No mutual respect among Friulians?

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 3 April 2020

FRIULANI, CARENTI DI RISPETTO RECIPROCO, PRINCIPALE MOTIVO DELLA LORO DISUNIONE?

In occasione della Festa della Friuli, a 600 anni dalla caduta dello Stato medievale friulano, videomessaggio di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, “grilli parlanti” della Friulanità.

Un cjâr mandi a ducj i furlans de presidence dal Fogolâr Civic e de Academie dal Friûl, trente agns e passe di culture civiche pe Furlanie e pe Europe unide dai timps di Aquilee. Vuê, 3 di Avrîl, fieste nazionâl dal nestri Friûl, ricuardant il 1077, la dominazion dai Patriarcjis, che i furlans a àn savût domâle e stramudâle intun Stât dut lôr. Pierdût sù dut, che a son 600 agns e dut parcè che no sin bogns di rispiet un dal altri! Vino imparât alc in tancj agns passâts? E vive il Friûl, ma cun plui sintiment!”. Questo, rigorosamente in “marilenghe” friulana, il testo del videomessaggio, indirizzato, a mezzo social, “al popul furlan” dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, in occasione della Festa della Patria del Friuli 2020, nella ricorrenza della fondazione dello Stato friulano medievale, avvenuta il 3 aprile 1077. Il prof. Travain si è, però, soffermato anche sul sesto centenario della caduta di quello Stato, eternamente in preda a guerre civili, cavallo di troia per invasioni forestiere, indicandone la prima causa nel dato antropologico dell’estrema faziosità dei friulani, vizio condiviso storicamente con larga parte delle genti italiche, ma vuolsi retaggio dei padri celti. “Siamo incapaci di rispetto reciproco”: amare e implacabili le conclusioni dell’intellettuale udinese, invettiva contro una disunione dei friulani, spesso orgogliosa e legittima reazione a grettezza e dappocaggine erroneamente e subdolamente confuse con la rustica virtù della schiettezza. Un invito, quindi, alla riflessione, ad un’utile contrizione, auspicata foriera di costruttivi miglioramenti in campo socio-relazionale, base di tutto, ad ogni livello: l’esatto contrario, insomma, della vuota retorica patriottarda, del friulanesimo a buon mercato, di un superficiale e furbesco ottimismo, miope ed inadeguato a rappresentare ed a garantire una realtà quotidiana migliore. Il ricordo delle irresponsabili, smodate, ambizioni e gelosie dei friulani di 600 anni or sono, prima origine del crollo dello Stato regionale del tempo e della sua sottomissione a potenza forestiera, è stato, così, attualizzato, da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, rinnovatisi “grilli parlanti” della coscienza civica del territorio.

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