In cont dal ultin disastri di Gjenue

20180819

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 19 Avost 2018

FERMENTI FRIULANI SUI FATTI DI GENOVA

Dal movimento del Fogolâr Civic sale la protesta contro i responsabili legali e morali delle calamità evitabili. Evocato il fantasma del Vajont e tributato particolare omaggio all’opera del corpo dei Vigili del Fuoco. Il delegato sociale Di Fant: “Urge un cambio di rotta, radicale ed immediato!”.

Di fronte ai fatti di Genova anche in Friuli il civismo, quello vero, “s’infuria e ribolle”, per citare Shakespeare. “Ma voi pensate veramente che, fatti i funerali, qualcosa cambierà in questa Italia? Io non credo. E ciò, per il semplice fatto che la situazione è grave: non seria. In un Paese serio il campionato di calcio non sarebbe iniziato a ridosso dei funerali delle povere vittime del Ponte Morandi, nel capoluogo ligure!”. Prorompe, così, il delegato ai rapporti con il territorio del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, il noto civista sandanielese Maurizio Di Fant. “Ad una parte anche consistente del popolo italiano, è sufficiente avere a disposizione un trastullo, il pallone appunto, per deviare rispetto a una sensibilità verso i morti ed i gravi problemi che affliggono il Paese oramai da decenni. I morti, a decine, fanno certo audience ed una pletora dei giornalisti in questi giorni ha potuto facilmente incrementare, in qualche modo, il fatturato dei propri ‘padroni’. Quante lacrime di coccodrillo? Quanti di questi giornalisti si sono profusi sul caso della settimana, quasi fingendo di non sapere che certi disastri, grazie ad incuria, degrado, corruzione, sono oramai quotidianità?”: perentorio Di Fant attacca il sensazionalismo di certa stampa, che ritiene non sempre attenta alla denuncia del capillare degrado del Paese. “Noi, che, nostro malgrado, siamo nati in tempo per assistere al disastro del Vajont, sappiamo che non bastano duemila morti per mutare un sistema italico corrotto sin dalle fondamenta. Basti pensare che, allora, i padri di famiglia furono risarciti con tre milioni di vecchie lire e che un ex Presidente della Repubblica, l’avvocato Giovanni Leone, si sperticò per trovare un cavillo che facesse risparmiare una montagna di soldi all’ente tenuto a risarcire, l’Enel, allora statale, i cui debiti dovettero perciò ricadere sull’intero popolo italiano. Cornuti e mazziati, insomma!” conclude amareggiato l’esponente del Fogolâr Civic. “Tornando a ‘Zena’, a Genova – aggiunge –, fa davvero impressione la grande dignità dei genovesi intervistati dai media. Quasi un segno dei tempi, di un destino che è quello e come tale è accettato. Eppure, noi, che ci ribelliamo a questo stato di fatto, siamo convinti che certi disastri siano in larga parte imputabili a disinteresse, degrado, mancata manutenzione, corruzione!”. Poi, un particolare omaggio ai “pompieri”: “Abbiamo, non da oggi, un corpo quale quello dei Vigili del Fuoco, il quale in ogni occasione si spende al limite delle proprie possibilità, con grande capacità e abnegazione, per far fronte ai disastri, naturali e non, che in cui il Paese incorre. Sarebbe ora di prenderne atto, di adeguare i loro stipendi all’impegno profuso e ai rischi che corrono”. Di Fant, comunque dichiarandosi “inguaribile ottimista” conclude affidandosi alla speranza: “Spero, voglio credere, che le parole spese in questi giorni dai vari Ministri della Repubblica, abbiano un senso, un seguito, a breve! Certe ‘concessioni’ non sono altro che ‘patti leonini’ compilati in modo opaco, talvolta secretati persino ai componenti delle Commissioni parlamentari, oltre che ai cittadini… Spero che ci sia un cambio di rotta, radicale e immediato! Se così non sarà, se i potentati al solito l’avranno vinta, questo Paese potrà dirsi cadavere!”.

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