MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO 2014

Un’aquila friulana di cartapesta, sogghignante, con una banconota nel becco, a significare come la corruzione sia presente insopportabilmente anche nella Piccola Patria, è stato uno dei soggetti presi di mira dagli studenti che hanno voluto rappresentare, in piazza a Cividale del Friuli, le peggiori iniquità del vivere contemporaneo, con l’intento, quanto meno ideale, di debellarle. Splendido successo per la prima edizione cividalese del Carnevale Civico Studentesco promosso dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” presieduti dal prof. Alberto Travain, manifestazione scolastica annuale che rivisitando antiche tradizioni alpino-adriatiche o mitteleuropee – friulane, venete, carinziane, slovene -, attualizza il ricordo dell’insurrezione regionale detta della “Joibe Grasse” o “Crudel Zobia Grassa” del lontano 1511, prima grande rivolta di popolo della storia europea moderna, attraverso l’abbattimento di torri allegoriche realizzate dalle scolaresche ed intitolate ai mali che affliggono la società di oggi. Il 26 febbraio 2014, a Cividale del Friuli, in Foro Giulio Cesare, gli alunni della locale Scuola Secondaria di Primo Grado “Elvira e Amalia Piccoli” hanno schierato decine di variopinti castelletti di cartone intestati a guerra, corruzione, invidia, indifferenza, egoismo, razzismo, violenza, inquinamento, bullismo e quant’altro, prontamente abbattuti dall’assessore comunale ai servizi scolastici geom. Flavio Pesante, dal dirigente didattico, dott.ssa Anna Maria Buttazzoni, dal presidente del Club UNESCO di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco nonché dal coordinatore dei sodalizi promotori, prof. Alberto Travain, a colpi di mazza o spadone, strumenti cerimoniali realizzati e consegnati loro dai ragazzi in segno di autorità sovrana derivante dal popolo. Al ricordo della rivolta popolare friulana della “Joibe Grasse” – gruppi di alunni hanno attraversato il centro cittadino addirittura indossando le caratteristiche rose e scandendo lo slogan dell’antica fazione popolana ribelle “Savorgnan! Savorgnan!” – s’è voluto accostare un particolare omaggio a tutti coloro che nella storia di Cividale, città madre del Friuli, nel coso dei secoli si ribellarono e si batterono contro le ingiustizie: una lettera indirizzata al sindaco Balloch, che ha pienamente apprezzato l’iniziativa pur non potendo essere presente, è stata consegnata dai ragazzi alle autorità comunali in ricordo della sfortunata e dimenticata “Congiura di Bertulo” avvenuta nella località nel 1404. Al termine, le scolaresche, dopo aver imposto all’assessore Pesante il simbolico cappello rustico che dal 2001 – quando fu calzato per la prima volta dall’allora sindaco di Udine prof. Sergio Cecotti – costituisce un cimelio storico della singolare manifestazione, si sono raccolte festosamente attorno alla grande bandiera del Fogolâr Civic accostante i colori giallo-blu aquileiesi ed europei al bianco dell’antica cittadinanza universale romana, auspicio di fratellanza e di coesione delle diversità al crocevia del Vecchio Continente tra memorie del passato e sogni di futuro. L’assessore ha promesso di far conservare presso il palazzo municipale il bastone e lo spadone di legno realizzati dai ragazzi per quell’iniziativa, come testimonianza di una città che ricorda e rinnova nell’attualità i suoi valori più profondi e gloriosi. Presente in piazza l’alfiere di sezione del I Quintiere del Fogolâr Civic (Friuli Orientale), geom. Sergio Bertini.

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