Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 9 giugno 2019
BERTRANDO: DOPO 18 ANNI, ANCORA UN PATRONO LAICO INCOMPRESO
Il Fogolâr Civic, nella Sala del Popolo di Palazzo D’Aronco a Udine, ha reso omaggio al “Patrono Civile” della cittadinanza della cosiddetta “Capitâl dal Friûl” o “Aquileia Nova”. Il presidente prof. Travain: “Non sarà la pochezza o l’ignavia degli interlocutori a farci ritirare dal campo di un’attualissima e seria battaglia di civiltà!”. Il cameraro dell’Arengo, prof.ssa Capria D’Aronco: “Mai cedere nella testimonianza!”
A diciotto anni dalla proclamazione del Patriarca Bertrando a Patrono Civile della comunità udinese, proclamazione avvenuta in Consiglio comunale nel 2001, con l’approvazione della mozione di sentimenti di Prampero de Carvalho, espressione dei voti di un’avanguardia del civismo culturale di Udine guidata dal movimento ora denominato Fogolâr Civic, giovedì 6 giugno 2019 ossia nel 669° anniversario dell’assassinio del popolare principe-vescovo aquileiese che avrebbe usato, a livello locale, la democrazia come utile antidoto contro il prepotere delle consorterie nobiliari ostili al controllo da parte del Patriarcato, una delegazione civista locale ha reso omaggio, nella Sala del Popolo di Palazzo D’Aronco, all’icona secolare del Beato, opera realizzata nel 2015 dal pittore prof. Michele Ugo Galliussi e dalla ricamatrice cav. Antonietta Menossi Monzo e donata alla cittadinanza dal Fogolâr Civic per essere collocata, su disposizione dell’allora sindaco prof. Furio Honsell, nel civico salone intitolato per l’appunto al popolo udinese politicamente beneficato da Bertrando con l’istituzione dell’Arengo democratico della città. A guidare la delegazione, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, che ha amaramente rimarcato come siano trascorsi ben diciotto anni – quanti ne servono oggi a un cittadino per essere considerato maturo – senza che il Comune, nell’avvicendarsi delle Amministrazioni, delle maggioranze e delle opposizioni, abbia effettivamente maturato coscienza coerente e produttiva del valore enorme di quell’atto ufficiale del 2001, che fa di Udine l’unica città del mondo storicamente cattolico ad avere, accanto ai Patroni religiosi, anche un Patrono laico, interculturale, inclusivo, matrice locale di valori universali di civiltà, di legalità, di giustizia, di solidarietà, democrazia, difesa della patria, del bene comune. “D’altro canto – ha detto Travain – finché potremo continuare a reggerla, quella bandiera cadrà nelle ortiche. Non sarà certo la tiepidezza ovvero la pochezza di parte significativa degli interlocutori istituzionali nonché l’ignavia di consistente porzione del popolo a farci desistere dall’impegno di perpetuazione e rinnovamento di un mito morale di cui la nostra comunità, nel Terzo Millennio, seppur non prova, mostra ancora enorme necessità, anche di fronte alle sfide di una globalizzazione selvaggia rispetto alla quale solo un localismo cosmopolita ben congegnato può dare frutti utili alla coesione capillare dell’Umanità contro le minacce al bene comune particolare e generale! Non sarà la pochezza o l’ignavia degli interlocutori a farci ritirare dal campo di un’attualissima e seria battaglia di civiltà!”. “Mai cedere nella testimonianza!” ha rilanciato il cameraro dell’Arengo udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità elettiva del civismo cittadino, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, la quale ha voluto lodare Travain, anche suo delegato alla formazione civica ed alla cittadinanza attiva in seno al sopraccitato Club, per l’indefessa e irriducibile tenacia, davvero “aquileiese” ed “udinese”, con cui, per ben tre decenni, ha tenuto e tuttora tiene il campo di una battaglia per la riforma e il rafforzamento inclusivo e coesivo dell’identità comunitaria, da quella locale sino, quanto meno, alla dimensione internazionale storica segnata dalla vicenda del grande Patriarcato di Aquileia. Tra le rappresentanze del civismo culturale presenti, anche il prof. Giorgio Vello, storico amministratore municipale al fianco dell’indimenticato sindaco Candolini, oltreché il priore dell’antica confraternita udinese del Santissimo Crocefisso, sig. Giuseppe Capoluongo, insieme a qualificata delegazione del “cjavedâl” o gruppo operativo fogolarista guidata dalla segretaria del Fogolâr Civic, sig.ra Iole Deana, e dal capo cerimoniale, sig.ra Marisa Celotti, con le attiviste sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Luigina Pinzano e sig.ra Paola Taglialegne. Intervenuto anche il procuratore arengario udinese, dott.ssa Maria Luisa Ranzato. Presente, inoltre, rappresentanza dello storico Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”. Ai piedi dell’icona laica bertrandiana, in Sala del Popolo, il presidente fogolarista prof. Travain ha deposto, oltre ad un simbolico, popolare, mazzo di fiori di campo abbinati ad una rosa della tradizione devozionale e civista di Udine, una cornicetta recante il testo della proclamazione municipale del Patriarca a “Patrono Civile” della cittadinanza della cosiddetta “Capitâl dal Friûl” o “Aquileia Nova”, di cui, a seguire, si rinnova il testo della succitata mozione di sentimenti proposta, su istanza popolare, dal consigliere comunale udinese dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho il 29 maggio 2000 e fatta propria dal Consiglio cittadino il 30 marzo 2001 . “Il Consiglio comunale di Udine, premesso che Bertrando è riconosciuto dalla Storia come il grande pastore principe dello Stato patriarcale friulano, perché in un’epoca tumultuosa seppe con intransigenza impostare sul territorio una politica di rinnovamento civile e morale, applicando riforme istituzionali laiche ed ecclesiali, amministrative e militari tali da rinvigorire la sua giurisdizione nel contesto europeo; ricordato che Bertrando, francese per nascita, per studi, per esperienza di ruoli svolti alla corte papale di Avignone, aveva improntato la riorganizzazione del suo Stato secondo la concezione francese, e cioè sull’autorità di un principe forte che effettuasse il controllo del territorio affidato peraltro a singole responsabilità individuali e su una capitale in grado di fungere da centro coordinatore; evidenziato che Bertrando, avendo scelto Udine quale sede della Chiesa di Aquileia e capitale del Friuli, aveva altresì dotato la città della costituzione più democratica della storia locale, allargando la rappresentatività popolare nel governo cittadino tanto da rendere la Comunità udinese tipologicamente il Comune più ‘italiano’ del Friuli medioevale; sottolineato che Bertrando, oltre che pater patriae locale e regionale, nell’immaginario collettivo è riconosciuto oggigiorno come il paladino della partecipazione proprio per la storica istituzione in Udine dei cinque quartieri suburbani e dell’Arengo, la cui campana ancor oggi chiama in Consiglio comunale i delegati del popolo; considerato che è avviato in città un processo di attualizzazione culturale che tende a ricercare nella realtà storica i valori di riferimento civili e morali per un’adesione costruttiva alla propria identità, processo che nulla ha a che vedere con la superficialità di certa retorica friulanista; preso atto che anche singoli cittadini, il Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’, i Borghi e le Circoscrizioni hanno operativamente espresso la volontà di ritrovare nei miti, nei simboli, nei valori del passato un’identità utile alla gente comune, perché si ritenga ancora, come allora, un ‘popolo che conta in una città che conta’; proclama il Patriarca Beato Bertrando di Saint Geniès Patrono Civile della Comunità”.