FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 29 July 2019
CARABINIERE MARTIRE DI CIVILTÀ PER UNO STATO CHE NON SE LO MERITA!
Duro il commento del Fogolâr Civic sull’assassinio a Roma del carabiniere accoltellato da giovani statunitensi. Il presidente prof. Travain: “Basta con lacrime da coccodrillo! Questo Stato faccia lo Stato e s’impegni a ‘rieducare‘ il popolo affinché sia degno della democrazia e non mero custode del proprio capriccio!”
“Questi nostri giovani hanno bisogno di lezioni forti! Famiglie che, quando esistono, non di rado sono vili complici del capriccio dei loro pargoli; scuole che, checché ne dicano stuoli di presidi interessatamente compiacenti, lo Stato ha, di fatto, asservito alle peggiori bizze di sciagurati genitori di discenti che oltre alla società affondano il sistema educativo e formativo nazionale; leggi ambigue, ipocrite, liberamente interpretabili e soprattutto in gran parte inefficaci a fini repressivi, educativi, preventivi… Il dramma del bravo carabiniere campano Mario Cerciello Rega, ucciso da giovani delinquenti di buona famiglia statunitensi in visita nella Città Eterna, è martirio vero di civiltà di fronte a un Stato italiano primo responsabile, per permissivismo e populismo assunti a libertà democratica e garantiti vergognosamente dall’ordinamento sin dai banchi di scuola! Non se li meritano, quello Stato e i suoi legislatori e i suoi esecutivi, certi silenti eroi di civiltà che sovente infiora soltanto i discorsi del Quirinale od approda purtroppo al sacrificio estremo di chi crede davvero in certi valori ed in certi ideali! Quei maledetti ‘piccoli principi’ potevano anche non essere ‘born in the U.S.A.’, ma nati in Italia e italiani DOC: quale differenza tra l’assurda, stupida, mentalità di quei due ‘mocciosi’ californiani e l’altrettanto inqualificabile sottocultura ‘drogata’ di non pochi giovani e giovanissimi del Bel Paese? Il proliferare di spaccio e utilizzo di droga tra le ‘belle speranze’ di questa Italia dovrebbe non solo destare allarme ma incitare tutti a suprema ribellione e ad impegno reale per una proficua restaurazione di un senso dello Stato utile a garantire la ‘commune felicitade’, come si proclamava nelle costituzioni friulane del Quattrocento! Il nostro Friuli, la nostra Udine, con i vergognosi casi di morte per droga in Stazione – più da condannare che da compatire! – non sono esenti da questa disfatta della libertaria società occidentale! La democrazia è una gran bella cosa, però bisogna educare il popolo ad utilizzarla non a capriccio ma per un bene collettivo al quale lo Stato o altro ente territoriale deve formare la cittadinanza! Quest’illegittima ‘normalità’ del nostro quotidiano è stata il brodo di coltura in cui è potuta darsi la tragedia Rega. Basta, allora, con le lacrime di coccodrillo! Questo Stato faccia lo Stato: quindi, s’impegni a rieducare il ‘popolo’ affinché esso sia davvero in grado di reggersi non a capriccio ma in democrazia, nel proprio effettivo interesse comune, che non corrisponde affatto alla somma dei peculiari vizi di ciascuno! Questo nostro Friuli Venezia Giulia dovrebbe essere memore della grande lezione di senso dello Stato data, negli ultimi secoli, dall’Impero asburgico, che nelle nostre plaghe orientali, eccellenza in Europa, impose un obbligo scolastico teso innanzitutto a formare il buon cittadino. Si può dire lo stesso, non nella chiacchiera ma nella sostanza, anche della moderna Repubblica Italiana che ha la ventura di governarci?”. Così, a Udine, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, a margine della dolorosa vicenda del probo carabiniere di Somma Vesuviana assassinato a Roma da due giovani “bene” statunitensi, implicati in un giro di droga, nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019.