Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 29 marzo 2019
UDINE EUROREGIONALISTA RICORDA LA RIVOLTA INTERNAZIONALE ISONTINA “DEI TOLMINOTTI”
Presso il Pozzo di San Giovanni, il Fogolâr Civic depone una dedica commemorativa della ribellione popolare del 1713 che, nel Goriziano, vide le popolazioni slovene del Nord sollevarsi contro le ingiustizie mentre al Sud le milizie friulane si ammutinavano, solidarizzando contro i rivoltosi. Il presidente prof. Travain: “Una grande lezione di senso civico popolare, oltre le frontiere etniche e linguistiche, che una Udine, sedicente capitale morale friulana erede di Aquileia cosmopolita, non può mancare di rimarcare!”
Già nel 2005, a Gorizia, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” aveva iniziato a celebrare il ricordo della cosiddetta Rivolta dei Tolminotti, scoppiata il 26 marzo 1713 nelle province isontine degli Asburgo. E lo aveva fatto, per la prima volta, richiamando la cittadinanza a considerare il significativo tratto interetnico della sedizione, originariamente indirizzata contro le angherie di esattori senza scrupoli. Nel Goriziano delle divisioni etniche, sociali, ideologiche del Novecento, questa ribellione, iniziata a Tolmino, nel Nord sloveno, ex Cividalese, dell’antica Contea isontina, venne associata direttamente o indirettamente all’idea di una rivolta prettamente slava, proletaria, comunista, da non condividersi minimamente da parte di una benpensante friulano-italica borghesia locale e d’importazione, soprattutto dalla Magna Grecia. Eroica l’iniziativa della rivista goriziana “Isonzo-Soča” che, nel 1992, riuscì ad inaugurare in Piazza Vittoria un‘elegante targa commemorativa quadrilingue ossia negli idiomi del Goriziano: italiano, sloveno, friulano e tedesco, secondo l’ordine nel manufatto. Nel 2005, il Fogolâr Civic, però, riprendendo dettagliate ricostruzioni di quei fatti del Settecento, celebrò il dato storico del profilarsi di un’imponente rivolta civica slovena nell’Alto Isontino, da un lato, e, dall’altro, quello del serpeggiante ammutinamento delle truppe friulane del Sud, chiamate a reprimere la sollevazione. “Proponemmo nell’attualità il ricordo e l’esempio di una grande mobilitazione internazionale del senso civico popolare, oltre le frontiere etniche e linguistiche”: così il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, che, martedì 26 marzo 2019, ha, non a caso, ricordato quegli antichi tumulti isontini a Udine, ultima capitale di un patriarcato aquileiese che per tanti secoli affratellò, al di sopra di ogni confine, genti diverse tra Alpi e Adriatico. Una dedica floreale è stata deposta, quindi, presso il pozzo udinese detto “di San Giovanni”, cimelio memore della celeberrima rivolta friulana della “Joibe Grasse” 1511, paradigma regionale massimo della sedizione: sul tutto, i tricolori italiano e sloveno uniti dal civico aquileiese euroregionalista blu-bianco-giallo. “Ricordo quando, nel 2013 ovvero a tre secoli dall‘eclatante insurrezione tolminese, facemmo leggere pubblicamente e solennemente dall’allora sindaco prof. Furio Honsell tutti i nomi dei capipopolo condannati e giustiziati a Gorizia, associati a quelli dei tribuni udinesi che nel 1716, confidando in maggiori fortune, tentarono d‘imitare i coraggiosi omologhi sloveni: demmo, allora, prova ulteriore di poter essere una città con una mentalità da metropoli, raccordo vivo e propulsore sapiente delle memorie e delle culture di un ampio ambito di riferimento!”. Travain ha parlato di vari momenti della vicenda di rivalutazione e promozione socioculturali di quei fatti storici nonché dei luoghi in cui ebbero a compiersi: “Come, ad esempio, dimenticare il santuario di Mengore, nel Tolminese, dove si vuole che la sedizione sia incominciata e dove, non a caso, nel 2006, abbiamo ritenuto d’inaugurare il nostro grande stendardo euroregionalista? E come non dire che questo Pozzo di San Giovanni, nel 2013, è stato il perno delle celebrazioni udinesi spontanee dei 300 anni della sollevazione ‘dei Tolminotti’, gesto fraterno di cittadinanza oltre i campanilismi e le divisioni che hanno avvelenato, in particolare negli ultimi secoli, le relazioni tra i diversi popoli affratellati da Madre Aquileia?”. Un sincero apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso dal cameraro dell’Arengo di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità morale elettiva del civismo locale, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, che ha voluto rimarcare la piena aderenza di attività simili ai desiderata Onu-Unesco per il decennio 2013-2022, dedicato all’avvicinamento delle culture: “Un decennio avviato, caso vuole, proprio nel tricentenario di questa nostra rivolta isontina, capace di unire nel cuore d’Europa diversità etniche in comuni afflati di giustizia sociale!”. Nella delegazione fogolarista, anche la segretaria movimentale sig.ra Iolanda Deana e le collaboratrici sig.ra Milvia Cuttini e sig.ra Renata Marcuzzi. Presenti anche rappresentanze del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”.”.