed in ogni settore della società e della vita civile. Una permanente, dunque, e sacrosanta guerra civile delle coscienze; un’ideologica, estremistica, sana, intolleranza alle malavite ed a losche mene forestiere o autoctone su ogni singolo territorio: questa è la grande battaglia totale che deve senz’altro mobilitare tutti i nostri popoli, a partire da quelle che un tempo erano le incorruttibili e pertinaci genti di questo nostro amato Friuli, da queste terre dell’Alpe-Adria, d’Italia, d’Europa, dovunque nel mondo globalizzato un intelligente ed intransigente cosmopolitismo localista sia davvero in grado di levare utili barricate a difesa della salubrità delle piccole patrie contro gli imperi malavitosi! Non isolati ed eroici giudici, ma cittadinanze ostinate e agguerrite devono essere il primo antemurale contro chi minaccia la libertà e la vita di singoli e comunità intere! Nelle migliori tradizioni di onestà, dignità e fierezza di ogni angolo di mondo vanno ricercati e riattivati i propulsori culturali e morali di una ribellione locale e interconnessa contro il Male avanzante. E allora davvero ‘le porte degli inferi non prevarranno’!”.