FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 29 August 2018
SUCCESSO PER LA PRIMA EDIZIONE DEGLI “INCONTRI ARTURIANI UDINESI”
Nella ricorrenza dell’esecuzione in Friuli dell’imperatore romano Magno Massimo, matrice del mito di Re Artù, il Fogolâr Civic ha inaugurato a Udine un ciclo annuale di convegni popolari dedicati alla riflessione sui grandi temi dell’epica storica europea.
Dal pittore Giovanni Cavazzon agli architetti Amerigo Cherici e Roberto Pirzio-Biroli, dalla studiosa Marisanta di Prampero de Carvalho alle insegnanti Gianna Bianchi e Maria Luisa Ranzato, dall’impiegata Jolanda Deana alle artigiane Milvia Cuttini e Mirella Valzacchi, sino al fotografo Attilio Calligaro e a tanti altri ancora… Varia e bella accolta di cittadini, intellettuali, artisti, professionisti, politici, ha partecipato, martedì 28 agosto 2018, nel capoluogo storico friulano, presso il rinomato Caffè Contarena, alla prima edizione degli “Incontri Arturiani Udinesi” ovvero “Incuintris Artuins di Udin”, promossi dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” insieme al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e al Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, in accordo con la Presidenza del Club per l’Unesco di Udine e con il patrocino culturale del locale Arengo urbano. Titolo: “Artù ed Anti-Artù tra Friuli ed Atlantico”, vale a dire “Artuì e Artuì-ledrôs framieç di Friûl e Atlantic”. Il senso dell’iniziativa è stato presto chiarito nei suoi contorni dal prof. Alberto Travain, presidente dei sodalizi organizzatori, il quale ha rimarcato come nel giorno anniversario dell’esecuzione, a Terzo di Aquileia, il 28 agosto 388, dell’imperatore romano Magno Massimo, leggendaria matrice di regalità nell’isola di Gran Bretagna e quindi, si vuole, anche precursore ed antenato del mitico Re Artù, sia stata proprio la sua doppia identità politica di sovrano ed usurpatore ad ispirare il tema del convegno 2018, incentrato sull’antinomia tra leader positivi e negativi a procedere dalla materia di Bretagna per approdare alla saga tedesca dei Nibelunghi e, infine, ai paradigmi storico-politici di matrice epica e religiosa rilevabili nella cultura civica del Friuli dei tempi andati. Relatori: lo storico Alfredo Maria Barbagallo (“Artù ed Attila. Mitologia bretone ed epica germanica”), il dott. Carlo Alberto Lenoci (“Lohengrin e Mordred. Eroe ed antieroe nel ciclo arturiano”) e il prof. Alberto Travain (“La Mascare dal Diaul. ‘Bogns’ e ‘triscj’ te liende civiche furlane”), figure di studiosi variamente impegnanti nell’approfondimento delle tematiche oggetto dell’incontro. E Barbagallo ha esordito osservando, piacevolmente meravigliato, come, in gran parte, le mitologie poggino su basi leggendarie d’indubbia e remota radice storica, ciò che permette oggi di rilevare le reali tracce aquileiesi del mito arturiano poi sviluppatosi in area britannica, mentre, dalla vicenda documentata di Attila, il devastatore di Aquileia, si riscontra notoriamente un ampio procedere leggendario a tratteggiarne anche le specifiche caratteristiche umane. Lenoci, invece, si è soffermato in particolare sull’analisi motivazionale della rivolta dell’antieroe Mordred contro Re Artù, indagandone psicologia e retorica nonché basi eventuali di legittimità atte a ridefinire l’eroe nei termini di un tiranno. Travain, infine, ha ricordato come la figura di Artù, modello del governante saggio, del “bon sorestant”, possa richiamare prima di ogni altra, nella coscienza civica friulana, quella del grande patriarca aquileiese medievale Bertrando di Saint Geniès,“Beât Beltram”, al quale si opponeva, alla guida di una potente fronda, un Mordred sommamente incarnato dai Conti di Gorizia. Poi, ha ricordato il professore, da prediletti e invidiati Cavalieri della Tavola Rotonda patriarcale, furono i Savorgnan a vestire i panni della ribellione ai patriarchi-principi ed al vecchio mondo feudale friulano, panni considerati luciferini dagli avversari, da cui la leggendaria associazione alla casata anche della celeberrima “Mascare dal Diaul”, antica armatura notoriamente conservata presso il santuario udinese della Beata Vergine delle Grazie. In rappresentanza del cameraro presidente dell’Arengo udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, impossibilitata a partecipare per cause di forza maggiore, ha parlato il procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato. Al termine del convegno, vari interventi, tra i quali quello dell’ex assessore alla Cultura del Comune di Udine, dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho, che si è complimentata con relatori e organizzatori per l’ampiezza e la profondità dei contenuti esposti, auspicando futura pubblicazione di atti. Soddisfazione, quindi, dalla Presidenza del Fogolâr Civic per la riuscita dell’iniziativa che, ancora una volta, pone Udine, erede di Aquileia, al centro di un’azione di recupero e di rilancio di un ruolo centrale del Friuli nella vicenda storica e culturale del Vecchio Continente.