Comunicato ARENGUM/ARENGO/RENC alla stampa italiana – Udine, 12 gennaio 2019
L’ARENGO DEI CITTADINI CONTRO LE CIRCOSCRIZIONI DEI “NOMINATI”
Il presidente della storica assemblea di popolo udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, alza la bandiera della rivolta contro una riforma dei quartieri locali “tutt’altro che democratica e partecipativa, che non fa onore alle tradizioni civiche migliori e al genio popolare della città!”.
“Promuovere autonomie civiche articolate e partecipate, anche attraverso una rigenerazione delle Circoscrizioni rionali connessa a rinvigorimento dei comitati di quartiere preposti alla valorizzazione del territorio e con il sostegno ad un ampio ventaglio di opzioni partecipative”: rilegge amaramente, il “cameraro” dell’Arengo popolare udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima carica elettiva spontanea della cittadinanza locale, il punto 5 del “capitolato di civiche istanze” che il 6 maggio 2018 aveva sottoposto alla firma di entrambi i candidati al ballottaggio per la carica di Primo Cittadino di Udine, istanze tratte dal pregresso deliberato assembleare arengario 2015-2017. “Ora Fontanini e Martines, maggioranze ed opposizioni, cui si aggrega una mal definita società civile, di fatto concordano sull’avvio di nove Circoscrizioni rionali dotate di altrettanti Consigli incredibilmente non elettivi – nemmeno informalmente – ma nominati, al contrario, dal Sindaco, su un ventaglio di nomi indicati dalla partitocrazia cittadina nonché da uno straordinariamente rifiorito e mobilitato associazionismo urbano. Durante la riunione del 20 settembre 2018 tra il Sindaco e le deputazioni arengarie, lo stesso si era impegnato a consultare specificamente le stesse, prima di procedere con la riforma delle Circoscrizioni. Ciò non è avvenuto ed è inutile dire che ci sentiamo snobbati ed offesi oltreché dissenzienti rispetto a un progetto politico-istituzionale che tutto è fuorché partecipazione – se diamo ai termini il loro valore –, ma non è nemmeno democrazia rappresentativa, indiretta. I cittadini udinesi con ancora un senso della dignità civica dovrebbero offendersi di fronte a una simile messinscena che affida idealmente la rappresentanza dei loro quartieri a consulte non elette da loro. Siamo preoccupati e desideriamo rappresentare i tanti cittadini che nulla sapevano e nulla sanno di queste manovre sulle loro teste e che difficilmente potranno riconoscere autorevolezza a simili consessi! Si tratta di un’iniziativa tutt’altro che democratica e partecipativa, che non fa onore alle migliori tradizioni civiche e al genio popolare della città!”.