Par no desmentegar De Rolandis e Zamboni…

Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Ùdine, 8 xenàro 2020

DE ROLANDIS E ZAMBONI RICORDATI A UDINE

Sulla piazza friulana sacra alla memoria dell’Italia intera, in occasione della Giornata Nazionale della Bandiera, il Fogolâr Civic ha commemorato i due dimenticati universitari bolognesi inventori del Tricolore.

Dopo aver scritto sull’argomento al Presidente della Repubblica nella Giornata Nazionale della Bandiera (7 gennaio), il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha voluto, l’8 gennaio 2020, a ridosso di tale ricorrenza, onorare la memoria dei due obliati studenti universitari bolognesi, il piemontese Giovanni Battista De Rolandis e l’emiliano Luigi Zamboni, martiri di libertà, che, nel 1794, avrebbero inventato il tricolore civico rivoluzionario italiano. Una delegazione sociale, formata dal leader fogolarista prof. Alberto Travain; dal cameraro dell’Arengo cittadino, prof.ssa Renata Capria D’Aronco; dalla segretaria del Fogolâr Civic, sig.ra Iolanda Deana; dalla caposervizio cerimoniale, sig.ra Marisa Celotti, e dagli attivisti sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Milvia Cuttini, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Rosalba Meneghini, sig.ra Luigina Pinzano e sig.ra Paola Taglialegne, si è recata, a Udine, in Piazza Libertà, al Tempietto dei Caduti, sotto la Loggia di San Giovanni, per porvi all’ingresso una coccarda tricolore in ricordo dei due eroici e sfortunati autori del simbolo civico accomunante le genti d’Europa a sud delle Alpi. “Non siamo affatto nazionalisti e ancor meno patriottardi. Il Fogolâr Civic civista friulano si conferma fieramente europeista e senz’altro euroregionalista, nel solco delle grandi tradizioni mitteleuropee di Madre Aquileia, cerniera di nazioni: tra queste, senz’altro anche quella italiana, delle cui migliori vicende ideali noi naturalmente promuoviamo memoria. Non condividiamo quel Risorgimento che volle separare gli italiani da altre genti sorelle d’Europa e fonderli in un’unica nazione superante e opprimente quelle gloriose antiche. Aborriamo senz’altro quell’Italia ‘francese’, giacobina, omologante, irriverente nei confronti di un suo articolato eppur degno passato: quel Giardino d’Europa che ha trasformato le sue lingue in dialetti, per successivamente dimenticarli ora con l’intenzione di consegnarsi all’inglese ad alla più stupida globalizzazione. Non è questo che celebriamo ricordando De Rolandis e Zamboni, ma il giovane coraggio di mettersi in gioco e di volersi spendere per un futuro comune migliore, comunque la si veda. Se alla radice del Tricolore italiano vi è una così vissuta testimonianza di altruismo, di idealismo civico, allora tutti noi dobbiamo onorala e portarla ad esempio alla gioventù di oggi e a certe pragmatiche generazioni mature, alle cui ignavia e connivenza l’Italia odierna deve molte delle sue carenze e delle sue incancrenite situazioni peggiori. Anche non condividendone taluni accenti, quella dei due ragazzi allora giustiziati dal governo pontificio in Emilia, pare veramente un’Italia ‘migliore’, sogno per il quale non pochi hanno dato, nel corso dei secoli e dei millenni, spontaneamente la propria vita. Ad essi l’omaggio più deferente e la gratitudine della posterità, anche su questa piazza, sacra alla memoria di tutta Italia, tragico scenario della Grande Guerra!”. “Quei giovani sono nei nostri cuori!” ha affermato, commossa, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, presidente popolare elettiva della cittadinanza udinese: “un esempio per i giovani d’oggi e per tutti noi!”. Rappresentati il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Club per l’Unesco di Udine, il Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” e il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”.

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