In ricordo degli ebrei friulani

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 27 gennaio 2020

RICORDATI IN CHIAVRIS GLI EBREI “FURLANS”

In occasione della Giornata della Memoria, nell’antica Giudecca udinese, il Fogolâr Civic ha rinnovato l’omaggio ai corregionali di cultura ebraica nella storia friulana. Il presidente prof. Travain: “Dobbiamo difendere le ‘minoranze’ storiche e contestare chi non lo fa, in Italia come in Israele!”.

Lunedì 27 gennaio 2020, in occasione della Giornata della Memoria, una delegazione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, guidata dal presidente sociale prof. Alberto Travain, anche leader del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, ha ricordato i “nestris judius” a Udine, ossia gli ebrei nella storia del Friuli, con la collocazione, presso un ponte di Chiavris, antica giudaica locale, un tempo sotto la protezione del casato udinese dei Savorgnan, di un nastro con dedica, nei colori della patria regionale. Il gesto dei fogolaristi, volto ad affermare la complessità storica della comunità friulana integrante, da sempre, senz’altro anche una componente di cultura ebraica, non ha impedito al leader Travain di rivendicare il diritto a dissentire dalla politica di Israele e anche a contestarne l’esistenza stessa come Stato nazionale in un contesto le cui vicissitudini hanno reso chiaramente plurinazionale. “La sacrosanta nostra condanna dell’antisemitismo, da assumersi effettivamente come dato identitario di una Friulanità cosmopolita, radicata nei migliori miti inclusivi di Aquileia, non deve ipotecare il nostro diritto ad insorgere contro la segregazione operata in Medio Oriente dagli israeliani nei confronti degli arabi autoctoni! Non si può bollare, nel mondo, di turpe antisemitismo ovvero di razzismo antiebraico coloro che, a pieno titolo, condannano le derive del sionismo ossia l’invadente restaurazione di un Paese giudaico in territori la cui storia non si è certo fermata al tempo dei fasti di Re Salomone. Antisemitismo ed antisionismo – quest’ultimo inteso, nel migliore dei casi, come sincera istanza di cosmopolitismo rispettoso di tutte le peculiarità storiche di quei territori – sono due cose del tutto diverse e da tenersi distinte. La Palestina doveva essere una ‘Svizzera’ multilingue e multiculturale o un ‘protettorato’ internazionale ONU, perché innanzitutto quella è Terrasanta ossia luogo dell’anima per tre religioni e civiltà mondiali, realtà inadatta, perciò, ad ospitare lo Stato dell’una piuttosto che dell’altra! Quanto danno ha fatto in Europa il principio dello Stato etnico-nazionale e anche quello degli imperi non rispettosi della pluralità delle loro componenti: quante sofferenze, quanti massacri, quante assurdità? Sarebbe ora di smetterla di perpetuare e di riprodurre le peggiori esperienze dell’Umanità!”. Così, il prof. Travain. La delegazione civista che ha partecipato alla breve eppure pregnante cerimonia spontanea udinese di omaggio ai corregionali di cultura ebraica nella plurimillenaria storia del Friuli, era composta dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco, presidente dell’Arengo udinese e del Club per l’Unesco di Udine oltreché prefetto del Sovrano Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo; dalla sig.ra Iolanda Deana, consigliera arengaria nonché segretaria del Fogolâr Civic; dalla sig.ra Mivia Cuttini, rappresentante del corpo sociale territoriale fogolarista; dalle sig.ra Marisa Celotti, prof.ssa Luisa Faraci e sig.ra Renata Marcuzzi, consigliere dell’Arengo cittadino e attiviste del Fogolâr Civic).

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