MARTEDÌ 29 SETTEMBRE 2015

Per la sedicesima volta, il 29 settembre 2015, festa di San Michele Arcangelo, santo guerriero paradigma del probo difensore della patria, una piccola “vuaite” culturale o ronda civica “della memoria”, composta da rappresentanza delle sezioni circoscrizionali locali udinesi del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, ha ripetuto a Udine l’annuale ricognizione delle mura della città storica per onorare la memoria di quanti nel corso dei secoli lottarono e caddero nella difesa della comunità del capoluogo del Friuli assalita dai tanti invasori e tiranni che calcarono il suo territorio. Un ricordo particolare quest’anno è stato dedicato, oltreché alla Prima Guerra Mondiale, al 650° della battaglia di Fagagna – completamente dimenticata eppure importante nella storia politica della regione! – in cui le cariche furibonde della cavalleria austriaca non valsero a piegare l’accanita resistenza opposta dall’esercito parlamentare friulano guidato dal vicedomino Francesco Savorgnan e aggregante anche forti contingenti udinesi, segnando il naufragio dell’ennesima invasione forestiera del Friuli. Si sono rinnovate quindi le annuali deposizioni floreali ai “Portoni” della Città Vecchia, con intenzioni commemorative dei cinque corpi civici rionali della tradizione, i cosiddetti “quintieri”, per cui al Portone di San Bartolomeo si sono ricordati combattenti e caduti di Mercatovecchio e della parte nordorientale mentre al Portone di Aquileia è stato commemorato il sacrificio degli Udinesi dei rioni sudorientali; al Portone di Grazzano si è reso omaggio al valore dei cittadini del settore sudoccidentale mentre ai Portoni di Santa Maria e Santa Lucia si è onorato il popolo rispettivamente di Mercatonuovo e dei borghi nordoccidentali del Comune. Una rimembranza moltiplicata per cinque come cinque sono i rinnovati “quintieri” o collegi civici istituiti, su proposta del prof. Alberto Travain, presidente di Fogolâr Civic, dalla rinata assemblea popolare partecipativa udinese detta dell’Arengo, di nuovo riunitasi proprio quel giorno, per la prima volta, a 502 anni dalla sua abolizione, per iniziativa dell’attivissimo stesso cenacolo culturale.

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