Remembering the ‘Lucinico Skirmish’ and the civic Renaissance in Friuli

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 24 April 2019

RICORDATA A UDINE LA “ZUFFA DI LUCINICO” O “DEL SABATO SANTO” 1508

La società civile e culturale raccolta attorno al Fogolâr Civic ha commemorato lo storico e obliato esempio friulano di affermazione popolare sul mondo dei cavalieri del Medioevo. Il presidente prof. Travain: “Così nacque il Friuli moderno!”.

Gaveva segnalato il fatto il 9 dicembre 2008, presso la Casa della Contadinanza, a Udine, quando aveva riunito il migliore civismo friulano a ricordo dei cinque secoli della Lega di Cambrai, alleanza continentale contro la Repubblica di Venezia difesa particolarmente dai popolani delle sue province, inquadrati nei ranghi delle “Cernide”, milizia rustica che fu palestra di addestramento non solo militare ma anche civico e politico, soprattutto in Friuli, sotto autonomo comando dei Savorgnan, aspiranti principi della regione. E così, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico Fogolâr Civic”, ha riunito sabato 20 aprile 2019, Sabato Santo, i fedelissimi del sodalizio proprio per celebrare, a Udine, sedicente capitale morale della Friulanità, l’eccezionale pagina di storia rappresentata dal singolare scontro svoltosi a Lucinico, alle porte di Gorizia, nel giorno del Sabato Santo – la “Sante Sabide” dei friulani – dell’anno 1508, quando straordinariamente le umili e appiedate “Cernide” del Friuli osarono dare battaglia, di propria iniziativa, alla sussiegosa cavalleria pesante italiana: “I nostri contadini avevano imparato a fronteggiare i signori a cavallo e oramai ritenevano di poterlo fare sia in tempo di guerra che in tempo di pace! La formazione militare e politica, innazitutto nelle ‘Cernide‘ savorgnane, doveva in qualche modo sviluppare nel tempo un’autostima tra le classi subalterne che in terra friulana avrebbe condotto alla rivendicazione e all’istituzione addirittura di un contro-parlamento popolare! A Lucinico, insomma, quel giorno, Davide, di nuovo, sfidò Golia: nasceva così il Friuli moderno!”. L’incontro commemorativo udinese si è tenuto all’ingresso del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”, poiché il teatro è storica metafora letteraria della Patria friulana, immortalata da Erasmo di Valvasone. Per l’occasione è stata presentata la ricostruzione di una bandiera delle antiche Cernidelocali, quegli ‘Schützen’ nostrani ai quali, a differenza dei tirolesi, noi non abbiamo saputo e potuto sinora dare un presente e un futuro di presidio dello spirito civico regionale, antemurale solido contro infiltrazioni sociali malefiche e malavitose!”. Piena condivisione su questi temi è stata espressa dal cameraro dell’Arengo partecipativo udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, suprema autorità elettiva del civismo locale, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo. Tra le magistrature arengarie intervenute, anche il procuratore dott.ssa Maria Luisa Ranzato ed i consiglieri popolari rionali sig.ra Iolanda Deana e prof.ssa Luisa Faraci, oltre al prof. Travain, cancelliere dell’Assemblea popolare. Del gruppo operativo del Fogolâr Civic, presenti le fedelissime maestra Manuela Bondio, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Luigina Pinzano, sig.ra Paola Taglialegne e sig.ra Mirella Valzacchi. Rappresentati, poi, il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”. Tra i cittadini convenuti, anche il prof. Giorgio Vello, apprezzato docente e uomo politico della Capitale del Friuli Storico. Non abbiamo bisogno di una nuova naja, regno del più deleterio nonnismo, stupidamente e colpevolmente spacciato per scuola di vita ed, al contrario, oltraggio gravissimo ai grandi valori del cameratismo vero! Non abbiamo bisogno di spiriti di corpo che si esauriscano in qualche raduno ben annaffiato con vini e grappe, ma senza riscontri nella vita di ogni giorno e nei problemi del territorio! Abbiamo bisogno di formare, invece, ‘buoni cittadini’, quotidiani ‘difensori della patria ovvero del bene comune locale, pronti a fare quadrato, a fare barriera contro i virus nefasti insinuati nel grembo della nostra società! A oltre mezzo millennio da quello spavaldo sfidare il campo contro l’apparentemente impossibile, serrati attorno ai propri vessilli, non c’è altro da fare che ricordare l’antica lezione affinché non si perda nella memoria comune e possa essere esempio ispiratore utile all’attualità!”: così ha concluso il presidente del Fogolâr Civic.

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