Piccola storia dell’onestà friulana

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 17 dicembre 2018

ONESTÀ IDENTITARIA

Agli incontri Unesco per la Giornata Internazionale contro la Corruzione, a Udine, il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, richiama alle radici dell’antica virtù attribuita nel mondo alle genti friulane ripercorrendone la vicenda dall’Antichità ai nostri giorni.

Nella cornice degli incontri pubblici organizzati dal Club per l’Unesco di Udine – presieduto dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco – a celebrazione della Giornata Internazionale contro la Corruzione, martedì 11 dicembre 2018, presso la sede universitaria udinese di Palazzo di Polcenigo Garzolini di Toppo Wassermann, si è tenuta, in lingua friulana, una conferenza del prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” oltreché delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del locale Club Unesco, conferenza intitolata “Resonaments su lidrîs e ruvine de onestât furlane”. L’intellettuale udinese ha ripercorso la vicenda storica di un importante cliché identitario connesso alla Friulanità ricercandone le radici e le ragioni del declino. Secondo Travain, l’impronta integerrima, irriducibile, del primo Cristianesimo aquileiese, marciano, alessandrino, di matrice essena, dovette innestarsi, nelle campagne innanzitutto, raccordando e consolidando analoghi peculiari tratti caratterizzanti popolazioni ivi da secoli insediate, per perpetuarne lungamente i codici o quanto meno il mito. A detta del professore, lo scisma religioso aquileiese dei secoli VI e VII, preceduto dalla nomea di locali celebri resistenze civiche nell’Antichità, poté costituire davvero una ribalta internazionale utile a consacrare, nell’immaginario diffuso, l’idea dell’intransigenza e dell’incorruttibilità friulana, poi fortemente contaminata dalla più disinvolta ed accomodante cultura italica assunta a sistema da quello stesso Stato nazionale di cui il Friuli dovette entrare a far parte tra Otto e Novecento. Deferente omaggio Travain ha espresso nei confronti dei tanti emigranti friulani che, con la loro condotta, formarono, nel corso dei secoli, un onorevole biglietto da visita per il proprio popolo di fronte al mondo, contribuendo a far percepire internazionalmente la Friulanità come comunità virtuosa e, come tale, distinta.

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