MIERCUS AI 27 DI LUI 2016

Miercus ai 27 di Lui 2016, trops dal moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic, dal circul universitari furlan de Academie dal Friûl e de federazion provinciâl di Udin dal Istitût nazionâl talian dal Galon Turchin ur àn fat i onôrs, a Malborghet, ai erois des “Termopilis Austriachis” cuintri di Napoleon dal 1809, li dal monument che ju memoree.

NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 31.VII.2016

Mercoledì 27 luglio 2016, dopo aver celebrato a Coccau la memoria delle Termopili Alpine” contro le scorrerie turchesche del 1478 onorando in particolare i trecento patrioti carinziani caduti deliberatamente sul campo di fronte a forze sovverchianti, rappresentanze del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e della federazione provinciale udinese dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare si sono recate, sotto la guida del prof. Alberto Travain, in quel di Malborghetto presso il monumento commemorativo dell’epica resistenza opposta nel 1809 dal capitano asburgico Federico Hensel e dai suoi circa trecento soldati, provenienti da tante regioni della Mitteleuropa, che coraggiosamente, rifiutando di arrendersi a un nemico numericamente di gran lunga superiore, ostacolarono il passo della Valcanale agli eserciti napoleonici avanzanti verso il cuore dell’Austria. Si è voluto rendere, quindi, omaggio agli eroi delle cosiddette “Termopili Austriache”, ai difensori di Malborghetto e Predil nell’ambito di un conflitto che fu anche, in qualche modo, scontro di civiltà: la vecchia Europa tradizionalista rappresentata, da un lato, dagli Asburgo; dall’altro, un sistema laico, progressista ed imperialista incarnato da Napoleone. “È un dovere non dimenticare chi si è sacrificato per il proprio Paese, ma anche volontariamente per un senso dell’onore e per una certa idea di unità dei popoli europei” ha rimarcato il presidente provinciale udinese dell’Istituto del Nastro Azzurro, geom. Sergio Bertini. ‘Meglio la patria distrutta che la libertà conculcata’ risposero, pur disperando di reggerne le conseguenze, gli autonomisti friulani al pontefice che nel Medioevo tentò di soggiogare la Patria del Friuli e dopo sette anni di guerra prevalsero” ha ricordato il prof. Travain, presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl: “non cedere, rifiutare la resa in condizioni disperate, non piegare volontariamente il capo di fronte alla forza e alla prepotenza, può essere inteso come irrazionale e stupido in una società misaremente pragmatica e materialista come la nostra. Eppure il valore, non la furbizia; il principio, non l’espediente; la dignità, non l’utilità; il bene comune, non solo il proprio, costituiscono certo a buon titolo da millenni base e misura della grandezza, quella vera, dell’animo umano. Da Leonida a Hensel, a Giulio Regeni: onoriamo chi non si arrende di fronte alla forza e alla prepotenza!”.

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