Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 1 maggio 2019
“IL LIBERO MERCATO VA COMBATTUTO COME NEMICO PUBBLICO DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI!”
In occasione del Primo Maggio 2019, il presidente del Fogolâr Civic euroregionalista friulano attacca da Udine l’imperante sistema economico plutocratico-liberita accusato di rappresentare ovunque strutturale minaccia alienante e liberticida per le comunità locali: “La soluzione sta solamente in un sovranismo civico localista paneuropeo!”.
“In una repubblica che si dichiara costituzionalmente fondata sul lavoro questo rappresenta un valore civico identitario, certo irrinunciabile eppure ambiguo se non definito e se non presidiato nei suoi contorni di garanzia della libertà e della dignità del cittadino-lavoratore. Una libertà ed una dignità che la globalizzazione del capitalismo e del libero mercato di oggi, espressione di plutocrazia ossia di una ricchezza internazionale condizionante le realtà locali a livello mondiale, ogni giorno di più minaccia e pregiudica, per cui è ridicolo se non drammatico perseverare nella speranza di miglioramenti nell’economia dei singoli Paesi in un regime economico slegato per definizione dall’interesse sociale e civile dei contesti in cui si inserisce, generalmente ad esclusivo fine parassitario. Vecchi concetti e slogan usati in passato anche da taluni totalitarismi comunisti e nazifascisti? In questo caso non con gli stessi folli e inumani orizzonti! Un sovranismo civico localista paneuropeo, antiliberista, fors’anche autarchico in momenti di particolare allarme economico-sociale, pare forse l’unica, ovviamente difficoltosa, strada alternativa all’odierna farsa di un benessere scambiato, quando c’è, per libertà e dignità del singolo e della comunità cui appartiene. Non serve essere comunisti, nazisti oppure fascisti per capire che un mondo che si fa regolare e che prende ordini da un’economia in cui prevale la legge del più forte e non dei bisogni sociali contingenti non può garantire libertà e sicurezza e ancor meno un lavoro garantito e tutelato. Cosa fa l’Italia oggi, invece, dopo che i suoi passati parlamenti e governi hanno trasformato legalmente il lavoro a tempo indeterminato in occupazione di fatto precaria? Apre economicamente alla Cina, nota maestra di rispetto umano e giuridico dei suoi lavoratori oltreché recapito di una devastante invasione commerciale che ha profondamente lacerato il tessuto economico ed occupazionale italiano ed europeo? Vogliamo venderci per un pugno di soldi, in cambio di posti di lavoro ancor più disumano e precario? Crediamo così di sostenere non tanto i nostri grandi imprenditori bensì i piccoli, vera spina dorsale del sistema economico territoriale di casa nostra? Crediamo così di sostenere i nostri operai, svendendoli ai funzionari od ai feudatari del Celeste Impero, che avranno diritto di vita e di morte su intere comunità locali economicamente da loro dipendenti? Non è affogandosi ‘tal mâr grant’ di questo imperante sistema economico antinazionale, anticomunitario, antidemocratico, controversa bandiera anche della stessa Unione Europea, bensì ribellandosi e ricercando delle alternative che abbiano al centro il bene comune dei territori e dei popoli insediati, che oggi, per la festa del Primo Maggio, ancora si può parlare di lavoro e di lavoratori, del loro bene come persone e come cittadini di un consorzio libero da interessi esterni!”. Ecco, dunque, la nota diffusa, in occasione della Festa dei Lavoratori 2019 dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, che si è detto anche contrariato dal fatto che nella “Capitâl dal Friûl” ossia Udine, da decenni, quella scadenza non sia celebrata con significativi momenti pubblici istituzionali, come avviene per la ricorrenza del 25 aprile.