L’Uomo del Venerdì Santo

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 10 aprile 2020

L’UOMO DEL VENERDÌ SANTO

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl congelano la proposta di affiancare l’Uomo Vitruviano al Crocifisso nelle aule scolastiche italiane come deferente atto di omaggio ad un’Umanità eroica molto provata, anche dagli orrori della pandemia da coronavirus, nella sua ancora diffusa adesione all’orizzonte consolatorio delle religioni. Il presidente sociale prof. Travain: “Quel ‘Dio mio, perché mi hai abbandonato?’ accredita Gesù di Nazareth come assoluto rappresentante di un genere umano irriducibile nella sua titanica speranza di Bene!”.

“Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana nonché dei Presidenti di Senato e Camera e del Consiglio dei Ministri”. “Oggetto: proposta di collocazione dell’effigie dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci nelle aule scolastiche in omaggio all’eroicità ed alla dignità umane”. “Spettabili Autorità, in occasione di queste festività pasquali violentemente offese da una pandemia che ha messo, per l’ennesima volta, alla prova l’eroicità del genere umano in faccia a sofferenza e morte crudelissime, disperatamente contrastate, auspicheremmo, anche a nome di nobile civismo culturale del Friuli, angolo d’Italia e cuore d’Europa, una qualche forma di condivisione attorno all’idea, d’ora in poi, di accostare, nelle aule scolastiche, al Crocifisso, sintesi storica suprema di valori morali nazionali e universali, l’integrativa effige leonardesca dell’Uomo Vitruviano, da volersi intendere come omaggio all’Umanità eroica e alla dignità umana cui sarà debito riconoscere e tributare culturalmente onori specifici ed adeguati attraverso un richiamo, davvero didattico, ad un emblema dei nostri Umanesimo e Rinascimento, età di riscatto di un Uomo avvilito dalle penitenze del Medioevo. Ciò non in termini alternativi ai valori laici del gran simbolo cristiano, ma ad ulteriore sottolineatura della dignità di un’Umanità non soltanto dolente ma fortemente e involontariamente spesso intaccata nei suoi orizzonti consolatori, anche religiosi, fondamentali per le sue capacità di speranza e tenuta esistenziale, la cui alienazione, di fronte ai mali, condanna gli eredi di Adamo ed Eva ad una titanica resistenza della disperazione…”. Questo il testo del messaggio che, Venerdì Santo, 10 aprile 2020, da Udine, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, coinvolgendo anche convintamente la sua omologa alla guida del Club per l’Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, si accingeva a spedire ai recapiti summenzionati, raccogliendo, da un lato, la diffusa istanza di un giusto orgoglio dell’Umanità, temprato da inaccettabili sofferenze nonché da gesti di nobilissima dedizione e di sacrificio, e, rappresentando, dall’altro, la montante indignazione di parte significativa della cittadinanza afferente ad un credo religioso nei confronti di un Divino giudicato, nei fatti, latitante nel dilagare del dolore e dell’afflizione terrene. “Stava per partire, certo, questa lettera, atto simbolico a chiedere giustizia, giustizia ed allori, altro che contrizione, altro che penitenze religiose di un tempo, per un genere umano, talvolta famelico, ma che senz’altro sa essere eroico nei milioni di volti di chi si spende per il bene comune e dei poveri martiri di cataclismi mai meritati. Stava per partire – ha detto Travain – : solamente il barlume di quell’umanissima frase del Cristo del Venerdì Santo “Dio mio, perché mia hai abbandonato?” mi ha trattenuto e convinto a non spedirla. Ho capito che quel Crocifisso, sempre più sottratto, per altro illegalmente, alle nostre aule grazie alla complicità diretta od indiretta di sindaci, presidi, docenti e genitori, non ha affatto bisogno di essere ‘integrato’ nei suoi significati edificanti dall’Uomo Vitruviano, poiché già rappresenta la completezza della condizione umana, anche nella percezione, giusta o sbagliata, di una non di rado percepita latitanza della divinità nelle cose del mondo. Dov’era l’Uomo ad Auschwitz? Chiediamoci piuttosto dov’era Dio e lo stesso dicasi per i mille casi della nostra attualità, in cui le sofferenze non ammettono affatto giustificazioni. L’Uomo del Venerdì Santo, appeso ingiustamente ad una croce ed invocante il tardo soccorso di una qualche entità suprema, è veramente l’Uomo assoluto, completo, vero, irriducibile nella positiva speranza in un Bene trionfante. Quel ‘Dio mio, perché mi hai abbandonato?’ accredita Gesù Cristo come supremo rappresentante di un genere umano irriducibile nella sua titanica speranza di Bene!. Per rispetto di quell’Uomo, il Cristo, sempre riscoperto nella sua profonda e ultimativa umanità, ho arrestato la mano pronta ad inviare, con un click, quel messaggio. Forse, a quei sindaci, a quei presidi, a quei docenti, a quei genitori e, ancor prima, ai legislatori della nostra Repubblica bisognerebbe, invece, mandare un sollecito non soltanto a ripristinare il Crocifisso in tutte le scuole d’Italia ma a spiegarlo, ad interpretarlo nella sua possente pregnanza laica, cosa tutt’altro che delegabile ad autorità ecclesiastiche od a docenti di religione. Ciò detto, con piena considerazione delle religioni, intese come sprone e consolazione, quando umanamente costruttive, base importante per evitare lo sbandamento di un’Umanità al baratro”.

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