Romeo e Giulietta udinesi

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Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 18 febbraio 2019

ROMEO E GIULIETTA FRIULANI RIEVOCATI DAL PRESIDENTE DEL FOGOLÂR CIVIC

La Sala del Popolo di Palazzo D’Aronco a Udine trasformata per una sera nel salone d’onore dell’abbattuto palazzo cittadino dei Savorgnan che nella realtà storica vide l’incontro tra i due personaggi trasposti poi nella narrazione della più celebre storia d’amore del mondo. Ciò nella cornice della manifestazione “San Valentino in Friuli Terra d’Amore e d’Amare”.

Sabato 16 febbraio 2019, a Udine, nella cornice della manifestazione “San Valentino in Friuli Terra d’Amore e d’Amare”, promossa dall’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli insieme al Comitato di Borgo Pracchiuso, con il patrocinio del Comune e quello dell’Arengo udinese oltreché la collaborazione, tra le altre, del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, è stato il presidente fogolarista prof. Alberto Travain a tenere le fila, nella Sala del Popolo di Palazzo D’Aronco, del momento commemorativo storico dell‘origine friulana del mito letterario dei celebri amanti immortalati da Shakespeare. “Se tu gjavis dal mont il leam dai afiets, ni une cjase ni une citât no staran in pît” ha detto Travain, portando il saluto del suo trentennale sodalizio al pubblico con una frase di Cicerone in versione friulana, omaggio all’autore dell‘originaria novella d’amore, Luigi Da Porto, che tanto apprezzava la lingua del Friuli, “terra da sempre crocevia d’Europa ma anche conclamato ventre di discordie, culla di esaltate e controverse lealtà – ha rimarcato il leader del Fogolâr Civic –, in cui la vicenda di Romeo e Giulietta spunta come un fiore battuto dai venti e si fa lezione di sentimento ed ideale puri opposti a pragmatica, leggerezza, precarietà di costumi e tempi”. L’intellettuale udinese ha tenuto a sottolineare il valore di richiamo ad una coerenza di sentimenti e comportamenti che la novella del Da Porto esprime, concludendosi esplicitamente con un invettiva contro le donne fatue, “invettiva che piace intendersi in senso lato, contro la superficialità di rapporti ed affetti che ammorba tuttora la vita sociale”. “Dopo la sua paralisi seguita a uno scontro con le truppe asburgiche, la ‘bellissima e leggiadra madonna Lucina Savorgnana’ ovvero l’amata del povero Luigi non deve averne in alcun modo seguito le sorti, a differenza della sua eroina veronese Giulietta nei confronti del suo Romeo: se così non fosse, egli, per la novella dedicata alla bella Savorgnan, non avrebbe affatto studiato un finale così polemico” ha spiegato Travain, richiamando oltretutto, per contenuti, quella sorta di “inno” del Friuli formato dall’ultrasecolare canzone “Stelutis Alpinis” a testimone locale di un’umana ricerca di sentimenti e affetti travalicanti la cesura della morte: “Con quel verso ‘Il gno spirt ator ti svole‘ che il ragazzo caduto in battaglia rivolge alla sua bella rimasta sola, un pur rude Friuli dichiara guerra alla caducità della vita e dei suoi legami affettivi. Il professore ha anche voluto mettere l’accento sul fatto che, come negli intenti della manifestazione, sia senz’altro “giusto promuovere gli affetti ed in genere la pace privata e pubblica ma a condizioni di rispetto e giustizia, senza le quali valori positivi si fanno tutori dell’impostura e della tirannide”. Preceduto, nella giornata, da altri qualificati interventi d’intellettuali e studiosi, quali l’arch. Roberto Pirzio-Biroli e il prof. Gilberto Ganzer, il prof. Travain ha, quindi, rievocato, con grande trasporto e la preziosissima collaborazione del Gruppo Medievale di Pracchiuso, del Gruppo Danze Rinascimentali di Palmanova e del Gruppo Danzar Gioioso di Lavariano, quel mercoledì 26 febbraio 1511 in cui nel Palazzo Savorgnan di Udine, in luogo dell’attuale Piazza Venerio, dovette tenersi il fatale ballo del colpo di fulmine trasfigurato nella novella veronese scritta dal Da Porto e nella tragedia di William Shakespeare. Ballo a preludio della tragedia del giorno successivo, che vide divampare nella città la prima grande ribellione antifeudale dell’Europa moderna, la celeberrima “Crudel Zobia Grassa”, la “Joibe Grasse”. Accanto alla Verona medievale dei Guelfi e dei Ghibellini ossia dei Cappelletti o Capuleti e Montecchi, ecco riproposta, allora, la Udine del Rinascimento, degli Strumieri e degli Zamberlani, dei diversi rami dei Savorgnan in lotta tra loro, nel quadro più ampio, internazionale, della storia europea. Travain, oltre ad apprezzare l’assoluta tenacia della dott.ssa Laura Zanelli, presidente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli e determinata prima promotrice di un’imponente tre giorni di successo con il primario valido supporto dell’omologa rappresentante del Comitato di Borgo Pracchiuso, sig.ra Sandra Di Giusto, si è voluto espressamente complimentare con responsabili e componenti dei gruppi danzanti in costume storico ed ha speso parole particolari per la coreografa maestra Ornella Germano, autrice di una magistrale ricostruzione del cosiddetto Ballo del Torchio, danza rinascimentale che siglò l’incontro tra i personaggi letterari veronesi di Romeo e Giulietta e facilmente tra quelli reali udinesi di Luigi e Lucina. Un vero successo. Un momento importante per la cultura e l’autocoscienza della città. Esemplarmente presente con la famiglia, l’assessore comunale udinese al Turismo ed ai Grandi Eventi, dott. Maurizio Franz. Intervenute anche la vicepresidente del Consiglio comunale di Udine, prof.ssa Elisabetta Marioni, e la consigliera dott.ssa Lorenza Ioan. Assente per gravi cause di forza maggiore, la prof.ssa Renata Capria D‘Aronco, cameraro presidente dell’Arengo udinese oltreché leader storico del Club per l’Unesco di Udine. In rappresentanza del Fogolâr Civic, sodalizio che da decenni attualizza nella società memoria e contenuti dei fatti del 1511, soprattutto sul piano civile, sono comparse in sala anche le attiviste sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Paola Taglialegne e sig.ra Mirella Valzacchi, con la segretaria movimentale, sig.ra Iolanda Deana.

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