In quali mani è il Gonfalone udinese?

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 8 febbraio 2019

IL GONFALONE DI UDINE ASSENTE AI FUNERALI DI ZAMBERLETTI

La Presidenza del Fogolâr Civic ritiene inaccettabile la spiegazione fornita dall’Amministrazione locale riguardo alla mancata partecipazione dell’Insegna cittadina alle esequie del “piccolo padre” del Friuli terremotato del 1976. Travain: “Il massimo vessillo degli udinesi e, in un certo qual modo, dei friulani tutti non può essere ostaggio di assurde regole protocollari che gli impediscono di comparire dove è giusto che intervenga! Si preveda, quindi, la possibilità di un picchetto d’onore formato da consiglieri municipali o da qualificate rappresentanze civiche!”.

Che ‘per un problema organizzativo legato alla disponibilità della polizia locale’ – così averebbe detto il sindaco di Udine prof. Pietro Fontanini – non sia stato possibile inviare a Varese il Gonfalone della Capitale del Friuli Storico in occasione dei funerali del compianto on. Zamberletti, ex commissario e ‘piccolo padre’ della regione terremotata nel 1976, è fatto simbolico di gravità inaudita. È mancato l’aspetto organizzativo? Forse. Il regolamento prevede che solo i vigili in uniforme possano portare l’insegna civica e non ve ne erano a disposizione? Al diavolo il regolamento! Il Gonfalone di Udine è ben più sacro delle discutibili normative che ne regolano l’uso e che avrebbero, quindi, contribuito all’oscenità dell’assenza a Varese dei colori udinesi accanto alla bara di Zamberletti!”. Così, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, dopo le schermaglie sull’argomento in Consiglio comunale. “Non solamente l’Insegna cittadina reca le più alte decorazioni riconosciute istituzionalmente al popolo friulano ma costituisce per ragioni storiche una sintesi di affetti locali e regionali che forse nemmeno il Gonfalone aquileiese è nell’attualità capace di evocare. L’“acropoli” udinese – così chiamava il colle castellano il vecchio sindaco prof. Honsell – stilizzata nel simbolo di una ‘V’ capovolta, mausoleo dei caduti contro la barbarie e regale seggio nel cuore dell’agro friulano; il cavallo fremente, richiamo ad antiche glorie; contrasto di colori estremi, nota del carattere di una cittadinanza, eco di mille battaglie, di miti e speranze: il Gonfalone di Udine è qualcosa di più della mera insegna istituzionale di un Ente amministrativo locale. Esso raccoglie le memorie e i sentimenti di un intero popolo, trapassato e vivente”. In una nota dell’8 febbraio 2019, il presidente prof. Travain ricorda il pluridecennale impegno del movimento del Fogolâr Civic nel promuovere il culto laico dell’insegna cittadina udinese: “Dalle suggestive pubblicazioni socioculturali intitolate alla ‘Sclese Nere’, al nero scaglione araldico udinese e ‘savorgnanesco’ alla battaglia per veder garrire – come avviene oggi quotidianamente – la bandiera di Udine al posto di ogni altra in cima al Castello, alla mobilitazione dello Gonfalone stesso anche fuori città in occasioni di significato pregnante. Ricordo ancora l’emozione popolare quando, unica insegna civica, quella di Udine, sotto il sindaco prof. Cecotti, marciò alla testa del corteo dei popoli della Mitteleuropa nel 1999 a Cormons, salutata come davvero quella della capitale morale di tutti i friulani ‘di ca e di là dal clap’! Quante volte, poi, il Primo Cittadino prof. Honsell si è premurato di mobilitare il pubblico Stendardo oltre l’ordinario delle feste e delle date ‘comandate’: ricordo le esequie dell’indimenticata civista udinese sig.ra Francesca De Marco, la ‘pasionaria’ di Borgo Stazione, nel 2014, e certamente la ricorrenza spontanea del Compleanno della Città!”. “Pare di poter dire che un’Amministrazione che si fa schiava e non dominatrice delle sue norme, o nasconde succube incapacità ad agire o cerca rifugio nelle paludi di una burocrazia in grado di fornire oggettive scuse a carenze di orizzonte e di determinazione!” ha soggiunto il prof. Travain: “Se un regolamento o persino una legge impedisse il passo alla nostra bandiera, la nostra più antica e gloriosa bandiera di cittadinanza, quella normativa non meriterebbe il minimo ossequio, ma la cassazione immediata. Che soltanto i vigili in uniforme, tra l’altro di grado, possano portare il Gonfalone civico con le decorazioni pare principio di giusto riguardo nei confronti dell’insegna stessa. Ma chi ci impone questa pregiudiziale militaresca della divisa, dei gradi? Perché dovrebbe risultare disdicevole, ad esempio, una norma che prevedesse un picchetto d’onore consiliare o addirittura civico qualificato per il Gonfalone della Città? Si eviterebbero più facilmente le figuracce come quella di Varese!”.

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