Omaggio friulano a Jörg Haider

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 13 ottobre 2018

HAIDER RICORDATO A UDINE COME PADRE DELL‘EUROREGIONE

Fogolâr Civic, con qualificato civismo locale, ha onorato il mito del governatore carinziano che in tempi moderni tanto si prodigò per l’unità dei popoli alpino-adriatici, scomparso dieci anni or sono, causa oscuro incidente d’auto. Il presidente fogolarista prof. Travain: “Orgogliosi di un grande mitteleuropeo che sfidò i potenti d’Europa e del mondo intero!”.

Non voleva minareti nella sua Carinzia ma sfidò gli USA guerrafondai quando indossò una spilla arcobaleno recante una bandiera della pace per protesta contro l’aggressione americana all’Iraq nel 2003. Mentre in Friuli Venezia Giulia il governatore regionale invitava gli imprenditori a delocalizzare a danno dei poveri lavoratori locali, lui apriva il suo ‘Land’ all’imprenditoria di ogni dove purché desse lavoro ai carinziani e rispettasse le regole della Carinzia. Fu convintissimo promotore di un’idea di cooperazione transfrontaliera e di unione dei popoli alpino-adriatici nella cornice di un’euroregione non solo dei burocrati ma anche senz’altro della coscienza popolare: un’euroregione a favore della quale anch’egli pose la sua firma il 17 ottobre 2005 a Villa Manin di Passariano. Figura, certo, controversa: da un lato riconosceva le identità forti dei popoli del Nordest italiano; dall’altro, si opponeva agli sloveni di Carinzia. Popolarissimo, troppo popolare anche perché alle volte troppo diretto e quindi troppo scomodo ai grandi poteri ai quali la sua morte non potè che far comodo quando, dieci anni or sono, ottenne un successo elettorale tale da farne il vero ago della bilancia della politica austriaca… Così appariva: questo era il mito di Jörg Haider, vittima, l’11 ottobre 2008, di un oscuro incidente stradale sulla cui casualità ancor in molti nutrono gravissimi dubbi. ‘Assaz podon cridar e braire / Friolan e l veizin d’entor / Car ben savon lor aversaire / Qu’il an perdut lo bon pastor’: ‘Hanno di che strepitare e dolersi i friulani e i vicini dintorno, poiché ben sanno i loro avversari che essi hanno perduto il buon pastore: questo presagiva un lamento funebre in provenzale, in morte di un antico patriarca di Aquileia, testo utilizzato dieci anni fa dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico Fogolâr Civic per rendere omaggio al governatore carinziano scomparso, grande propulsore di un’euroregione tra Alpi e Adriatico che potesse davvero essere fucina di una nuova Europa…”. Appassionato, il discorso tenuto dal prof. Alberto Travain, presidente del “Fogolâr Civic”, intervenuto alla “luminarie” improvvisata a Udine dal sodalizio, in Piazza Libertà, presso il monumento alla Pace di Campoformio, simbolo storico euroregionale, nella decennale mesta ricorrenza della morte di Haider. “’Une colone de nestre patrie euroregjonâl, eine Säule unseres euroregionalen Vaterlandes: così l’avevamo definito e pianto nel 2008. Comeuna colonna della nostra patria euroregionale. Con lo stesso spirito, durante la Festa dell’Amicizia tranfrontaliera, il 13 ottobre 2001, in Carinzia, a Friesach, dove nel Medioevo si batteva moneta per l’intera area, gli avevamo conferito la massima nostra onorificenza civista, dedicandola, con moto fraterno, all’intero popolo carinziano: il “Garoful Civic” aureo, del maestro Piero Maria Crestan, das echte Abzeichen des friaulischen Volkes‘, vero simbolo del popolo friulano, richiamante il mito del Patriarca Bertrando e della ribellione civica ai tiranni, distintivo artistico creato in occasione della proclamazione laica del l’eroe medievale aquileiese a ‘Patrono Civile’ del capoluogo storico del Friuli. Si appuntò alla giacca il nostro emblema e ne fece onorato sfoggio. Checché ne abbia a dire – anche con silenzi e censure – larga parte delle stampa locale e la partitocrazia contraria, l’ammirazione dei friulani per Haider era ed è tuttora evidentemente significativa. La narrazione su una persona si presta ad essere piegata agli scopi di chi la racconta. E anche per Haider vale senz’altro il principio pirandelliano dell”uno, nessuno, cento mila‘. Non ho mai creduto, personalmente, come gran parte dei friulani, dei veneti, alla fatalità di quell’incidente. Anche i politici scomodi possono morire casualmente, eppure la casualità in certi casi è sospetta. E come è noto storicamente le prove s‘inventano e anche si cancellano. Haider dava senz’altro fastidio all’Europa che oggi molti dei suoi popoli iniziano a combattere fieramente, non per sottrarsi alla grande famiglia di civiltà comune nella quale rientrano a pieno titolo bensì ai tiranni che su quel nobile consorzio vorrebbero spadroneggiare. Haider non solo doveva morire ma la sua memoria doveva essere possibilmente in ogni modo infangata, svilita, dannata. ‘Lor Signori’ non ci sono riusciti se oggi, a dieci anni dalla scomparsa del controverso governatore carinziano, persino a Udine, città purtroppo sempre più tiepida sul piano dei sentimenti e della loro esternazione, cittadini si sono ritrovati in piazza per celebrare il mito di un moderno ‘pater patriae’ transfrontaliero, paragonato addirittura a un antico patriarca aquileiese. Con tutti i suoi difetti e i suoi pregi, Haider non è stato dimenticato per quello che di meglio a saputo rappresentare per ‘i friulani e i vicini dintorno’”. Un omaggio compunto, sobrio, solenne, sbocciato nel canto popolare spontaneo di “Stelutis Alpinis”, inno friulano all’immortalità. Presente valida rappresentanza di vario e qualificato civismo culturale teso ad fornire testimonianza di riconoscenza, attaccamento, affetto, stima, nei confronti di una leggenda contemporanea che ha subito anche ingiustamente una “damnatio memoriae”: dal cameraro dell’Arengo udinese nonché presidente del locale Club Unesco, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, accompagnata dal procuratore arengario Alfredo Maria Barbagallo, alla dirigente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli, dott.ssa Laura Zanelli; dalla mitteleuropeista Mirella Valzacchi, in rappresentanza del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, al picchetto d’onore del Fogolâr Civic, costituito per l’occasione dalle signore Marisa Celotti, Luigina Pinzano e Paola Taglialegne, oltre a numeroso altro popolo convenuto. “Siamo molto contenti, con questo gesto, di dare uno schiaffo ai potenti d’Europa e del mondo che nella figura di Haider poterono vedere un precursore pericoloso dei sacrosanti moti di oggi contro i tiranni dell’economia globale. Contenti e orgogliosi, alla faccia di tanti loro tirapiedi e pennivendoli sguinzagliati anche in queste contrade a danno delle comunità locali”.

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