MIERCUS AI 27 DI AVRÎL 2016

Miercus ai 27 di Avrîl 2016, il moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic e il circul universitari furlan de Academie dal Friûl a àn subit aderît ae publiche petizion inviulade dal sen. Luigi Manconi, ancje president de Comission sui dirits umans dal Senât talian, cu la associazion “A Buon Diritto”, par che a nivel internazionâl si rivi a “declarâ l’Egjit Paîs no sigûr” dopo che a àn copât li chel zovin ricercjadôr furlan, Giulio Regeni di Flumisel, che ancjemò a trataressin di fâle francje.

NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 1.V.2016

Immediata adesione di Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” alla nuova petizione online indirizzata “Ai giovani contemporanei nel nome di Giulio Regeni” promossa dal sen. Luigi Manconi, tra le altre Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato della Repubblica, alla guida dell’Associazione Per Le Libertà “A Buon Diritto”. Eccone il testo. “Qualche settimana fa, nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Commissione diritti umani del Senato, Paola Regeni, con quel linguaggio dolce e potente che ha saputo elaborare dal proprio dolore, ha definito suo figlio ‘un giovane contemporaneo’. Ovvero, una persona intelligente, curiosa, un ricercatore attento che allo studio e alla conoscenza aveva dedicato la sua vita, viaggiando, imparando le lingue, frequentando collegi e università in Paesi diversi. Giulio incarnava il sogno dei padri fondatori dell’Europa, il miglior risultato di quelle politiche di scambio culturale e integrazione su cui abbiamo puntato alcuni decenni fa e che tanto profondamente hanno cambiato le nuove generazioni del continente. Proprio per difendere questo pezzo fondamentale della nostra identità europea, l’uccisione di Regeni non può che portarci a considerare e dichiarare l’Egitto Paese non sicuro. Non lo è stato per Giulio e non lo è per migliaia di anonimi egiziani della cui sorte mai sapremo. E potrebbe non esserlo per i tanti turisti, lavoratori, studenti e ricercatori europei che vi si recheranno in futuro. Non può essere considerato sicuro uno Stato con il quale si intrattengono relazioni regolari, ma dove un cittadino italiano di fatto non viene tutelato nella propria incolumità: e dove, nel caso che essa venga compromessa, non sono garantite adeguate indagini per individuare i responsabili e ottenere giustizia. Non può essere considerato sicuro un Paese in cui centinaia di esseri umani vengono sequestrati, sottoposti a tortura e uccisi: solo negli ultimi otto mesi vi sono state 735 sparizioni e di circa 500 di queste persone non si hanno più notizie; mentre dal gennaio 2016 sono già 3 i morti accertati, con evidenti segni di tortura sul corpo. Di conseguenza, nelle relazioni dell’Europa con l’Egitto la questione dei diritti umani non può essere un accessorio insignificante. Deve essere, piuttosto, una priorità fra le priorità. E non si può immaginare un sistema di rapporti, di qualsiasi tipo, fra uno Stato europeo e un altro Stato che al suo interno non garantisca la tutela dei diritti fondamentali. L’oltraggio di cui è stata oggetto l’Italia da parte delle autorità egiziane nelle ultime settimane non colpisce solo questo Paese ma l’Europa tutta e l’insieme dei valori irrinunciabili in cui crediamo. Per queste ragioni, vogliamo mobilitarci affinché l’Egitto venga dichiarato paese in questo momento non sicuro, invitando i cittadini europei, in particolare ‘i giovani contemporanei’ del nostro continente, a non recarvisi. Questo fino a quando il regime lì dominante non abbia mostrato la concreta volontà di cooperare per la ricerca della verità su Giulio Regeni e garantito il pieno rispetto dei diritti umani. Chi voglia aderire scriva a: [email protected]. Invitiamo chiunque condivida questo testo a inviarlo ad amici e conoscenti in Italia ed altri paesi sollecitandone l’ulteriore diffusione”. Ritenendo riduttiva una mera richiesta di “verità” per il caso Regeni, poiché l’onore offeso del Friuli, d’Italia e d’Europa non si riscatta attraverso una semplice ricostruzione fedele dei fatti, con friulana franchezza, il prof. Alberto Travain, il geom. Sergio Bertini e il tenore Gianfranco Savorgnan, ossia il presidente dei due sodalizi e i due consiglieri del summenzionato movimento fogolarista facente capo alla città di Udine, “capitâl dal Friûl”, pur nel dichiarare immediatamente, il 27 aprile 2016, la “piena adesione sociale alla petizione” hanno scritto di credere “che soltanto la non metaforica caduta dei tiranni carnefici del nostro Giulio e di tanti altri eroi di libertà rappresenti un approdo adeguato per le legittime richieste di giustizia”. All’adesione la rappresentanza associazionistica ha soggiunto “umile testimonianza del piccolo contributo che questo manipolo di cittadini addolorati e furenti ha creduto di dare, nella ben più ampia cornice della variegata e generosa mobilitazione popolare registrata in Italia, in Europa e nel mondo come indignata risposta a un oltraggio all’indirizzo di tutti noi: una lettera (in lingua latina, per essere imparziali) ai Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi della nostra pur scalcinata Unione Europea e un ‘numero unico’ elettronico plurilingue dedicato a Giulio, che abbiamo inviato, anch’esso, ai governanti di tutta l’Europa comunitaria e alle comunità friulane – i ‘fogolârs’ – sparse nel mondo intero. Il 25 aprile abbiamo reso omaggio a Fiumicello alla tomba di Regeni, martire cosmopolita, deponendo ai suoi piedi la nostra bandiera, quella dell’antica metropoli friulana di Aquileia, storico ponte interculturale tra Mitteleuropa e Oltremare mediterraneo; una bandiera recante un’aquila dorata dal sole nel cielo azzurro; un’aquila in volo, come il nostro Giulio… Piccole cose ma grate al cuore di chi ancora crede in qualche ideale. Avanti, allora, anche con il piccolo nostro appoggio! ‘Indevant’ si dice da noi, nella lingua friulana mitica sintesi d’Europa che anche Giulio – sappiamo  – parlava oltre a tante altre più grandi e famose ‘citra’ e ‘ultramarine’, da ‘buon cittadino’ locale e globale. Avanti, insieme!”.

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