Rivolta civile contro la stampa

20180530

 

 

 

 

 

 

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 30 maggio 2018

FOGOLÂR CIVIC ATTACCA LA STAMPA

Dura invettiva del presidente sociale, prof. Alberto Travain, contro i ritenuti indebiti riconoscimenti sociali attribuiti a giornali e giornalisti.

Davvero fastidioso! Anche in occasione della prima riunione del neoeletto Consiglio comunale udinese si è ripetuta l’insopportabile scena del libero accesso in sala alla cosiddetta ‘stampa’, accesso precluso invece alla cittadinanza ‘semplice’. Ma chi sono questi giornalisti? Chi li ha costituiti al di sopra dei comuni mortali? Ingenui e interessati affermano che essi svolgerebbero un ruolo salutare di presidio civico della verità nei confronti di una politica e di una cronaca cui fare le pulci. Nulla di più falso. Non è così. In mille casi, non è così. Giornali e giornalisti, è vero, si affannano a presidiare la rappresentazione della verità. Una verità che, in particolare, in campo politico non è molto spesso oggettiva, non è completa, ma parziale e tendenziosa, artificiosa intermittenza di verità raccontate e non, quindi configuranti un’immagine distorta degli accadimenti e del loro filo logico. Come mai il maggiore quotidiano a stampa della città di Udine dedica articoli in bella mostra al Fogolâr Civic nel momento in cui il medesimo sodalizio si trova costretto ad attaccare il neoeletto sindaco Fontanini, mentre nulla, ad esempio, lo stesso quotidiano, aveva scritto delle particolari felicitazioni inviate da quell’associazione al nuovo “sorestant” di Palazzo D’Aronco? E come mai, il principale giornale online udinese, fedele annotatore in genere delle innumerevoli iniziative e posizioni espresse dal Fogolâr stesso, ha censurato le ultime, sgradite al nuovo establishment cittadino? Ecco a che serve la libertà di stampa! Lo insegnino i docenti a scuola! Quando va bene, si tratta soltanto della libertà di editori e giornalisti di scegliere a capriccio che cosa scrivere e che cosa non scrivere, che cosa far esistere e che cosa destinare a damnatio memoriae. Altro che visite scolastiche alle redazioni dei giornali! Presidino su questo anche le famiglie delle scolaresche, affinchè ai loro figli si risparmino diseducativi bagni di retorica! La stampa, sino all’altro giorno, oggi pare non più, esercitava diritti di vita e di morte sulle persone e sulla verità, sulla cronaca e sulla storia. Oggi, grazie a internet, la vicenda di quella tirannide volge forse al termine. Confidiamo!”. Durissima nota del presidente del Fogolâr Civic udinese, prof. Alberto Travain, nei confronti di privilegi e meriti “indebitamente” a suo avviso “riconosciuti a giornalisti e pubblicisti” anche nell’ambito della realtà locale. “Non ce l’ho con i pochi eroi che, anche a rischio della vita, sfidano i potenti del mondo e del proprio paesello. Ce l’ho con gli eroi ‘da tastiera’ che si vantano di poter giocare con l’umile impegno individuale e associazionistico espresso dalla più libera società civile, con la liberale dedizione di chi si ritrova ad essere davvero anima e coscienza vive delle comunità, polso stesso del loro grado di civiltà, anche al punto di risultare alla fine scomodo alle classi dirigenti di turno e ai grandi poteri perennemente e irremovibilmente abbarbicati sulle spalle delle cittadinanze. Stampa compresa! Ripresi cordialmente un tempo il buon sindaco Honsell che sosteneva l’idea che un’edicola di giornali costituisse presidio di democrazia: ‘No – gli dissi – il privilegio di pochi di rappresentare a proprio piacimento la verità non è affatto una garanzia di democrazia, ma soltanto tempio di un’oligarchia tra le più terribili e spietate!’”.

 

 

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