MERCOLEDÌ 3 GIUGNO 2015

A fonte di un’ipotesi non peregrina ma, in questo momento di “vacche magre”, probabilmente poco realizzabile, d’istituzione di due province regionali autonome nel Friuli Venezia Giulia, il sodalizio friulano di cultura civica euroregionalista Fogolâr Civic affida ad un piccolo documento, indirizzato “Alla cittadinanza, alle forze politiche e alle Pubbliche Istituzioni” della Regione, il proprio pensiero sull’argomento. “Un bilancio e un Consiglio regionali articolati, a zero costi aggiuntivi, in base a due macroidentità-vocazioni”: questa l’idea su cui si è riflettuto mercoledì 3 giugno 2015, durante una riunione consiliare del cenacolo popolare suddetto. “Preso atto della diversità d’istanze, causa differenti esigenze di gestione, tra un’importante realtà portuale, da un lato, e un entroterra variamente connotato e diversamente in genere orientato, dall’altro, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” desidererebbe contribuire ad un dibattito costruttivo su riassetto e ottimizzazione dell’amministrazione regionale in Friuli Venezia Giulia richiamando garbatamente l’attenzione della cittadinanza e delle sue rappresentanze politico-istituzionali in ordine all’utilità di creare, ancor prima che due eventuali province autonome, due bilanci seppur parziali, votati in seno a un Consiglio regionale comunque analogo a quello odierno eppure a tal fine articolato in due consulte territoriali individuanti, a zero costi aggiuntivi, le entità identitario-vocazionali suddette a mezzo consonante ripartizione dei consiglieri in base alle circoscrizioni d’elezione”. Questo il breve testo del documento, da cui traspare una lettura pragmatica dei possibili sviluppi del dualismo storico di quest’area d’Europa, delineatosi in età preromana e certo perpetuatosi senza soluzione di continuità ma variamente espresso da quel 568 che vide da un lato il formarsi, sotto i Longobardi, di una regione dell’immediato entroterra, detta già allora friulana dal Forum Iulii, suo polo aggregante, e dall’altro, il sottrarsi, sotto i Bizantini, di un comprensorio affacciato al mare. Categorie antiche che dopo tante vicissitudine possono ancora parzialmente sussistere sul piano vocazionale e meritano quindi debita attenzione sia in campo gestionale sia in senso identitario.

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