Omaggio al “Patrono Civile” di Udine

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 8 giugno 2018

EMOZIONE A UDINE PER L’OMAGGIO CIVICO A BERTRANDO “PATRONO CIVILE”

Pregnante incontro tra “citadins” e “sorestants” nella Sala del Popolo della Capitale del Friuli per ricordare il “padre della patria”. Bandiera aquileiese a mezz’asta sulla specola del Castello.

Viva emozione in municipio a Udine nella ricorrenza commemorativa del “padre della patria”, morto per fare della città una “nuova Aquileia”, capitale del Friuli e di quella piccola Europa unita che fu l’antico Patriarcato aquileiese. Mercoledì 6 giugno 2018, nel 668° anniversario dell’assassinio del patriarca Bertrando di Saint Geniès, proclamato nel 2001 “Patrono Civile” del Comune di Udine su istanza di popolo e voto di Consiglio municipale, il civismo urbano raccordato attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, al Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” ed al Club per l’Unesco di Udine, con il patrocinio culturale dell’Arengo popolare cittadino, ha rinnovato gli onori in Sala del Popolo, a Palazzo D’Aronco, all’icona laica del benefattore cui la città tutto deve in termini di passata centralità regionale ed internazionale. L’icona, opera del noto pittore prof. Michele Ugo Galliussi e della rinomata ricamatrice cav. Antonietta Monzo Menossi, presenti entrambi alle rimembranze, era stata donata nel 2015 dal Fogolâr Civic alla cittadinanza municipale e fatta collocare dall’allora sindaco prof. Honsell non a caso nella cornice della Sala del Popolo, a celebrazione dei grandi meriti democratici di colui che, tra le altre, si vuole anche fondatore dell’Arengo comunale, massimo istituto di partecipazione della storia udinese. I sodalizi promotori dell’iniziativa si erano, per l’occasione, appellati alla più ampia partecipazione popolare, associazionistica, scolastica, sociale. A coronamento di tale spontanea rimembranza civica, avviata nel 1991, s’era suggerita anche l’esposizione a mezz’asta da parte dell’Amministrazione – come già avvenuto nel 2001, sotto il sindaco prof. Cecotti – della bandiera friulana/aquileiese sulla specola del Castello, ad ulteriore dimostrazione di lutto civico per l’assassinio di un indimenticato “padre della patria”. Proposta accolta dal nuovo governo cittadino retto dal prof. Pietro Fontanini, per cui, per tutta la giornata, il vessillo del Patriarcato, dall’alto dell’acropoli udinese, ha potuto ricordare, “a mieç baston”, come la data non fosse affatto ordinaria. A presiedere la cerimonia in municipio, il cameraro dell’Arengo udinese riformato, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, accompagnata dal procuratore dell’assemblea arengaria, dott.ssa Maria Luisa Ranzato. Autorevole, trascinante, applauditissima, nella più limpida lingua friulana, l’inattesa orazione tenuta da un alunno della scuola media di Feletto Umberto, certo Paolo Cescutti, intervenuto insieme a numerosa scolaresca giunta apposta per rendere omaggio in municipio alla memoria del grande Bertrando, secondo costume avviato in questi anni dal prof. Alberto Travain, alla guida del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl. Limpidi anche i contenuti proposti dal giovanissimo: dalla fascinosa immagine di Udine, sorta di “citât federâl” organizzata dal Patriarca “tirant dongje i paisuts, stramudâts in borcs” all’efficace idea di un Bertrando “ocitan di sanc, francês di cjâf e furlan di cûr”, per arrivare al progetto ed al sogno di una “patrie là che si sta ben”. L’aveva detto ai suoi alunni in sala, il prof. Travain, quale fosse davvero il senso di un omaggio interculturale, laico, inclusivo, alla memoria di un benefattore della comunità ucciso 668 anni prima ed eletto padre della stessa: “il ricordo di un papà o di un nonno che non c’è più può essere senz’altro una buona occasione per riunire fratelli o cugini, per farli sentire davvero famiglia. Questo è certamente un giorno di lutto, perché Udine e il Friuli ricordano la morte di un loro grande paladino, ma è anche un giorno di festa, perché il ricordo di quel grande ‘nonno’, l’anziano Patriarca, matrice di civiltà di questa parte d’Europa, ci richiama ad essere una famiglia, fondata su grandi valori. Siamo ‘aquileiesi’, abituati ad unire le differenze sotto una testuggine irriducibile, pronta a resistere alla barbarie!”