MARTEDÌ 29 SETTEMBRE 2015

Rinasce a Udine l’Arengo popolare, storica assemblea, insuperato esempio di democrazia partecipativa, che ridarà direttamente voce alla cittadinanza municipale. Martedì 29 settembre 2015, nella “Capitâl dal Friûl”, si è vissuto un momento davvero storico. “Autoriconvocata” dal basso, per iniziativa di due sodalizi cultori delle tradizioni civili locali, nella fattispecie il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, si è riunita di nuovo, a 502 anni dalla sua abolizione causa furibonde lotte intestine, l’assemblea popolare del Comune di Udine ossia quell’Arengo partecipativo che tradizione vuole istituito dal patriarca medievale aquileiese Bertrando di Saint Geniès, “Patrono Civile” della città, la cui icona laica, opera del pittore Michele Ugo Galliussi e della ricamatrice Antonietta Monzo Menossi, ha fatto il suo ingresso in sala di riunione aprendo formalmente i lavori dell’assise ospitata dell’Amministrazione comunale nei locali della celebre Loggia del Lionello. A reggere l’immagine del Patriarca fondatore, i cittadini Gianfranco Savorgnan, cantante lirico recante il cognome della storica casata che fu paladina dell’antico Arengo, e Giuseppe Capoluongo, priore di una delle più vecchie confraternite udinesi, quella del Santissimo Crocifisso. L’“autoriconvocazione” civica è avvenuta attraverso una campagna informativa, avviata dal Fogolâr Civic direttamente sul territorio, con possibilità di preiscrizione all’assemblea cui, si precisava, sarebbe stata ammessa a pieno titolo solamente “la cittadinanza udinese iscritta nelle liste elettorali del Comune, esclusi coloro che ricoprono cariche istituzionali d’elezione o nomina politica”. Ai cittadini, come ricordava il manifesto di convocazione, in versione bilingue, italiana e friulana, sarebbe stata riconosciuta la tradizionale facoltà di “direttamente proporre e palesemente votare le più varie istanze inerenti al governo del bene collettivo nonché candidarsi ed eleggere propri rappresentanti comuni che liberalmente ne seguano l’iter presso le Pubbliche Amministrazioni o altri soggetti destinatari”. Dopo l’allocuzione inaugurale, anch’essa bilingue, tenuta dal presidente dei sodalizi promotori, prof. Alberto Travain, terminata con un silente omaggio alla memoria del recentemente scomparso leader politico udinese prof. Adriano Ioan, che sottoscrisse nel 2013, insieme al rivale sindaco in carica, prof. Furio Honsell, uno specifico impegno a sostenere la rinascita dell’Arengo locale, si è proceduto con la presentazione di proposte e istanze popolari prontamente messe ai voti secondo le regole del suffragio palese, “more furlano”, anticamente già invalse nelle assemblee udinesi. Approvata, così, la proposta ordinamentale del presidente Travain, tesa a configurare un organigramma provvisorio di cariche, ispirate alla tradizione e ma rispondenti alle esigenze moderne, cui affidare, con mandato annuale, onorario, ampiamente discrezionale eppure con verifica alla scadenza, la riorganizzazione nell’attualità dello storico consesso. Funzioni organizzative presidenziali sono state conferite dall’assise, con l’antico titolo di “camerarius” o “cameraro / cjamerâr”, alla prof.ssa Renata Capria D’Aronco, mentre ruoli di garanzia sono stati attibuiti allo stesso prof. Travain e al geom. Sergio Bertini, eletti alla carica di “procuratores” o “procuratori / procuradôrs”. Incombenze segretariali di documentazione dell’attività assembleare, con la qualifica di “cancellarius” o “cancelliere / cancelîr”, sono state delegate dal consesso al dott. Carlo Alberto Lenoci. L’assemblea, istituendo propri collegi elettorali in base a una terminazione territoriale provvisoria “per quinterios”, proposta dal prof. Travain e ispirata all’antico sistema radiale di circoscrizioni aggreganti quartieri centrali e periferici, ha anche votato tre “consiliarii” o “consiglieri / conseîrs” nelle persone della dott.ssa Maria Luisa Ranzato e delle signore Jole Deana e Italina Della Schiava, con specifico mandato di sviluppare il progetto civico partecipativo. Tutti gli eletti hanno prestato giuramento, in italiano e in friulano, sulla menzionata icona bertrandiana, sintesi morale delle tradizioni civili udinesi. Il rinnovato Arengo ha poi approvato un’istanza proposta sempre dal prof. Travain, indirizzata a Sindaco, Giunta e Consiglio comunali, richiedente una verifica delle “strategie adottate dalla Pubblica Amministrazione udinese al fine di evitare l’eventualità che il personale burocratico possa costituirsi in pernicioso schermo tra la cittadinanza e le sue rappresentanze elettive”. L’assemblea ha anche fatto propria la segnalazione della sig.ra Mirella Valzacchi, rivolta all’Amministrazione urbana ma ancor prima, per competenza, a Regione e SAF, circa i “ricorrenti disagi registrati in particolare da anziani e disabili a causa segnatamente delle condizioni di guida e praticabilità degli autobus cittadini che ne fanno non di rado una sorta di barriera architettonica da evitare”. Del pari l’assise ha aderito alla richiesta, formulata dal dott. Lenoci, di seri controlli tesi a reprimere l’indebita occupazione delle aree di parcheggio riservate ai portatori di handicap. In chiusura di assemblea si è registrato l’intervento della dott.ssa Marisanta de Carvalho di Prampero, storica portavoce in Consiglio comunale del movimento popolare promotore della proclamazione a Patrono Civile del patriarca-principe padre dell’Arengo, la quale civicamente ha ringraziato Fogolâr Civic e Academie dal Friûl per il liberale impegno profuso affinchè l’antica adunanza cittadina possa rinnovarsi nell’attualità.

