MIERCUS AI 13 DI AVRÎL 2016

A Udin, sore sere di miercus ai 13 di Avrîl 2016, li dal storic Bar Grappolo d’Oro devant dal Poç di Sant Zuan in Vie Stringher, il dean dal moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic e dal circul universitari furlan de Academie dal Friûl, prof. Alberto Travain, al à firmât, cui siei doi conseîrs movimentâi, gjeom. Sergio Bertini e tenôr Gianfranco Savorgnan, un apel ferbint ai citadins che a ledin sigûr a votâ e che a votin “sì” tal referendum “nazionâl” prossim dai 17 di Avrîl 2016. Un tant par pandi une dignitât e une culture civiche inlidrisade tes tradizions di democrazie e autonomie talianis.

NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 14.IV.2016

“Andate a votare e votate ‘sì’: è un fatto di cultura civica!”: è un fatto di cultura civica!”. Con un secondo “proclama” culturale nell’imminenza del referendum “nazionale” sulle trivellazioni in programma in Italia domenica 17 aprile 2016, dal Friuli Venezia Giulia il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” così si appellano alla cittadinanza. “Principi statutari di promozione della sovranità popolare e di sussidiarietà dal basso unitamente al riconoscimento di supremazia dell’interesse comunitario su quello privato, inducono il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’, insieme al Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’, non solamente a pronunciarsi a favore di un debito appello alle urne in occasione del prossimo referendum del 17 aprile 2016, ma anche a schierarsi, come testimonianza di cultura civica, apertamente a sostegno del ‘sì’ in una consultazione promossa da nove Regioni e avversata dal Governo centrale, occasione di scontro, al di là del quesito, tra due visioni – una autonomista e una centralista – dell’immanente Repubblica italiana. Che a garanzia della virtuosità delle autonomie vi sia ovviamente la necessità di adeguati controlli e contraltari è vero, ma che questi siano rimpiazzabili con un trasferimento di competenze al governo centrale non è rispettoso delle più antiche tradizioni ed aspirazioni di un’Italia che possa dirsi democratica. Cittadini, andate a votare se siete degni di tale nome e votate “sì” se volete ancora per lo meno esistere all’orizzonte delle decisioni che si prendono sulle vostre teste! Per lo meno, fatevi rispettare!”. Il documento, sottoscritto il 13 aprile 2016, reca le firme del presidente dei due sodalizi, prof. Alberto Travain, e dei due consiglieri “fogolaristi”, geom. Sergio Bertini e tenore Gianfranco Savorgnan. Già l’8 aprile le due organizzazioni avevano firmato a Udine un invito alla cittadinanza a guardarsi da chi promuove sciaguratamente l’astensione dalle urne in occasione di consultazioni referendarie richiedenti, pena l’invalidità, il raggiungimento di un quorum di votanti. Ecco il testo dell’appello intitolato “I cittadini veri non disertano i referendum!”: “Sui temi di un referendum ci si confronta democraticamente, con un ‘sì’ o con un ‘no’, oppure consegnando scheda bianca o nulla: certamente non restando a casa per invalidare, quale che sia, l’espressione di chi è andato alle urne, impedendo il raggiungimento del necessario quorum ossia del numero minimo di votanti affinché il responso risulti valido. In regime di democrazia invitare il popolo a non partecipare a una consultazione referendaria è culturalmente cosa intollerabile e legalmente andrebbe vietata. Il quorum sarebbe ancor meglio abolirlo ossia impedire a chi non si reca ai seggi d’invalidare la legittima espressione di chi lo fa; ma al momento il quorum esiste e chi si appella all’astensione pare, in modo eclatante e scandaloso, invitare al disprezzo del voto e, in un certo qual modo, della stessa sovranità popolare. Chi invita a disertare le urne in caso di referendum diseduca alla democrazia! Cittadini, attenti! Non prestate orecchio e allo stesso tempo non dimenticate chi osa invitarvi al disprezzo della partecipazione! È senz’altro vero che in anni passati non si è mancato di ripudiare il voto del popolo, ma lo è altrettanto che se quel popolo si lascia manovrare al punto di calpestare l’istituzione del referendum, l’unica ancora in cui il voto popolare dovrebbe avere un valore diretto, la democrazia non esiste più e, a settant’anni dall’istituzione in Italia della Repubblica, retrocediamo ufficialmente tutti al rango di – compiacenti, talvolta, e meschini – sudditi. Un appello all’orgoglio del cittadino ancora degno di tale nome!”. Per la cronaca, il documento socioculturale simbolicamente reca dodici firme, numero base dei consessi civici della tradizione, ovverosia quella del presidente dei due sodalizi, prof. Alberto Travain, e di un campione di undici sodali tra i più attivi del movimento (Alfredo Maria Barbagallo, Renata Capria D’Aronco, Jole Deana, Maurizio Di Fant, Carlo Alberto Lenoci, Antonietta Menossi, Eugenio Pidutti, Maria Luisa Ranzato, Gianfranco Savorgnan, Mirella Valzacchi, Gianna Zuccolo).

I CITTADINI VERI NON DISERTANO I REFERENDUM

CITTADINI, ANDATE A VOTARE E VOTATE ‘SI’!

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