Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 12 Avrîl 2019
“GLI UDINESI DEVONO RIDIVENIRE TERRIBILE ANTEMURALE DELLA MIGLIORE FRIULANITÀ!”
L’auspicio del Fogolâr Civic attorno al tiglio commemorativo della “vicinia” dei borghi Grazzano, Cisis e Cussignacco a Udine in occasione delle celebrazioni popolari spontanee della festa nazionale friulana. Il presidente prof. Travain: “Formare i giovani ad un’irriducibilità identitaria che formi antidoto alle infiltrazioni malefiche nella società locale! Il Comune si assuma le sue responsabilità morali!”.
Riproporre nell’attualità la lezione democratica dei borghi storici dell’antica capitale friulana, come ispirazione per il presente e richiamo a presidio contro colpi di mano di diversa origine a danno delle civiche libertà. Questo il senso ideale delle celebrazioni spontanee udinesi che il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” viene riproponendo per un mese intero quale particolare interpretazione civista della festa nazionale friulana del 3 aprile. Giovedì 11 aprile 2019, infatti, una delegazione del sodalizio si è recata in Viale Tullio a Udine, presso il giovane tiglio dedicato dall’organizzazione, nel 2011, alle tradizioni di democrazia dell’antico Comune rustico dei borghi Grazzano, Cisis e Cussignacco, prima villa aggregata alla città vecchia rinserrata tra le rogge. “Innanzitutto, un richiamo, questo, ad una tradizione repubblicana ovvero democratica udinese che fa decisamente a pugni con l’iniziativa dell’Amministrazione comunale in carica di istituire Consigli di Quartiere nominati d’autorità e non eletti dal popolo: iniziativa inopportuna politicamente e culturalmente dannosa per le ricadute sulla formazione di una coscienza civica popolare non propriamente ai suoi apici storici!” ha detto il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, leader del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e conservatore del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l’Unesco di Udine e cancelliere pro tempore dell’Arengo cittadino. “L’antica irriducibilità della Udine delle vicinie dovrebbe essere, poi, riproposta oggi come dato educativo da trasmettersi alle generazioni in formazione, soprattutto come formidabile antidoto etico e caratteriale contro le infiltrazioni malefiche nel tessuto sociale ed economico della città e della patria friulana! Ma se il Comune non si propone di riunire le forze sane del civismo vero per fare opera di persuasione e di pressione in ambito scolastico, l’operazione diventa ancor più ardua, sebbene irrinunciabile con ogni mezzo!” ha rimarcato il leader fogolarista: “Rieducare udinesi e friulani all’irriducibilità di un tempo come mezzo di difesa quotidiana della piccola patria naturale ossia il borgo, la città, il territorio, la scuola, il luogo di lavoro. I cittadini di domani di questa Udine devono poter ridivenire terribile antemurale a difesa di ciò che di positivo il Friuli può ancora rappresentare! Questa è davvero una necessità suprema, che dovrebbe a richiamare a serietà innanzitutto un mondo politico-amministrativo che invece l’ingegna d’incrementare acredini e dozzinali cadute di stile lasciando allo sbando una comunità abbandonata a sé stessa!”. Presente all’incontro, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, cameraro dell’Arengo udinese ovvero massima autorità elettiva del civismo cittadino oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, intervenuta insieme al procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato e ai consiglieri popolari del “quintiere” di Grazzano, sig. Giuseppe Capoluongo, anche priore dell’antica Confraternita del Santissimo Crocifisso di Udine, e la sig.ra Iolanda Deana, segretaria del Fogolâr Civic. Della partita, anche un consigliere del “quintiere” arengario di Gemona, prof.ssa Luisa Faraci. A rappresentare il gruppo operativo del sodalizio fogolarista, immancabili le attiviste sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi e sig.ra Paola Taglialegne. Presenti anche le sostenitrici maestra Manuela Bondio e l’educatrice Rosalba Meneghini, nota animatrice della frazione di Gervasutta, nell’antica “taviele” di Grazzano ossia nei “Corpi Santi” o territorio della primigenia parrocchia di San Giorgio. Ed è stata, infatti, anche l’occasione per ricordare l’appena scomparso mons. Ernesto Zanin, storico parroco di quel suburbio, di cui il prof. Travain ha rievocato la cortesia e la collaborazione più volte accordate al Fogolâr Civic. Altre rimembranze sono state dedicate al compianto maresciallo forestale Ermes Silvano Candido, grande sodale fogolarista, che nel 2001 piantumò il primo tiglio, in Viale delle Ferriere, dedicato al cosiddetto “borc dai crotârs”; all’indimenticato fotografo Ermanno Prete, che proprio in quell’anno collaborò con il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” ad un’imponente opera di rilevazione paesaggistica dei suburbi storici di quella stessa area, ribattezzata dai fogolaristi come “Borc Sant Pieri”; all’insostituibile “pasionaria” di Borgo Stazione, la civista Francesca De Marco, grande collaboratrice, nativa proprio della zona di Porta Cussignacco, nome antico della località che divenne in seguito il quartiere ferroviario cittadino; all’irriducibile friulanista Silvano Pagani, che, in Porta Grazzano o Piazzale Cella, della sua bottega, per tanti anni, fece rinomato porto di mare dell’arcipelago autonomista-federalista di fine Novecento. Va ricordato, infatti, per inciso, che i borghi storici sudoccidentali della città sono stati la prima culla del movimento culturale civista friulano forgiato da Travain.