. Per i gruppi promotori del Fogolâr Civic e di Europa Aquileiensis, ha preso la parola lo studioso romano Alfredo Maria Barbagallo, che ha sottolineato la centralità del culto civile di Bertrando come momento di rinnovato raccordo internazionale di quello spazio alpino-adriatico affratellato un tempo dalla comune appartenenza al Patriarcato aquileiese. A seguire, gli indirizzi di saluto delle rappresentanze associazionistiche. Sono intervenuti la prof. Laura Zanelli, presidente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli, l’arch. Giuseppe Vacchiano, presidente della Pro Loco di Città “Borgo Sole Udineovest”, il sig. Mario Rizzi, rappresentante del Circolo Culturale e Ricreativo “Nuovi Orizzonti” e il geom. Giuseppe Capoluongo, priore della locale Confraternita del Santissimo Crocefisso. Il prof. Pietro Enrico di Prampero, scienziato e accademico di fama internazionale, è stato invitato a rendere testimonianza, in rappresentanza ideale dell’esigua parte di nobiltà del Friuli rimasta fedele al Patriarca di fronte alla grande congiura che portò al suo assassinio. Non senza emozione, il Professore ha ricordato come, da quel lontano 1350, la sua famiglia, venuta di Germania al seguito del grande patriarca Poppone, avesse imposto a tutti i suoi figli maschi anche il nome stesso di Bertrando. Ed ecco, quindi, il momento degli onori. Alla dott.ssa Marisanta de Carvalho di Prampero, ex assessore e consigliere comunale cui si dovette l’approdo in Consiglio della “questione” del Patrono Civile, è toccato, dunque, l’onorevole compito della solenne lettura del testo di proclamazione patronale laica del personaggio. Al comando “aptac – presentîr”, le cinque bandiere del Fogolâr Civic, commemorative dei cinque “quintieri” udinesi e friulani risalenti a Bertrando, rette dalle signore Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Iolanda Deana, Luisa Faraci e Luigina Pinzano, del Servizio Cerimoniale fogolarista, si sono inchinate, nel silenzio ondeggiante di una sala commossa. Vibranti, i discorsi dei neoeletti amministratori comunali, che hanno chiesto innanzitutto un applauso particolare per il prof. Alberto Travain, anima storica della manifestazione, intervenuto con le scolaresche, ricordando il suo impegno pluridecennale volto a ravvivare un senso di patria, procedente da quella friulana. “Non dimenticheremo realtà e associazioni che, in tempi di oblio, hanno saputo tenere alta la bandiera!” ha affermato il vicesindaco rag. Loris Michelini, nella sua avvincente orazione sulla circostanza. Rinnovato, fragoroso applauso anche per il giovanissimo oratore studentesco giunto da Feletto. “Brâf chel frut! E o speri che un doman si movin ancje scuelis di Udin!” ha auspicato il sindaco prof. Pietro Fontanini, congratulandosi con il ragazzino. A conclusione della cerimonia, di natura prettamente laica, l’intervento del benemerito don Tarcisio Bordignon, esempio fulgido di sacerdote assimilabile a Bertrando anche per costume caritatevole di pranzare con i derelitti. All’accoglienza avuta dagli Amministratori, le scolaresche ha risposto con uno spontaneo saluto canoro, parte oramai delle tradizioni civiche e studentesche della città, intonando a cappella il battagliero “Oh, sù, sù, se il mont si strucje” commentato persino da Gabriele D’Annunzio.

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