“Pensar ùgnoƚo a bon fin”

Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Ùdine, 13 lujo 2020

FOGOLÂR CIVIC CONTRO L’ARCIVESCOVO: “PENSIERO UNICO A FIN DI BENE!”

La Presidenza del noto cenacolo culturale friulano critica alcune esternazioni del presule udinese, durante la festa dei Santi Patroni. Il leader prof. Travain: “La Chiesa si appella al libero pensiero soltanto da quando non domina più e c’è tanto bisogno di senso comune per costruire il bene comune!”.

È davvero curioso ed è un segno dei tempi il fatto che la Chiesa, la quale una volta imponeva il suo come pensiero unico, oggi, invece, potente, però non più in grado di dominare come in passato, si ritrovi paladina del libero pensiero!”. Ecco il primo commento del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, a margine dell’omelia dell’arcivescovo udinese mons. Andrea Bruno Mazzocato in occasione della solennità dei Santi Patroni locali Ermacora e Fortunato, il 12 luglio 2020. Durante la celebrazione eucaristica nella cattedrale, il presule aveva, infatti, attaccato la legge, allo studio del Parlamento, contro l’omofobia, denunciando apertamente un tentativo d’imporre la dittatura del pensiero unico, definito “virus” serpeggiante anche oggi come al tempo degli imperatori che perseguitavano chi si ribellava al culto della loro divinità, vago richiamo al sacrificio estremo dei protomartiri aquileiesi. “La Chiesa ancora non si vergogna delle discriminazioni che per millenni ha fomentato facendo leva su principi e interpretazioni di una religione che ora ha incrementato ora, invece, ha distrutto antichi valori di tolleranza e di civiltà?” ha proseguito il prof. Travain, dissentendo anche largamente dal successivo intervento del sindaco prof. Pietro Fontanini, giudicato appiattito sulle posizioni dell’arcivescovo, con un oleografico richiamo a radici aquileiesi e friulane piegate alla dottrina ecclesiastica: “Chiariamo. In questo duomo, oggi, siamo stati gli unici ad alzarci in piedi quando si è intonato il ‘Plebs fidelis Hermachore’, antico inno del Patriarcato. Non saremo noi a rinnegare la Storia e ancor meno ciò che ha portato di buono in termini di progresso umano. Ma quando diciamo di essere ‘aquileiesi’ e quando diciamo di essere ‘friulani’, affermiamo un’appartenenza ad una storia che è stata cristiana, con tutti i suoi pregi e difetti, e non solo. Aquileia tutt’altro che cristianamente celebrò l’amore divinizzato tra l’imperatore Adriano e il suo giovane pupillo Antinoo, persino associato, quest’ultimo, al nume locale Beleno! E vogliamo ancora parlare della presunta omosessualità di Cesare, illustre padre della patria friulana? Ricordo ancora quella volta in cui, alcuni anni addietro, in occasione delle commemorazioni fogolariste delle Idi di Marzo, un stupido personaggio si avvicinò per ricordarci come il nostro Giulio non andasse ricordato poiché omosessuale! A tal punto è arrivata, con i suoi ‘sani’ principi, la bimillenaria dottrina della Chiesa: sino a condurre i friulani a rinnegare il proprio padre eponimo perché sospetto di essere gay come il suo idolo Alessandro Magno?”. Il presidente del Fogolâr Civic non ha mancato, però, di ammonire su taluni eccessi delle istanze antiomofobe: “Ritengo farsesco che si confonda un diritto al riconoscimento e al rispetto delle diversità anche in campo sessuale con la pretesa di arrogarsi funzioni non naturali o squallidamente di scimmiottarle! Eppure la ‘famiglia’ non è stata affondata certo dagli antiomofobi, bensì dal libero libertinaggio legalizzato dagli Stati occidentali! Si è, piuttosto, preteso di chiamare ‘famiglia’ un non meno nobile ma diversamente costituito e finalizzato ‘contubernio’ affettivo, con ciò inutilmente creando scompiglio tra le già poco salde fondamenta morali e istituzioni sociali della nostra civiltà…”. Riguardo al presunto pericolo della ‘dittatura’ di un ‘pensiero unico’, il prof. Travain ha voluto richiamare alla necessità di basi comuni fondamentali senza le quali le comunità non sussisterebbero: “Chi invoca il diritto al libero pensiero deve sapere che quella libertà non può non trovare legittimo argine in un bene comune, garante inclusivo di tutte le esigenze positive emergenti da ogni consorzio umano! Affermate le libertà individuali e parziali, è necessario pervenire a una visione condivisa, quindi armonizzante le peculiarità. Quindi, il pensiero unico non è un demonio, anzi è un obiettivo, quando a fin di bene ossia a garanzia certo non del capriccio, ma delle basi di una pace sociale costituita sull’unico dogma di un’umana felicità virtuosa fondata sul rispetto delle minoranze e delle maggioranze! La Chiesa si appella al libero pensiero soltanto da quando non domina più le coscienze, le menti, ovvero da quando la medievale sua ‘dittatura’ è venuta meno! Vero è, però, che la necessità di un comune sentire su certi temi non è superata solo per il fatto che su quegli stessi oggi il verbo dei vescovi e dei sacerdoti non prevale affatto! Abbiamo bisogno di senso comune per costruire un bene comune e ad esso quel senso deve essere mirato, al di sopra di ogni bandierina e orticello!. Nella delegazione fogolarista: la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, presidente dell’Arengo udinese e del Club per l’Unesco di Udine oltreché prefetto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo; la sig.ra Iolanda Deana, segretaria del Fogolâr Civic e consigliera arengaria insieme alle omologhe intervenute, sig.ra Marisa Celotti, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Rosalba Meneghini. Presente anche il sig. Giuseppe Capoluongo, priore della Confraternita del Santissimo Crocefisso di Udine, nonché la maestra Manuela Bondio, storica socia del cenacolo civico, la sig.ra Laura Paviotti, tra i fondatori del vecchio coordinamento di Borgo Stazione, e il sig. Attilio Calligaro, fotografo sociale. Nella figura del prof. Travain, rappresentati, inoltre, il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”. Al termine della celebrazione eucaristica, foto d’obbligo, a bandiere spiegate, accanto al busto-reliquiario di Sant’Ermacora. Grato incontro, in tale occasione, tra i fogolaristi e l’ex sindaco di Udine prof. Furio Honsell nonché con il vicesindaco in carica sig. Loris Michelini. Il prof. Travain non ha, infine, mancato di ricordare come la presenza del Fogolâr Civic alle celebrazioni nel duomo di Udine dei santi patroni aquileiesi/udinesi rimonti a ben prima che le autorità ecclesiastiche annualmente invitassero l’associazionismo urbano a condividere l’importante momento delle solennità patronali: “Vent’anni or sono, il 12 luglio, in duomo, c’erano soltanto due gonfaloni ad onorare la festa ossia quello del Comune ed il nostro! Detto per non dimenticare…”.

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