MARTEDÌ 25 MARZO 2014

Apprezzatissimo il discorso commemorativo tenuto dal sindaco Honsell, intervenuto in fascia, con il gonfalone municipale, a rappresentare l’omaggio della città “a una cittadina esemplare, ad un tempo amante della tradizione ed aperta al futuro e alle sue problematiche”. Mentre il tenore Gianfranco Savorgnan intonava l'”Ave Verum” di Mozart e la portavoce del coordinamento rionale, sig.ra Laura Paviotti, leggeva l’estremo saluto del comitato, sulla bara campeggiava la bandiera di Borgo Stazione, bianconera con il bordo color carta da zucchero delle vecchie uniformi dei ferrovieri; attorno, le insegne della più battagliera società civile udinese e friulana: dai vessilli dei cinque quintieri del Fogolâr Civic friulano e sloveno ai gonfaloni dell’Academie dal Friûl, dell’Antico Borgo Aquileia e della Confraternita del Santissimo Crocifisso. Numerosissime le delegazioni associazionistiche: dal Club UNESCO di Udine alla Pro Loco di Città “Borgo Sole Udineovest”, dal Cordicom FVG a Progetto Tempo. Idealmente Udine, il Friuli e non solo, la politica – maggioranze ed opposizioni – e la società civile, si sono, dunque, stretti attorno al feretro di Francesca De Marco, anziana ed indomita promotrice di un rinnovato civismo locale aperto responsabilmente al globale come testimoniato dall’esperienza dell’ormai decennale coordinamento civico del rione ferroviario del capoluogo della Piccola Patria. Prima dei funerali, tenutisi a Udine, il 25 marzo 2014, presso la chiesa del Carmine, da più parti già erano pervenute affettuose espressioni di cordoglio, non ultima quella del questore di Trieste un tempo assegnato alla sede udinese, dott. Giuseppe Padulano (“Ricordo la Signora Francesca con tanto affetto”), promotore convinto di una “sicurezza partecipata” del territorio mobilitante anche virtuosamente la cittadinanza, come sosteneva la stessa De Marco alla guida del suo coordinamento civico. Toccante la dedica della dott.ssa Anna Peruch, membro fondatore del comitato di Borgo Stazione: “Non è facile saper sorridere quando già rallenta il battito del cuore, ma tu l’hai fatto, con il coraggio e la dolcezza di sempre. La tua vita è stata un dono d’amore che custodirò nello scrigno delle cose più buone. Addio amica cara, so che attraverserai serena il ponte sull’arcobaleno, sorridendoci ancora, da lassù”. “Puare la nestre Francescje, nus displâs cetant. E jere une grande femine, e sarà simpri vive tal nestri cûr” ha scritto in perfetto friulano l’accademico prof. David Bizjak, coordinatore del Fogolâr Civic della Primorska (Litorale Sloveno), intervenuto alle esequie con una delegazione da Tolmino. Primo fra tutti gli amministratori udinesi, l’assessore dott. Enrico Pizza aveva inviato un affettuoso messaggio di cordoglio in memoria della benemerita concittadina. In seno alle associazioni di cui la De Marco fu parte eminente si parla già d’intitolazione quanto meno di un’area verde alla “signora di Borgo Stazione” che il sindaco Honsell amichevolmente ebbe a definire come una “roccia”: il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic nonché membro di reggenza del coordinamento rionale udinese, propone l’aiuola del Piazzale della Repubblica, “da cui si vedono sia la Stazione che Palazzo D’Aronco, borgo e città, quartiere e Comune, emblemi di
