Petision de popoło su ła destrusion de ‘l paexagio a Ùdine

Noda CCU BORGO STASION par gazete taƚiane – Ùdine, 13 febraro 2020

UNA PETIZIONE CONTRO LO SCEMPIO DI UNA STORICA VIA-CARTOLINA DI UDINE

A seguito dei recenti stravolgimenti del paesaggio storico del celebre lungoroggia udinese di Via Ciconi, il vecchio coordinamento civico rionale di Borgo Stazione ha presentato in Comune una petizione popolare spontanea tesa ad ottimizzare la gestione ambientale dell’area. Giorni di schermaglie e franchi abboccamenti tra cittadinanza e amministratori. Richiesta utile concertazione delle iniziative di progettazione territoriale.

Signor Sindaco, facendo seguito all’ultima nostra del 28 gennaio 2020, indicante all’oggetto “scempio ambientale in Via Ciconi”, e richiamando il ‘documento sociale di rilevazione delle criticità del quartiere storico ferroviario udinese’, intitolato ‘Relazione periodica sullo stato di Borgo Stazione’ e depositato alla Sua attenzione, oltreché in Prefettura e in Questura, lo scorso 4 settembre, ora si raccoglie sul territorio la lodevole iniziativa della petizione popolare informale promossa dalla cittadina prof.ssa Liliana Lipone, che ha ritenuto di riferirsi a questa storica sigla sociale di promozione del vecchio rione ferroviario cittadino al fine di inoltrare presso il Comune un’istanza civica molto sentita. Nell’allegare, in originale, i documenti di tale simbolica petizione, con la presente, si avanza richiesta d’incontro collaborativo con deputazione dei membri di Giunta variamente richiamati per materia ad utili sinergie in ordine alla gestione ambientale e culturale di un angolo di Udine un tempo assurgente a cartolina turistica promozionale della città”. Così, il 12 febbraio 2020, il conservatore del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, prof. Alberto Travain, in una lettera indirizzata “alla cortese attenzione del Sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini” ed inviata “per conoscenza agli Assessori alla Mobilità, Lavori Pubblici, Edilizia Scolastica, rag. Loris Michelini; alla Pianificazione territoriale e Progetti europei, dott.ssa Giulia Manzan; ai Contenziosi, Ambiente, avv. Silvana Olivotto; alla Cultura, Personale, sig. Fabrizio Cigolot; alle Attività produttive, Turismo e Grandi eventi, dott. Maurizio Franz”, lettera accompagnatoria del centinaio di firme raccolte dalla petizione summenzionata, di cui, a seguire, si riporta il testo: “Abbiamo osservato che in Via T. Ciconi si stanno tagliando molti alberi, presumiamo perché vecchi e malati e quindi un’opera necessaria. Ci auguriamo che non subentri l’incuria già mostrata in passato, di lasciare cioè vacante il posto occupato dall’albero tagliato, vogliamo che siano subito rimpiazzati con nuove piante della stessa specie (ippocastano). Sarebbe opportuno poi che gli alberelli di via Manzoni venissero sostituiti con dei tigli, in continuità con quelli di via Percoto, non essendo stata palesemente adeguata la scelta delle attuali essenze arboree. In ogni caso vanno potati perché i rami sono ad altezza d’uomo e rischiano di ferire le persone. Attendiamo una risposta alle nostre richieste come si conviene ad una amministrazione oculata e rispettosa dell’ambiente. Siamo a conoscenza che richieste simili sono già arrivate a codesto ufficio e purtroppo sono rimaste negli anni costantemente inevase, ora aspettiamo un’azione concreta e coerente con il bisogno di dare continuità alla natura storica del viale caratterizzato da un duplice filare di alberi ippocastani. Certi della vostra attenzione nei confronti di noi cittadini, porgiamo cordiali saluti”. Il 28 gennaio scorso, il Coordinamento aveva già denunciato presso l’Amministrazione lo “scempio ambientale” nella storica via: “Signor Sindaco, nel testimoniare oltretutto la civica e umana commozione dei residenti storici di Via Ciconi, che, ieri, lunedì 27 gennaio 2020, hanno visto scomparire l’ultimo elemento della vecchia alberata stradale ornante quel ‘volt de roie’, simbolo identitario urbanistico costitutivo del contemporaneo quartiere unico della Stazione, la presente valga senz’altro a manifestare, in termini formali, la preoccupazione della comunità rionale per il futuro della gestione locale dell’ambiente, anche anticipando varie ulteriori possibili manifestazioni coordinate od autonome. Già lo scorso 1° settembre, lo scrivente Coordinamento aveva formulato, nell’ambito dell’inoltrata ‘Relazione periodica sullo stato di Borgo Stazione’, un ‘civico auspicio di pubblico impegno a una riqualifica urbanistico-ambientale di Via Ciconi, storica ‘cartolina’ paesaggistica rionale e cittadina, con ordinato riassetto delle aiuolature abbandonate e della tradizionale alberatura in ippocastano’ e ciò registrando malauguratamente una pluridecennale decadenza nella cura ambientale ed estetica dell’area in oggetto. Nella speranza che gli strumenti mobilitati e mobilitabili dal Comune possano evitare un ulteriore scempio della natura e della memoria del confine settentrionale del suburbio storico della Stazione udinese, anche risparmiando all’occhio del cittadino alberi abbattuti e mai più rimpiazzati nella loro tradizionale tipologia, ecco che si formulano, al Suo indirizzo, voti conseguenti”. Si erano, poi, registrate iniziative popolari spontanee di protesta sul territorio, variamente anche rilanciate dalla carta stampata. Già il 27 gennaio sera, lungo la via, campeggiavano cartigli, in italiano e friulano, richiamanti garbatamente l’Amministrazione a migliori consigli: “Comune di Udine, per favore, basta con lo scempio di Via Ciconi!”, “Comun di Udin, par plasê, vonde ruvinâ Vie Ciconi!”, “Comune di Udine, cortesemente, restituiscici i nostri alberi di Via Ciconi!”, “Comun di Udin, par un gust, torninus i nestris arbui di Vie Ciconi!”. Procedendo il taglio devastante, il 4 febbraio seguente, il prof. Travain era ricorso, per le vie brevi, all’assessore rag. Michelini, segnalando: “E je drazade di plante fûr dute cuante la rive des scuelis!!! Dut tirât jù, gjave cuatri puars stecs! Ma ce robis sono? ‘Quod non fecerunt barbari, fecerunt Fontanini?’ Ce che no àn fat i barbars, lu àn fat chei di Fontanin? Al displâs, ma chest al è masse!”. Il 5 febbraio, il conservatore dello storico coordinamento civico rionale si rivolgeva di nuovo al Sindaco: “Siôr Sindic, cemût vino di podê perdonâus cheste devastazion barbariche di Vie Ciconi, za ‘cartuline’ dal nestri Udin? Cemût vino di… capîle cheste disfate?”. Travain, dopo aver ripetuto, adattandolo al caso udinese, l’antico e notissimo adagio romano riferito alle devastazioni dell’Urbe da parte dei principi Barberini, concludeva con l’amara espressione “Propit cence flât, cence plui peraulis!”. L’assessore rag. Michelini, mostratosi cortese e disponibile al dialogo, si è intrattenuto, più volte, telefonicamente, con il professore, esponendo le ragioni dell’Amministrazione, “da meglio conciliare costruttivamente”, ha risposto Travain, “con i sentimenti della popolazione ed il genius loci”. In programma, quindi, auspicati prossimi incontri per una soluzione concertata in ordine ai destini paesaggistici di una Via Ciconi oggi decisamente “strassomeade”, irriconoscibile…

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