ARENGUM/ARENGO/RENC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 23 Januar 2020
ASSEMBLEE POPOLARI DELIBERANTI IN UNA UDINE A SPICCHI
Le magistrature dell’Arengo udinese hanno incontrato i capigruppo consiliari del Comune per partecipare loro l’istanza popolare di una revisione democratica ed identitaria dei quartieri cittadini.
“Titolare della Capitale del Friuli Storico ed erede morale della cosmopolita grande metropoli alpino-adriatica di Aquileia, la cittadinanza udinese, riunita in arengo il 30 settembre 2019 presso la prestigiosa sede universitaria locale di Palazzo di Polcenigo o Garzolini di Toppo Wassermann, esorta Sindaco, Giunta e Consiglio del Comune di Udine a rivedere in senso democratico partecipativo-rappresentativo la nuova istituzione dei cosiddetti Consigli di Quartiere, oggi di nomina politico-amministrativa, e di ridisegnarne la ripartizione territoriale su basi storiche, attualizzando concettualmente anche un tradizionale sistema radiale-concentrico associante aree urbane e suburbane, alla stregua di quanto già avviene in seno alla citata assemblea arengaria, allo scopo di riproporre antichi legami in un quadro auspicato di consolidamento culturale-identitario della comunità cittadina. Con ciò si eleva fiera protesta per la mancata eppure promessa considerazione delle pregresse istanze arengarie in materia di autonomie civiche articolate e partecipate”. Procedendo da detta delibera popolare, le magistrature arengarie in carica, nella riunione del 4 dicembre 2019, avevano concordato di proporre, ad anno entrante, un incontro sull’argomento innanzitutto ai capigruppo consiliari in Comune, delegati di tutte le forze politiche rappresentate nel Consiglio cittadino. Il 7 gennaio seguente veniva, così, inviato ai recapiti elettronici istituzionali dei consiglieri Barillari (Forza Italia), Bertossi (Prima Udine), Bortolin (Gruppo Misto), Capozzi (Movimento 5 Stelle), Ioan (Lega Salvini), Patti (Siamo Udine con Martines), Pirone (Progetto Innovare), Valentini (Autonomia Responsabile), Venanzi (Partito Democratico), Vidoni (Fratelli d’Italia), Zanolla (Progetto FVG – Identità Civica) un invito a incontrare la deputazione civista il 22 successivo. Nuovamente, il 15, dette magistrature si erano di nuovo congregate a scopi programmatici. Mercoledì 22 gennaio 2020, presso lo storico Caffè Contarena, ha, quindi, risposto puntualmente all’appello il consigliere comunale dott.ssa Pompea Maria Rosaria Capozzi, capodelegazione del Movimento 5 Stelle, seguita dal suo omologo sig. Luca Onorio Vidoni, capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, intervenuto insieme al comilitante assessore avv. Silvana Olivotto. Si era registrato anche riscontro di cortesia da parte del dott. Enrico Bertossi di Prima Udine. A formare la deputazione arengaria, il cameraro presidente prof.ssa Renata Capria D’Aronco, il cancelliere vicepresidente prof. Alberto Travain, il procuratore garante dott.ssa Maria Luisa Ranzato oltreché i consiglieri rionali sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Iolanda Deana, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Paola Taglialegne. Presente come uditore, il presidente del cosiddetto Consiglio di Quartiere 4 “Udine Sud – Baldasseria”, dott. Carlo Alberto Lenoci. Relatore degli intenti arengari, il prof. Travain ha illustrato motivi e metodi di un’auspicata revisione ovvero ricalibratura del nuovo ordinamento dei quartieri udinesi, revisione o ricalibratura promuovente i temi particolarmente significativi della democrazia e dell’identità: “Prima ancora di pensare a Consigli di Quartiere elettivi e democraticamente rappresentativi, varrà, in qualche modo, l’istanza di coinvolgere gli attuali nella convocazione anche di parallele e sperimentali assemblee popolari partecipative, deliberanti ma non vincolanti, almeno agli inizi, l’Amministrazione centrale comunale; assemblee raccolte ripescando dal passato la filosofia di un’articolazione municipale a spicchi, associante lembi di Centro Storico a frammenti di periferia, dialogo proficuo da recuperare e da indirizzare a un consolidamento culturale radicato ed articolato della cittadinanza locale! Si dice che la chiusura sia sinonimo di debolezza: ebbene, noi desideriamo essere aperti, ma per poter farlo, dobbiamo inesorabilmente costruire una Udine forte, gagliarda amalgama di coscienza culturale del territorio e di pronta e solidale dedizione al suo bene! Identità è materia non da Ministero della Cultura bensì dell’Interno, poiché significa coesione sociale e civile derivante dal più intimo dei sentimenti, che è la coscienza di un appartenersi, in qualche modo, reciprocamente nel comune affetto per l’angolo di mondo che ci si ritrova variamente a condividere. Educhiamoci ed educhiamo a questa nobilissima forma di amore, ecologico e patriottico, procedendo da borghi e frazioni, dalle articolazioni naturali e ufficiali della nostra città e dalle sue composite ed articolate tradizioni di comunità e di cittadinanza attiva! L’Arengo e le sue istituzioni saranno al fianco di tutti coloro che sinceramente si mobiliteranno a favore di tali intenti! Quale che sia la posizione del Comune e delle forze ivi rappresentate, cui debitamente e cortesemente partecipiamo le nostre intenzioni, noi procederemo! Lo dobbiamo al popolo il cui voto legittima dal 2015 l’autoricostituito istituto arengario e lo dobbiamo anche al genio di questa città, spirito indomito ed orgoglioso di un grande e convulso passato di lotta per la dignità della cittadinanza. Noi procederemo comunque, però, sarebbe stupido farlo in contrasto, in antitesi, a danno, quando può esservi una condivisione matura e scevra di mediocri contrapposizioni!”. In detta occasione, sono state consegnate, a titolo di esempio, agli Amministratori intervenuti anche le terminazioni correnti dei “quintieri” dell’Arengo udinese contemporaneo, “circoscrizioni aggreganti quartieri centrali e periferici tradizionalmente riferite al tempo del patriarca aquileiese Bertrando di Saint Geniès” e sommariamente ispirate a storiche ripartizioni civili ed ecclesiastiche cittadine. Il cameraro prof.ssa D’Aronco ha ringraziato calorosamente il prof. Travain per il particolare impegno profuso in tanti anni in tale direzione, mentre l‘assessore avv. Olivotto ha portato il saluto e l’apprezzamento dell’Amministrazione comunale in carica, anche indugiando piacevolmente su parallelismi tra le tradizioni arengarie di Udine e quelle di Grado, località storica di cui la stessa, in passato, ha potuto indossare la fascia di Primo Cittadino. Il consigliere sig. Vidoni, anche a nome della sua formazione, Fratelli d’Italia, ha in linea di massima espresso attenzione e disponibilità a quanto proposto dagli arengari. Ampia condivisione è stata manifestata dalla dott.ssa Capozzi, intervenuta per il Movimento 5 Stelle, la quale ha sottolineato numerosi e basilari punti di convergenza in particolare sui temi della partecipazione democratica, identitari per il movimento stesso.