quelle due dimensioni del vivere civile e sociale che la De Marco seppe accostare e far dialogare con senso civico”. Merita riportare in calce innanzitutto il testo della dedica commemorativa delle presidenze Fogolâr Civic e Academie dal Friûl alla benemerita defunta. “‘Quando si è anziani non si ha paura e si ha il dovere di salvare i giovani! Mai molâ!’ (Francesca De Marco) / “MANDI”, FRANCESCA! / Il deferente e affettuoso commiato di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl per un’indimenticabile amica e compagna d’impegno a favore della comunità nell’era della globalizzazione… / Francesca De Marco è morta. È morta l’amica, l’autorevolissima ed instancabile anziana presidente del Coordinamento Civico Udinese ‘Borgo Stazione’ e anche la figura senz’altro di spicco del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ nonché del Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’, oggi letteralmente ammutoliti dal grande dolore per una perdita tanto grave quanto irreparabile. Una perdita grave non soltanto per i sodalizi che hanno avuto l’onore di annoverare la nostra Francesca tra i propri soci anche conferendole funzioni di prim’ordine. Un perdita grave non solamente per i suoi amici, che hanno avuto modo sempre di gustarne la cordialità, la sincerità, la lealtà, la benevolenza. Un perdita grave non solo per l’amato quartiere in cui era nata e che sino all’ultimo è stato centrale nei suoi pensieri. La morte di Francesca De Marco rappresentata una perdita grave, anzi, gravissima, per la città tutta, per tutta la cittadinanza, per tutta la società civile, per tutto il civismo udinesi e friulani, orfani di una persona che, come poche di questi tempi, ha dato prova di tenace, attivo e disinteressato attaccamento al bene della sua terra e della sua gente. Francesca De Marco resterà per noi come una sorta di nume tutelare, di stella polare, di punto di riferimento, di esempio, per il dato umano e quale leader storico di quello che sinora è stato il più vivace, battagliero, attento e propositivo comitato civico di quartiere del centro udinese del secolo presente. Una donna che aveva trasformato la sua vita privata in un liberale atto di dedizione alla sua comunità. Certamente l’amareggiavano l’incomprensione nonché le facili strumentalizzazioni cui talvolta erano soggetti l’operato suo e del coordinamento da lei presieduto, un operato schiettamente rivolto a favore di un’integrazione che fosse rispettosa sia degli immigrati che della tradizione del territorio, di una sicurezza che non fosse parvenza, di una collaborazione tra cittadini e amministratori che fosse davvero concreta e sincera… Da giovanissima vivandiera dei deportati transitanti per la stazione ferroviaria di Udine durante il secondo conflitto mondiale a madrina e pioniera di un ideale di quartiere cittadino friulano del secolo XXI conciliante armoniosamente tradizione e globalizzazione, la figura di Francesca risulta conclamatamente esemplare nel panorama del civismo udinese contemporaneo. ‘Quando si è anziani non si ha paura e si ha il dovere di salvare i giovani!’: questa frase, pronunciata il 2 ottobre 2013 in occasione della Festa dei Nonni della Città, organizzata dal suo apprezzatissimo don Tarcisio Bordignon quando già la salute cominciava a darle sospetto, basta per davvero a dare la misura e l’orizzonte della persona in termini di filantropia. Al momento, ora, del commiato le parole certo non bastano, non si trovano, sono insufficienti, per onorare un tale personaggio della nostra Udine: l’unico modo per onorarlo è prenderlo ad esempio e perseverare nel medesimo impegno. ‘Duri al pezzo! Mai molâ!’ era il motto di Francesca, ereditato dal suo amatissimo padre. Coraggio, quindi, in particolare agli amici del Coordinamento Civico Udinese ‘Borgo Stazione’: avanti ancora, sempre, tutti insieme, nel ricordo di quella ‘roccia’ – come affettuosamente l’aveva definita una volta il Sindaco – ora ascesa idealmente per noi tra i corpi celesti, tra le stelle più luminose del firmamento della nostra città”. Tra le delegazioni movimentali del Fogolâr Civic si ricordano in particolare, oltre ai coordinatori friulano e sloveno, prof. Alberto Travain e prof. David Bizjak, gli alfieri sezionali sig.ra Marisa Celotti, sig. Franco Dorigo, sig. Francesco Nicolettis, sig.ra Luigina Pinzano e sig.ra Jole Deana, nonché il vessillifero generale sig. Gianfranco Passone.

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