Piemontexi ghe insegna ai furlani a no tradir el łoro Regeni

Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Ùdine, 25 lujo 2019

NELLA BATTAGLIA PER GIULIO REGENI, PIEMONTESI ANCHE PIÙ APPASSIONATI DEI SUOI STESSI CORREGIONALI FVG

A tre anni e mezzo dalla tragedia del probo giovane ricercatore friulano impunemente assassinato in Egitto nel 2016, apprezzamento da Udine, da parte del più combattivo civismo locale, indirizzato ai tre sindaci subalpini clamorosamente mobilitatisi contro il recente scandalo del ritiro dello striscione rivendicativo di verità sul caso in questione dalle sedi istituzionali della Regione Friuli Venezia Giulia.

Apprezzamento civico friulano per la fraterna mobilitazione a sostegno della memoria di Giulio Regeni”: questo, l’oggetto della lettera indirizzata dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, “alla cortesia dei Sindaci dei Comuni piemontesi di Bruino (avv. Cesare Riccardo), Piossasco (sig. Pasquale Giuliano) e Rivalta di Torino (dott. Nicola De Ruggiero), giovedì 25 luglio 2019, a tre anni e mezzo dalla tragedia del giovane ricercatore friulano. Era, infatti, successo che, alla notizia della rimozione dalle sedi regionali FVG dello striscione rivendicativo di verità per l’assassinio Regeni disposta dal governatore Fedriga, i succitati tre Comuni subalpini avevano subito reagito provocatoriamente disponendo la stampa di locandine analoghe da diffondere sul proprio territorio, mostrando così un attaccamento alla causa del compianto e valente studioso friulano che in Friuli non pare sia stato emulato diffusamente con pari iniziativa. Da qui il messaggio di Travain, a rappresentare il civismo friulano più caldo su certi temi. “Pregiatissimi, felicemente appresa dalla stampa notizia della nobile reazione delle Loro Amministrazioni civiche a fronte dello squallido atto proditorio del governatore del Friuli Venezia Giulia che ha fatto rimuovere dalle pertinenti sedi regionali lo striscione giallo rivendicativo di verità per l’oltraggio mortale subìto in Egitto dal giovane nostro ricercatore Giulio Regeni da Fiumicello, atto davvero contro natura, da traditori dei propri figli, che il migliore popolo del Friuli mai potrà considerare aderente ai propri voti ed ai propri valori, a tre anni e mezzo, oggi, dalla tragedia di quel probo nostro corregionale, effettivo martire di verità in regime di tirannide conclamata e comodamente avallata dall’Italia, come trentennale movimento impegnato nella promozione di una cultura civica radicata nelle tradizioni localistiche e cosmopolite della nostra storica Aquileia, prima metropoli della Mitteleuropa, antica madre e regina friulana affratellante popoli e culture, desideriamo esprime Loro e alle tre care Loro comunità subalpine l’apprezzamento più vivo e sincero per l’appassionata mobilitazione che leggiamo non solo come omaggio debito ad un piccolo eroe di civiltà del nostro tempo e ad un onorevole figlio d’Italia, ma anche, un po’, come gesto fraterno nei confronti di questo Friuli oltraggiato nei suoi affetti e nei suoi più antichi e sani princìpi persino dal proprio governatore! Mentre, infatti, Loro, in senso figurato, si stracciavano le vesti e promettevano concretamente di stampare e di distribuire cento locandine in terra subalpina, rivendicative di soddisfazione sul Caso Regeni, come risposta al governatore forogiuliano reo di oscurare la particolare tragedia di un figlio della sua regione, in questo Friuli Venezia Giulia le reazioni avrebbero dovuto essere davvero più diffuse e incisive. Restiamo orgogliosi della nostra Udine, piccola nostra capitale storica, il cui Primo Cittadino, sebbene compartigiano del summentovato governatore, ha sinora rifiutato onorevolmente di rompere l’unanimità trasversale creatasi in seno al Consiglio municipale in ordine al mantenimento dello striscione in parola nelle sedi proprie del Comune. Grazie, cari amici, per la testimonianza concreta e appassionata di umanità, civiltà, fratellanza, patriottismo alto, non becero! Un cordialissimo, friulano, ‘mandi’!”.

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