ALLOCUZIONE in occasione dell’inaugurazione del rinnovato ARENGO cittadino udinese,
tenuta dal Presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”
e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”,
prof. Alberto Travain

Cittadini!

“…Si riducono a loro piacere in luoghi loro particolari, ne’ quali intervengono cittadini d’ogni conditione, in grosso numero, senza non solo che vi assista alcun pubblico rappresentante, ma neanco ne habbi alcuna scienza il Luogotenente di Vostra Serenità”: da questo spirito libertario e partecipativo degli Udinesi che allarmava tanto le autorità veneziane di un tempo, come il governatore che scrisse queste righe al Doge di Venezia, nasce l’idea per cui siamo qui oggi. Una riconvocazione o per meglio dire un’autoriconvocazione, spontanea, dal basso, dell’Arengo cittadino, l’assemblea storica partecipativa del popolo udinese che tradizione vuole istituita nel 1340 dal patriarca aquileiese Bertrando, il quale, come Clistene nell’Atene antica, avrebbe aggregato, raggruppato e ammesso a votazione cittadini di ogni ceto sociale, a garanzia contro il prevalere pernicioso di consorterie particolari; massimo istituto di partecipazione della storia urbana, che si riuniva annualmente nel giorno di San Michele Arcangelo, per deliberare in ordine al governo della cosa pubblica ed eleggere rappresentanze incaricate di dare seguito all’espressione della volontà popolare. L’assemblea fu abolita 502 anni or sono, a garanzia paradossalmente contro il prevalere di perniciose consorterie, sostituite altrettanto paradossalmente da oligarchie certo non migliori. Il popolo udinese recuperò e superò parzialmente i diritti politici allora sottrattigli soltanto nel 1946, quando sudditi e suddite d’Italia votarono per la prima volta insieme la fondazione di una repubblica. Quei diritti erano stati aboliti ma rimasero per lunghi secoli, tra le righe, nelle memorie locali, sepolte sotto sempre maggiori coltri di fuligginosa polvere invitante all’oblio. È da lì che le abbiamo tratte, noi del movimento del Fogolâr Civic, sin dal 1989. E l’abbiamo fatto non perché gente che nella vita non ha altro da fare, come infelicemente un illustre esponente della “famiglia di Palazzo” locale, ossia del personale del municipio, ha ritenuto di farci notare. E l’abbiamo fatto non meramente per rievocare, “non per rivivere ma rivitalizzare”: cito un felice passaggio del sindaco prof. Honsell che si riferiva, il 9 dicembre scorso, all’azione civico-culturale del nostro Fogolâr. Rivitalizzare. Rivitalizzare, riproporre soluzioni che la nostra storia ha sperimentato nel tentativo di dare una risposta a problemi ed istanze che si ripropongono in ogni epoca. Rivendicare e difendere il diritto a contare nelle decisioni sul proprio destino individuale e collettivo. Essere “un popolo che conta in una città che conta”: ecco un motto di sintesi dell’identità storico-civica udinese, fatto bandiera del nostro movimento e approdato e codificato nelle aule istituzionali locali attraverso il mirabile Documento di Prampero de Carvalho con cui si ottenne nel 2001 l’eccezionale proclamazione, da parte del Consiglio comunale, del fondatore dell’Arengo, il Patriarca Bertrando, a Patrono Civile municipale. Il 17 aprile 2013, alcuni candidati sindaco, tra cui i successivi sfidanti al ballottaggio, ossia i professori Honsell e Ioan, sottoscrissero, in campagna elettorale, presso la fontana di Piazza San Giacomo, un capitolato d’istanze popolari presentato loro dal Fogolâr Civic in cui, al primo punto, dal titolo “DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA: RIFONDARE L’ARENGO CINQUECENTO ANNI DOPO LA SUA ABOLIZIONE”, si prevedeva un’assunzione d’impegno a “sviluppare periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa quantunque giuridicamente non vincolante, da integrarsi nell’ordinamento municipale, ‘tant a dî tornâ a vê une ponte di ce che al jere il Renc citadin pastanât dal Patriarcje Beltram e abulît cinccent agns indaûr’”. Il 30 settembre 2013, il sindaco Honsell, ufficialmente, in Consiglio comunale commemorò il V centenario dell’abolizione dell’Arengo cittadino e degli originari diritti democratici del popolo udinese, rendendo anche omaggio al cenacolo civico che ne promuove un rinnovamento nella memoria e nella coscienza pubbliche. Oggi, a fronte di una quanto meno apparente assenza d’iniziative amministrative in tal senso, il Fogolâr Civic, ospite del Sindaco nella Casa dei Cittadini, riapre una pagina polverosa di un’antica e gloriosa storia di democrazia e partecipazione cui tutti noi, Udinesi del presente, siamo chiamati a dare un futuro!

Al ricordo del menzionato prof. Ioan, recentemente scomparso, che insieme al Sindaco in carica, come detto, volle sottoscrivere l’intento di rinnovare nell’attualità quello che fu l’Arengo udinese, chiedo di dedicare, in apertura di assemblea, un minuto di silente omaggio.

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