Ricordato l’eroe autonomista friulano medievale Federico Savorgnan

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 16 febbraio 2019

RISCOPERTO A UDINE L’ANTICO EROE AUTONOMISTA FRIULANO FEDERICO SAVORGNAN

Assassinato per motivi politici durante una Messa nella cappella di famiglia a Udine in Piazza Venerio, oggi il movimento del Fogolâr Civic lo ha ricordato con una dedica affidata alla pubblica fede. Il presidente prof. Travain: “Fece del centro udinese il fulcro di un Friuli autodeterminato e irriducibile!”.

Era il mercoledì delle Ceneri, 15 febbraio 1389, quando, di buon mattino, nella cappella gentilizia di Santo Stefano, all’angolo meridionale di Via Calzolai sull’attuale Piazza Venerio, a Udine, Federico Savorgnan, il cosiddetto “conservatore della Patria del Friuli”, colui che tanto si era battuto per evitare che lo Stato friulano divenisse preda delle fameliche brame della Curia romana e dei suoi alleati Signori di Padova, anche ricercando necessariamente per questo l’appoggio della Repubblica di Venezia, veniva assassinato, mentre ascoltava la Santa Messa, da un gruppo di sicari, pare ispirati dallo stesso vescovo-principe regionale, il patriarca aquileiese Giovanni di Moravia, deciso ad eliminare un personaggio così potente ed irriducibile. Il popolo udinese insorse indignato per l’uccisione di un suo beniamino. Si avviva così una spirale di faide che avrebbero condotto alla fine del dominio della Chiesa di Aquileia e all’avvento in regione della Serenissima. Una vicenda, dunque, che il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha ritenuto di non lasciare all’oblio od a polverosi libri di storia, bensì, in qualche modo, di riproporla alla grigia quotidianità della Udine di oggi. “Al eroic Fidrì Savorgnan, campion de libertât di Udin e dal Friûl, fat copâ di sorestant tiran te glesie di S.t Stiefin ai 15.02.1389”: questa la dedica commemorativa che una delegazione del summenzionato sodalizio civista, composta dal presidente sociale prof. Alberto Travain e da alcuni attivisti quali lo storico Alfredo Maria Barbagallo e le cittadine Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Luigina Pinzano, Paola Taglialegne, oltre alla segretaria movimentale sig.ra Iolanda Deana e al prof. Giorgio Vello, ha collocato presso un paletto di piazza, di fronte all’ingresso dell’antica chiesa che custodiva le reliquie del casato e che 630 anni or sono vide quella sorta di “Congiura dei Pazzi” in versione udinese. Tale Federico Savorgnan di Udine o dello Scaglione rappresentò una bandiera di quella che forse fu la più grande ed accesa stagione autonomistica-indipendentistica del Friuli: una regione non incarnata da Istituzioni usurpate, bensì da friulani ribelli all’usurpazione delle libertà locali; una pagina veramente epica, che, come tale, fu celebrata a Udine per secoli e solamente oggi resta affidata sciaguratamente ad un oblio a tutti i livelli!” ha detto Travain nell’ambito del discorso commemorativo: “Con le debite differenze del caso, è chiaro che, rispetto ai tempi in cui il nostro Federico si ergeva, da Udine, a campione della libertà friulana tessendo trame ed alleanze e facendo della città il fulcro di un Friuli autodeterminato ed irriducibile, l‘odierna realtà udinese scolora, goffa parodia di un passato di centralità e raccordo in termini di iniziativa politica e non soltanto!”.

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