LUNEDÌ 5 OTTOBRE 2015

“Insegnâ sot ricat: la scuele publiche sot di une false democrazie” (Insegnamento sotto ricatto: la scuola pubblica in regime di falsa democrazia): questo il titolo della conferenza tenuta a Udine, lunedì 5 ottobre 2015, dal prof. Alberto Travain, Presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” nonché Delegato del Club Unesco di Udine per la Formazione Civica e la Cittadinanza Attiva, presso la sede universitaria di Palazzo Solari, nella cornice delle celebrazioni della Giornata Mondiale degli Insegnanti promosse nel capoluogo friulano dal locale Club Unesco, presieduto dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco. “Scuola ovvero monumento al populismo di Stato!” ha tuonato il prof. Travain assicurando sin dall’inizio “dirò cose fors’anche impopolari e in disaccordo con quanto solitamente si viene predicando in giro. Spero comunque di non finire come il grillo di Pinocchio, spiaccicato sul muro perchè ‘colpevole’ d’interpellare la coscienza di un fantoccio di legno aspirate a dignità umana. Non sarà il caso di questo uditorio!”. “Dirò cose in chiaro contrasto – ha continuato Travain – con le linee di governo del settore scolastico oggi più invalse in Europa e in Occidente, dove le classi dirigenti tendono ad osteggiare la partecipazione popolare in politica liquidandone la rivendicazione come becero populismo, mentre la ammettono impropriamente a scuola celebrandola come democrazia e autocelebrandosi come sue custodi. Perchè fanno questo? Per difendersi da quel popolo che sempre più anela a controllarle con il contentino della concessione di un controllo su scuole e insegnanti ridotti a capriccio di un’utenza in montante superbia. Com’è iniziata questa storia in Italia? È iniziata negli anni ’70 con la legislazione che ha trasformato le scuole pubbliche italiane in comunità partecipate ed è proseguita negli anni ’90 ed inizio millennio con la concessione ai singoli istituti di autonomie finanziarie, ordinamentali e programmatiche che li hanno tramutati in pratica in aziende in regime di libera concorrenza, disperamente a caccia di ‘clienti’ cui non è senz’altro economicamente vantaggioso obiettare alcunché. Questo ha aumentato a dismisura la forza ‘contrattuale’, ‘politica’, della componente genitoriale in seno a comunità scolastiche partecipate divenute autonome e abbandonate, così, alla mercè di un’utenza sempre più dominata da elementi irragionevoli e irresponsabili. ‘Insegnamento sotto ricatto’, quindi? Senz’altro. Il ricatto sta nello sciagurato diritto dei genitori-clienti di iscrivere i loro ‘pargoli’ presso altra scuola qualora il loro ‘capriccio’ non sia soddisfatto! Ecco allora che i dirigenti, da un lato, per non perdere utenti e incentivi, i docenti, dall’altro, per non perdere il posto o quasi, troppo spesso si piegano a questa perversa parodia della democrazia il cui più consono appellativo è quello di ‘tirannide collettiva’, una ‘signoria plurale’ sovente neanche basata sul rispetto delle maggioranze e caratterizzata da una ricorrente usurpazione di prerogative a rigor di logica – se non di legge – dovrebbero essere istituzionalmente e professionalmente in capo ai docenti e non a discenti e loro ‘genitori-sindacalisti’. ‘Falsa democrazia’? Senz’altro. Una scuola in cui le regole si contrattano non è una palestra di democrazia e ciò soprattutto quando le parti non hanno la stessa forza contrattuale!”. “Soluzione?” ha chiesto il pubblico della gremita Sala del Pianoforte di Palazzo Solari. “La rivolta – ha risposto, deciso, Travain – : la rivolta morale, civile, pacifica possibilmente; la rivolta non di una categoria solamente, ma di tutta una cittadinanza che vede ‘degradare’ quelle antiche ‘sicurezze’ e ‘certezze’ rappresentate storicamente, per lo meno in Friuli Venezia Giulia, dalle Istituzioni scolastiche. Ne va certamente del presente e del futuro della nostra società, della sua mentalità, della sua capacità di coesione armoniosa ed equa!”.

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